2022-04-18
Prestiti e mutui, la crisi morde le famiglie. Tornano a salire le rate non pagate

Aumentano le rate non pagate di prestiti e mutui dalle famiglie
Cresce il numero delle famiglie che non riesce a far fronte ai propri impegni con le banche. Effetto della crisi generata dalla pandemia, che fa sentire i suoi effetti diretti sulle famiglie italiane.
Negli ultimi 12 mesi, infatti, è cresciuto di quasi 1 miliardo di euro l'ammontare delle rate non pagate relative ai mutui e ai prestiti concessi dalle banche. Si tratta di una brusca inversione di tendenza, ancorché di importo apparentemente non rilevante, dopo quasi sei anni consecutivi di riduzione del credito deteriorato riconducibile alla clientela privata, calato progressivamente da maggio 2016.
EFFETTO COVID
Il totale delle sofferenze delle famiglie, finanziariamente piegate dal Covid, è passato, da febbraio 2021 a febbraio 2022, da 11 miliardi e 559 milioni a 12 miliardi e 373 milioni con una crescita, in un anno, del 7,04% corrispondente, per l'esattezza, a 804 milioni. Secondo l’analisi della Fabi, il principale sindacato dei bancari, risulta ancora più vistosa l'impennata delle sofferenze bancarie legate alle famiglie se ci si limita a osservare il periodo che va da novembre 2021 a febbraio 2022: in soli tre mesi, si è registrato un incremento di 1 miliardo e 476 milioni (più 13,55%). E mentre crescono gli «arretrati» della clientela, contemporaneamente aumentano anche i nuovi mutui erogati dalle banche: nello stesso arco di tempo analizzato, il credito finalizzato all'acquisto di abitazioni è salito di 18 miliardi e 439 milioni, in aumento del 4,69%, con lo stock complessivo passato da 393 miliardi e 457 milioni di febbraio 2021 a 411 miliardi e 896 milioni di febbraio 2022. Secondo le serie storiche della Banca d'Italia elaborate dalla Fabi, le sofferenze delle famiglie sono tornate a crescere, a febbraio 2022, dopo quasi sei anni consecutivi di ribassi. Il totale del credito deteriorato riconducibile ai bilanci familiari si è attestato a 12,3 miliardi a febbraio scorso; era a 10,8 miliardi a novembre 2021, a 37, 1 miliardi a dicembre 2016.
INVERSIONE DI ROTTA
L'ultimo dato in crescita si è registrato a maggio 2016, quando lo stock di sofferenze era salito di circa 100 milioni di euro a 37,5 miliardi dai 37,4 miliardi del mese precedente (aprile 2016). La puntuale descrizione cronologica mette in evidenza la curva discendente dello stock di credito non rimborsato regolarmente che si è interrotta solo recentemente: nell'ultimo anno, da febbraio 2021 a febbraio 2022, le sofferenze bancarie legate alle famiglie sono salite di 804 milioni, in salita del 7,04% da 11 miliardi e 559 milioni a 12 miliardi e 373 milioni; ancora più vistosa è l'impennata se ci si limita a osservare il periodo che va da novembre 2021 a febbraio 2022: in soli tre mesi, si è registrato un incremento di 1 miliardo e 476 milioni (più 13,55%). E mentre tornano a crescere gli arretrati delle famiglie, quelle non in regola con le scadenze dei «vecchi» finanziamenti, va segnalata anche una robusta crescita dei mutui: le banche hanno erogato nuovo credito finalizzato all'acquisto di abitazioni per 18 miliardi e 439 milioni, con una crescita del 4,69% che ha portato lo stock di mutui, da febbraio 2021 a febbraio 2022, da 393 miliardi e 457 milioni a 411 miliardi e 896 milioni.
NUOVI FINANZIAMENTI
Complessivamente, i finanziamenti alle famiglie sono cresciuti di 23 miliardi e 244 milioni, considerando anche l'incremento del credito al consumo (più 1 miliardo e 589 milioni, in salita dell'1,45% a 111 miliardi e 82 milioni) e la variazione positiva dei prestiti personali (più 3,2 miliardi, in salita del 2,31% a 142 miliardi e 285 milioni).«È una importante spia di difficoltà dei cittadini e della clientela che non va sottovalutata, anche se la cifra, circa 800 milioni, è relativamente contenuta. Per la prima volta dopo molti anni sono tornate a crescere le sofferenze delle famiglie che fanno fatica a pagare le rate. Probabilmente sono i primi segnali negativi, i primi effetti della crisi economica generata dalla pandemia, solo in parte tamponata con le moratorie dello Stato ed emergono i primi segnali di incertezza delle fasce più deboli della nostra società», dice il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commentando l'analisi. «La guerra tra Russia e Ucraina, purtroppo, aumenterà - sottolinea Sileoni - le difficoltà economiche e i disagi, ragion per cui ritengo che il governo debba confermare una serie di interventi economici sui prestiti bancari fino al termine del conflitto, prorogando le garanzie sui nuovi prestiti e le moratorie sui mutui e i finanziamenti già erogati in passato, almeno fino al termine del conflitto tra Mosca e Kiev» .Secondo Osvaldo Napoli (Azione) «siamo di fronte a un problema e a un dramma. Il problema è delle banche, costrette a incrementare il fondo di ammortamento, con ciò togliendo ossigeno al credito al consumo, per mantenere inalterati i parametri contabili nel rispetto delle norme europee. Il dramma sociale riguarda le famiglie, per molte delle quali lo spettro dell'insolvenza è dietro l'angolo. E' ipotizzabile un intervento di sostegno mirato a quelle famiglie che rischiano di perdere la casa o di precipitare nella povertà cronica? Nel prossimo decreto energetico - conclude Napoli - sarà opportuno prevedere un intervento circoscritto al tema del credito al consumo e dei mutui, e ipotizzare una equa distribuzione delle risorse anche su questo versante».
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