Le Firme

Dalla maggioranza arriva un’ondata di solidarietà dopo la sentenza bavaglio
Matteo Salvini e Galeazzo Bignami (Ansa)
Centrodestra indignato per la decisione del Tribunale di Milano. Salvini: «Faremo tutto il possibile per aiutare “Panorama”». Bignami: «Una condanna incredibile».

L’incredibile decisione del Tribunale di Milano, che ha condannato il nostro direttore Maurizio Belpietro e Panorama a versare 80.000 euro come risarcimento a una serie di Ong per una semplice copertina del settimanale con il titolo «I nuovi pirati», fa insorgere la politica e in particolare il centrodestra. Moltissimi protagonisti politici e istituzionali si sono schierati dalla parte di Panorama e Belpietro, ma soprattutto della libertà di stampa, che ha ricevuto un colpo micidiale da questa paradossale vicenda.

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I discorsi choc dei bellicisti: «La pace ormai è finita, adesso soldi oppure sangue»
Donald Tusk (Getty Images)
Dall’ultimatum sciagurato di Tusk alle tirate di Ursula, Kallas, e Rutte: Ue e Nato gonfiano i muscoli per mostrare di avere una leva. E occultare le debolezze di fondo.

È stata una giornata tutt’altro che facile a Bruxelles. Da una parte gli agricoltori scaricavano letame davanti al Parlamento europeo dopo aver già usato patate, barbabietole e altri prodotti della natura e dopo aver dato alle fiamme vario genere di cose per protestare contro il Mercosur, cioè l’intesa tra Ue e America Latina (intesa che non piace né al governo italiano né a quello francese). Dall’altra, al Consiglio europeo si ingaggiava lo scontro con il Cremlino sull’utilizzo degli asset finanziari russi depositati in Europa, soprattutto in Belgio. E per far vedere che le intenzioni sono serie è stato tutto uno scoppiettio di dichiarazioni che presagiscono più venti di guerra che di pace. E allora uno si domanda: ma in Europa vogliono la tregua oppure si stanno preparando a scenari pesanti?

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Lo dicono proprio loro: «Non ubbidiamo alle leggi italiane»
Carola Rackete (Getty Images)
Gli stessi attivisti rivendicano di non seguire norme che giudicano sbagliate, appellandosi al «diritto marittimo» e all’«umanità».

La legge non è uguale per tutti, stando alle dichiarazioni delle stesse Ong. «Appena posso lo rifaccio. Costi quel che costi [...] Al vostro ordine continuerò a disobbedire perché obbedisco ad altro, di fronte al quale le vostre leggi ingiuste e criminali, ciniche e orribili, non possono niente».

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A generali e politici prudono le mani alla  faccia di popolo e Costituzione
Fabien Mandon (Getty Images)
Dal francese Mandon a Cavo Dragone fino all’Inghilterra: i generaloni vogliono il conflitto armato. E ci dicono di prepararci «a perdere i nostri figli». Gli interventisti però fanno i conti senza la Costituzione e gli italiani.
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Oggi al Consiglio europeo l’assalto al nostro portafogli per finanziare l’Ucraina
Bart De Wever, Ursula von der Leyen e Kaja Kallas (Ansa)
Il piano è prendere gli asset di Mosca, con gli Stati a fare da garanti dei soldi che vanno da Euroclear alla Commissione. Pressing sulla Meloni perché faccia la «scelta giusta».

L’unica cosa certa del Consiglio europeo di oggi è che comincerà intorno alle 10. Tutto il resto è da vedere e, soprattutto, da scrivere.

Almeno a giudicare dalle diverse ipotesi che si susseguono in queste ore per riuscire a trovare la quadra per garantire all’Ucraina un prestito entro i primi mesi del 2026. Le differenze partono già dalla finalità di quella somma (210 miliardi, distribuiti fino al 2030, di cui 90 entro il prossimo primo semestre). Comprare armi e quindi continuare la guerra fino all’ultimo giovane ucraino, oppure dedicarli alla ricostruzione? Coinvolgendo quali aziende? La Germania ha già fatto sapere che una quota di lavori per le proprie aziende è una condizione essenziale per il prestito.

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