Chiesa e fede

Il Papa parla di pace, i giornali lo censurano
Leone XIV (Ansa)
Leone XIV randella i volonterosi senza alcuna volontà, se non quella di portare l’Europa alla guerra. Ma la stampa nostrana racconta solo della sua visita al Senato. Se le stesse cose le avesse dette Francesco avrebbero riempito pagine intere...

La stampa italiana è veramente un po’ particolare. Avanti ieri il Papa ha parlato della guerra. Ha dato ciabattate praticamente a tutti, a partire dall’Europa, ma i giornali si sono occupati solamente di raccontare la sua visita a sorpresa in Senato. Figuratevi voi se ne avesse parlato papa Francesco: avrebbero fatto titoli a piena pagina, qualcuno forse avrebbe fatto anche la sovracopertina. D’altra parte, papa Francesco era sudamericano, era de sinistra, era alla moda perché parlava ar popolo. Questo invece, oltre ad avere la di per sé infamante origine statunitense, è atlantista (grave onta); non s’è capito ancora ma sembra de destra (ha dato la possibilità, ai cattolici che lo vogliono, di dire la messa in latino); ha ricominciato a parlare del Sacro e dei Misteri Cristiani e, quindi, a questa massa di ignorantoni non è che piaccia poi granché, nun se capisce da che parte stà.

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Il Papa randella l’Europa in trincea: «Usa la paura in nome del riarmo»
Reprimenda di Leone XIV: «Siamo oltre la legittima difesa: è destabilizzazione planetaria. Provano persino a rieducare al conflitto tramite media e corsi scolastici. E considerano una colpa non prepararsi alla guerra».

Nel giorno in cui il Consiglio Ue dava il via libera al ReArm, il Papa ha voluto tirare le orecchie degli eurocrati, nascoste sotto gli elmetti. Lo ha fatto con un messaggio datato 8 dicembre, ma dedicato alla Giornata mondiale della pace del primo gennaio 2026. Un testo nel quale Leone XIV non ha nemmeno avuto bisogno di fare nomi. Si capisce benissimo a chi possano essere rivolte parole del genere: «Nel rapporto fra cittadini e governanti si arriva a considerare una colpa il fatto che non ci si prepari abbastanza alla guerra, a reagire agli attacchi, a rispondere alle violenze». Una coincidenza ha voluto che, proprio ieri, contestualmente al discorso di Robert Francis Prevost, uscisse il dissennato ultimatum del premier polacco, Donald Tusk, sulla confisca degli asset russi: «O soldi oggi o sangue domani».

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I vescovi spagnoli mettono all’indice Sánchez
Pedro Sánchez (Ansa)
Scontro totale tra Chiesa e governo, che rimprovera al capo della conferenza episcopale iberica un’intervista in cui ha invocato il ritorno alle urne. La replica di monsignor Luis Argüello: «Se si tratta del rispetto dello Stato di diritto, non possiamo rimanere neutrali».

«Di fronte al rispetto delle norme fondamentali dello Stato di diritto», il presidente della Conferenza episcopale spagnola (Cee) non è «neutrale». Così Luis Argüello, capo dei vescovi e arcivescovo di Valladolid, ha replicato alla protesta formale del ministro della Presidenza e della Giustizia, Félix Bolaños, che in una lettera lo esortava: «Vi chiedo espressamente di astenervi dal violare la vostra neutralità politica e di agire con rispetto per la democrazia e il governo».

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I vescovi hanno dubbi pure sul presepe
Ansa
Il Papa difende la natività: «Un dono di luce per un mondo che ha bisogno di speranza». Invece «Avvenire», quotidiano della Cei, si interroga se essa debba includere migranti e «marginali» . Scordando l’unico elemento essenziale: il Mistero dell’Incarnazione.

Mentre papa Leone XIV ci dice che il presepe è «un dono di luce per il nostro mondo che ha tanto bisogno di poter continuare a sperare», nello stesso giorno il quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, dedica - con richiamo in prima - una pagina intera intitolata «Presepe, attualità o tradizione?», dove ci si interroga se quella ricostruzione ideata nel 1223 a Greccio da San Francesco sia ancora valida per il nostro tempo. E poi si chiedono, sempre i medesimi vescovi, dai più ai meno importanti, perché si svuotano le chiese e i fedeli appaiono disorientati... Mettiamo il caso di un fedele che sia abbonato ad Avvenire e anche a Vatican News che lo aggiorna sui pronunciamenti del Papa e, lo stesso giorno, legga ambedue. Capirete bene che o gli prende lo sconforto, o non ci capisce più nulla o ancora, consapevole che la Chiesa cattolica è gerarchica, dà ragione al Papa e se ne frega del dibattito di Avvenire. Soluzione, questa, più sana e più giusta.

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Il Papa battezza l’unica vera Europa: quella delle radici giudaico-cristiane
Leone XIV (Ansa)
Appello di Leone agli eurodeputati conservatori: «Si promuova la nostra identità riferendosi alla religione, che ha generato tesori culturali e principi etici essenziali per tutelare la vita dal concepimento alla morte».
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Le Firme

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