L'editoriale

Il muro ora traballa: sempre più toghe vogliono cambiare questa giustizia
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio (Imagoeconomica)
Oltranzisti rumorosi, ma via via più isolati. Alle urne ci sarà l’occasione di porre fine a 30 anni di ingerenze politiche.

Credo che la maggioranza dei magistrati non sia pregiudizialmente contraria alla separazione delle carriere e che anzi veda persino di buon occhio il sorteggio per l’elezione dei consiglieri del Csm. Parlando con alcuni di loro mi sono convinto che molti non siano pronti alla guerra con il governo, come invece lasciano credere i vertici dell’Anm. Solo che per il timore di essere esposta alla rappresaglia delle toghe più politicizzate, questa maggioranza preferisce restare silenziosa, evitando di schierarsi e, soprattutto, di pronunciarsi.

Mattarella smentisce, lo scontro c’è tutto...
Sergio Mattarella (Ansa)
L’ufficio stampa del presidente definisce «priva di fondamento» l’indiscrezione sulla contrarietà del capo dello Stato a una nuova legge elettorale sotto elezioni. Intanto i giochi di palazzo per battere la Meloni con un «pareggio» e un governo tecnico continuano.

Mattarella smentisce. Con una nota dell’ufficio stampa, il Quirinale ha negato che il capo dello Stato sia intenzionato a «non permettere che si faccia una nuova legge elettorale a ridosso del voto». Gianfranco Rotondi, ex ministro per l’Attuazione del programma e oggi parlamentare di Fratelli d’Italia, aveva dato per certa l’opposizione del presidente della Repubblica, il quale si sarebbe espresso in tal senso durante un incontro con l’associazione degli ex onorevoli. La frase attribuita a Mattarella, ha precisato l’ufficio stampa del Colle con una nota inviata al Giornale, che per primo ne aveva parlato, è «totalmente priva di fondamento». Bene. Significa che una nuova legge elettorale, anche se si avvicinano le elezioni, si può fare.

Il Quirinale prepara un altro sgambetto
Sergio Mattarella (Getty Images)
Rotondi: «Il presidente ha detto che non permetterà di cambiare le regole a ridosso del voto». Ma nel 2017 fu proprio Re Sergio a firmare il Rosatellum a 4 mesi dalle urne. Ora si rischia un Parlamento bloccato per impedire di eleggere un successore di destra.
Augusto Minzolini riferisce una voce raccolta da Gianfranco Rotondi. Durante un incontro tenuto con l’associazione che raggruppa gli ex parlamentari, Sergio Mattarella si sarebbe lasciato andare a un giudizio tranchant: «Non permetterò che si faccia una legge elettorale a ridosso del voto. Abbiamo avuto l’esperienza del Mattarellum, che fu approvato poco prima delle elezioni, e diversi partiti arrivarono alle urne impreparati. Bisogna dare il tempo alle forze politiche di organizzarsi e prepararsi alle nuove elezioni». Lasciamo perdere il tono usato dal capo dello Stato («non permetterò…» sembra una frase più adatta a un monarca che al presidente di una Repubblica parlamentare, ma forse l’inquilino del Quirinale si sente proprio un sovrano) e andiamo al sodo.
Denatalità, la ricetta di Re Sergio: «Migranti, migranti, migranti»
Sergio Mattarella (Ansa)

Gli extracomunitari primeggiano nei reati, però Mattarella a un evento sulle nascite chiede che si parli dell’apporto «prezioso degli immigrati, che col loro lavoro contribuiscono al benessere della società».

Sergio Mattarella ha scoperto che gli italiani sono a rischio estinzione. «I giovani sono pochi come mai prima», ha detto intervenendo agli Stati generali della natalità. Vero, tant’è che il governo ha varato un bonus da 1.000 euro per ogni bebè messo al mondo: peccato che i neonati abbiano questo vizio di vedere la luce solo dopo nove mesi e per metterli in cantiere a volte ne servano anche di più. Ma il tema dei figli non si esaurisce soltanto con l’una tantum. Serve un lavoro, occorre una casa a prezzi popolari, sono necessari i servizi, cioè asili nido, scuole materne, pediatri, eccetera.

Ma quale vittoria: Schlein rischia il campo minato
Elly Schlein, Roberto Fico e Giuseppe Conte (Ansa)
Nonostante quel che si dice e si scrive, le elezioni regionali non hanno spostato di una virgola gli equilibri politici nazionali. Per lo meno a destra, mentre nel centrosinistra forse qualche cambiamento c’è stato. Alessandra Ghisleri, che fra i sondaggisti è quella che più ci prende, alla domanda se a questo turno Schlein e compagni siano riusciti a rubare voti alla maggioranza di Meloni, Salvini e Tajani, ha risposto con una fragorosa risata. In Campania, che è portata a esempio di successo del campo largo, Ghisleri sostiene che Pd, 5 stelle e alleati vari abbiano perso, rispetto alle precedenti elezioni, 400.000 voti, mentre il centrodestra ne abbia guadagnati 250.000.
Le Firme

Scopri La Verità

Registrati per leggere gratuitamente per 30 minuti i nostri contenuti.
Leggi gratis per 30 minuti
Nuove storie
Preferenze Privacy