L'editoriale

Cercano la talpa, fischiettano sulla notizia
Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)
Anziché sugli evidenti risvolti politici, il dibattito sul Quirinale gate si sta concentrando sui dettagli di colore: chi ha parlato? Non manca chi avvalora piste internazionali. Nessuno, tuttavia, sembra chiedersi se quelle dichiarazioni fossero opportune.

Gran parte della stampa non risponde alle logiche dell’informazione ma a quelle del potere. Prendete ad esempio il cosiddetto Garofani-gate. Invece di domandarsi se sia opportuno che una persona chiaramente schierata da una parte continui a ricoprire un ruolo super partes come quello di segretario del Consiglio supremo di Difesa, i giornali si sono scatenati alla ricerca della talpa che ha passato l’informazione.

Il caso Garofani non si sgonfia, anzi esplode. Belpietro ricostruisce come la notizia sia stata verificata e confermata dallo stesso consigliere del Quirinale, mentre parte della stampa tenta di minimizzare e attaccare chi l’ha pubblicata. Padellaro, da sinistra, lo riconosce: è una notizia vera e grave. E allora la domanda resta una: com’è possibile che un uomo così vicino al Colle parli apertamente di scossoni politici e listoni anti-Meloni?

Provano a occultare le trame del Colle
Sergio Mattarella e Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)

Garofani, consigliere di Mattarella, davanti a politici, funzionari e sportivi ha parlato della necessità di dare «provvidenziali scossoni» per evitare la vittoria del centrodestra. Bignami gliene ha chiesto conto ma invece della giustificazione dell’ex pd è arrivato un comunicato del Quirinale che vaneggia: «Attacco ridicolo». Ma qui di ridicolo c’è solo il tentativo di mettere il bavaglio al nostro giornale.


C’è un tentativo di mettere a tacere le manovre che lassù sul Colle qualcuno ordisce per impedire che non solo Giorgia Meloni concluda la legislatura, ma si candidi al bis. Come è noto, a sinistra sono molto preoccupati perché, dopo 14 anni, nel 2029 scadrà il mandato di Sergio Mattarella. E se la maggioranza del Parlamento sarà ancora quella attuale, a decidere il nuovo capo dello Stato non saranno Renzi, Schlein, Franceschini, Gentiloni e compagni, come in passato. Dunque, c’è chi al Quirinale non solo auspica la formazione di una grande lista civica da opporre al centrodestra, ma spera in un «provvidenziale scossone» che fermi la corsa di Giorgia Meloni. Non si tratta di un pensiero sussurrato nelle segrete stanze, ma di un piano vero e proprio, che qualcuno neppure nasconde, ma di cui parla in pubblico, senza alcun ritegno.

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Non è possibile smentire le rivelazioni de La Verità: ci sono i testimoni. Le trame per colpire il centrodestra esistono. Bisogna chiedersi: perché al Quirinale ci sono consiglieri di parte?

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