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L’uomo di Mattarella conferma tutto
però non vuole mollare la poltrona
Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)

Il Quirinale aveva definito «ridicola» la rivelazione sul piano anti-Meloni del dirigente. Peccato che egli stesso abbia confessato che era vera, sminuendo: «Solo chiacchiere tra amici...». Lui è libero di tifare chi vuole: non a fianco del presidente della Repubblica.

Qualche scafato cronista, indispettito per aver preso quello che in gergo giornalistico chiamiamo «buco», ieri ha provato a metterci una pezza e a screditare lo scoop della Verità sul consigliere chiacchierone e maneggione di Sergio Mattarella. Purtroppo per lui, dietro le nostre rivelazioni non c’è nessun anonimo: se abbiamo rivelato che Francesco Saverio Garofani vagheggiava un «provvidenziale scossone» per far cadere Giorgia Meloni, e la costituzione di una grande lista civica che la possa battere alle prossime elezioni, è perché delle sue parole abbiamo certezza.

Il libro che finalmente smaschera il business dell’immigrazione in Italia
Immigrati (Ansa). Nel riquadro, la copertina del libro di Fausto Biloslavo
I confini aperti non hanno a che fare solo con gli sbarchi di irregolari nel nostro Paese e con le prediche buoniste della Cei. Dietro a essa si nasconde un sistema in cui tanti si arricchiscono: perfino gli Stati.

Ci hanno sempre fatto osservare il fenomeno con gli occhiali sbagliati. Ci hanno raccontato per anni e anni che l’accoglienza è soltanto una questione umanitaria, una faccenda che riguarda il buon cuore degli italiani e non altro. Ci hanno detto che aprire le frontiere e fare entrare i migranti, non prima di averli recuperati nelle acque del Mediterraneo, è un gesto di solidarietà, di carità cristiana.

Provano a occultare le trame del Colle
Sergio Mattarella e Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)

Garofani, consigliere di Mattarella, davanti a politici, funzionari e sportivi ha parlato della necessità di dare «provvidenziali scossoni» per evitare la vittoria del centrodestra. Bignami gliene ha chiesto conto ma invece della giustificazione dell’ex pd è arrivato un comunicato del Quirinale che vaneggia: «Attacco ridicolo». Ma qui di ridicolo c’è solo il tentativo di mettere il bavaglio al nostro giornale.


C’è un tentativo di mettere a tacere le manovre che lassù sul Colle qualcuno ordisce per impedire che non solo Giorgia Meloni concluda la legislatura, ma si candidi al bis. Come è noto, a sinistra sono molto preoccupati perché, dopo 14 anni, nel 2029 scadrà il mandato di Sergio Mattarella. E se la maggioranza del Parlamento sarà ancora quella attuale, a decidere il nuovo capo dello Stato non saranno Renzi, Schlein, Franceschini, Gentiloni e compagni, come in passato. Dunque, c’è chi al Quirinale non solo auspica la formazione di una grande lista civica da opporre al centrodestra, ma spera in un «provvidenziale scossone» che fermi la corsa di Giorgia Meloni. Non si tratta di un pensiero sussurrato nelle segrete stanze, ma di un piano vero e proprio, che qualcuno neppure nasconde, ma di cui parla in pubblico, senza alcun ritegno.