Inchieste

«Pignatone comprò le case dai boss e fece sovraesporre Falcone e Borsellino»
Giuseppe Pignatone (Ansa)
Il procuratore di Caltanissetta in commissione Antimafia: «Il dossier appalti del Ros concausa delle stragi del 1992».

Ha parlato circa due ore e tre quarti. E ha scritto un pezzo di storia di questo Paese. Il procuratore di Caltanissetta Salvo De Luca, in commissione Antimafia, ha ricostruito l’indagine monstre che sta portando avanti con i suoi pm sulle cause della strage di via D’Amelio del 19 luglio 1992, in cui persero la vita l’allora procuratore aggiunto di Palermo Paolo Borsellino e la sua scorta.

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Milano, i pm contro i giudici: «Nessun alibi, la Scia era illegittima e lo sapevano»

Nel ricorso al riesame la procura contesta la buona fede riconosciuta dal gip: norme e giurisprudenza erano già univoche e il Comune aveva segnalato la “totale inidoneità” dell'intervento. Citato anche il precedente di via Fauchè e le altre operazioni finite sotto inchiesta.

La vicenda del cantiere di viale Papiniano 48 diventa uno dei casi più delicati dell’urbanistica milanese. La Procura ha impugnato la decisione con cui la gip Sonia Mancini aveva disposto il dissequestro dell’area. Secondo il giudice, gli indagati sarebbero stati in buona fede, anche a causa dei comportamenti del Comune. Per i pm, invece, quella buona fede non può essere riconosciuta.

Al centro dell’inchiesta c’è la demolizione di un edificio commerciale e la costruzione di una torre residenziale di otto piani.
La società aveva avviato i lavori con una Scia alternativa al permesso di costruire, qualificando l’intervento come ristrutturazione edilizia. Per la Procura si tratta invece di una nuova costruzione, con dimensioni che superano i limiti nazionali previsti dalla legge urbanistica. Un intervento che richiede un piano attuativo. La Scia, sostiene l’accusa, è “totalmente inidonea” a legittimare i lavori.

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Fallita la società dei Caf di Landini. Per anni non ha pagato i contributi
Un Centro di assistenza fiscale (Ansa)
Buco da oltre 5 milioni di euro per la srl siciliana della Cgil: ha accumulato debiti con Agenzia delle entrate, Inps e privati. Stasera a «Lo Stato delle cose» di Giletti (Rai 3) le incredibili risposte del presidente Giuseppe La Loggia.

Undici creditori (di cui il principale è l’Agenzia delle entrate, che vanta ben otto crediti), un passivo da oltre 5 milioni di euro, una liquidazione giudiziale aperta nel 2023 dal tribunale di Catania «nella contumacia» della società.

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Genova, aperta indagine sugli scontri
Scontri a Genova (Ansa)
Informativa della Digos dopo i disordini davanti la prefettura. Ipotesi danneggiamento e resistenza. I delegati Uilm non hanno sporto querela per l’aggressione targata Fiom.

Gli scontri di giovedì a Genova hanno aperto due fronti: la guerra in strada e quella tra sigle sindacali. E mentre i delegati della Uilm devono ancora decidere se sporgere una querela per le aggressioni che hanno raccontato di aver subito a Cornigliano, la Procura di Genova ha già ricevuto un’informativa di reato dalla Digos per i tafferugli davanti la prefettura. Le ipotesi di reato segnalate: resistenza, minaccia e danneggiamento. È stata la seconda puntata di una settimana rovente per la vertenza dell’ex Ilva. I manifestanti non sono stati ancora identificati, ma gli impianti di videosorveglianza e i filmati raccolti sono in fase di analisi. L’immagine simbolo della manifestazione di giovedì è già diventata virale: i caschi gialli sbattuti con rabbia contro le grate metalliche usate per proteggere la Prefettura. Per abbattere la barriera è stato agganciato un cavo d’acciaio collegato a un muletto. Quel cavo, ritenuto un corpo del reato, è stato sequestrato.

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L’attacco agli operai di giovedì racconta la tensione della sigla per il crollo di rappresentanza nelle fabbriche. Dall’Ilva a Stellantis, da Iveco a Cnh fino alle roccaforti rosse nel Bolognese, il peso di Maurizio Landini sta precipitando.

Calci, pugni e sciopero ma non solo. La brutta storia che venerdì ha visto come epicentro Genova e i sindacati, con una ventina di persone riconducibili alla Fiom che hanno inseguito e picchiato 5 colleghi della Uilm colpevoli di non aver partecipato alla serrata per l’ex Ilva, racconta anche altro. Racconta di un Maurizio Landini che oltre a non condannare la violenza ha smarrito il controllo dei suoi in un’azienda e un territorio caldissimi. E dice di un segretario della Cgil che sta perdendo la fiducia dei lavoratori soprattutto lì dove le partite dell’occupazione sono complesse. Nelle fabbriche più ostiche, ma non solo.

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