Varsavia: «Da noi già troppi ucraini, frontiere chiuse». I tedeschi per gli hub in Paesi terzi. L’Olanda: «Patto con l’Uganda». Invece è stallo sui rimpatri validi in tutta l’Ue.
Il capo dello Stato ripropone il solito elogio dell’Unione come garante di diritti e libertà. Ma su Gaza l’Europa è stata deleteria. E i negoziati stavano per fallire proprio quando Macron ha preso l’iniziativa per i due Stati.
Pd e Lgbt non hanno capito: ancora in piazza. Cortei e occupazioni annunciati in tutta Italia con toni bellicosi, benché le armi finalmente tacciano. Democratici e Cgil si accodano dove possono, mentre l’Arcigay benedice le manifestazioni, nonostante la violenta omofobia di Hamas e sodali.
Ripresi i respingimenti di massa al confine con la Val di Susa. Quando vuole Emmanuel Macron sa chiudere le porte, peccato che lo faccia soprattutto a nostro discapito.
La Casa Bianca ha chiesto a Bruxelles di rivedere le sue normative ambientali più recenti, minacciando di far saltare il trattato commerciale firmato a luglio. Senza un accordo, il tycoon potrebbe imporre al Vecchio continente dazi del 50%.