La manovra è ancora un cantiere aperto prima del rush finale con l’approvazione nell’Aula del Senato previsto per l’inizio della prossima settimana, con voto di fiducia.
Oltre al sub emendamento della Lega contro la stretta sulle pensioni anticipate e sull’uso del riscatto della laurea breve ai fini previdenziali, ieri un altro pilastro della legge di bilancio è stato smantellato. È stato ritirato, infatti, l’emendamento presentato da Fratelli d’Italia che prevedeva il pagamento di una imposta da 500 euro per i pagamenti in contante superiori ai 5.000 euro e fino a 10.000 euro. La norma puntava rivedere il limite sull’utilizzo del cash oggi fissato a 5.000 euro, oltre il quale si ricorre a pagamenti tracciabili.
Novità anche per l’attività delle forze dell’ordine. Un emendamento riformulato dal governo prevede che anche gli interventi di soccorso promossi da polizia e carabinieri, a partire dal prossimo anno, andranno «rimborsati» se risulteranno non «giustificati», ovvero se dietro sarà rinvenuta l’ombra del dolo o della colpa grave di chi è stato soccorso. La stretta era stata già prevista nel testo uscito dal Consiglio dei ministri il 17 ottobre ma era limitata a uomini e mezzi della Guardia di finanza, ora con questa proposta di modifica viene estesa agli interventi effettuati dagli altri due corpi. Dal 2026 la richiesta di aiuto che verrà rivolta a polizia di Stato e Arma dei carabinieri, impegnati nel soccorso alpino e in quello in mare, andrà giustificata e motivata. E se non ci sarà una motivazione adeguata e reale la ricerca, il soccorso e il salvataggio in montagna o in mare diventeranno tutte operazioni a pagamento. Non solo. Il contributo sarà dovuto anche da chi procura, per dolo o colpa grave, un incidente o un evento che richiede l’impiego di uomini e mezzi appartenenti alla polizia di Stato e all’Arma. L’importo sarà stabilito con decreti dal ministro dell’Interno e da quello della Difesa, di concerto con l’Economia. L’emendamento precisa, infine, che «il corrispettivo è dovuto qualora l’evento per il quale è stato effettuato l’intervento sia imputabile a dolo o colpa grave dell’agente».
Nessuna novità, invece, per maggiori fondi, che restano rinviati a quando il Paese uscirà dalla procedura d’infrazione. I sindacati di polizia continuano a martellare l’esecutivo dicendo che «per il governo la sicurezza è uno slogan adatto ai discorsi pubblici ma non è una priorità quando si tratta di mettere in campo risorse concrete». In una lettera inviata da Sap, Coisp-Mosap, Fsp Polizia, Silp-Cgil al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si attacca «l’ipotesi di un innalzamento dell’età pensionabile, inaccettabile per chi ha trascorso una vita professionale tra rischi e responsabilità enormi e si pretende di allungare ulteriormente la carriera dei poliziotti senza alcun confronto con i sindacati». Per i sindacati è anche «grave, lo stanziamento simbolico di appena 20 milioni di euro per la previdenza dedicata. Una cifra che condanna molti a pensioni indegne dopo una vita spesa al servizio dello Stato».
Intanto hanno avuto il via libera in commissione Bilancio una serie di modifiche alla manovra sui temi di interesse comune alla maggioranza e all’opposizione in materia di enti locali e calamità naturali. In totale sono 64 gli emendamenti. Tra questi, la possibilità di assumere a tempo indeterminato il personale in servizio presso gli Uffici speciali per la ricostruzione e che abbia maturato almeno tre anni di servizio. Arriva anche un contributo di 2,5 milioni per il 2026 per il disagio abitativo finalizzato alla ricostruzione per i territori colpiti dai terremoti in Marche e Umbria.
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha sottolineato i maggiori fondi per la sanità. «Sul fronte del personale», ha detto, ci sono degli aumenti importanti e delle assunzioni aggiuntive. Le Regioni possono assumere con il Fondo sanitario nazionale che viene ripartito tra di loro».
Soddisfatto il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani. La manovra, infatti, contiene +7,4 miliardi per il Fondo sanitario nazionale e un ulteriore +0,1% che consente di far scendere il payback a carico delle aziende farmaceutiche. «Il segnale è ampiamente positivo», ha commentato Cattani.
Intanto ieri alla Camera, nel dibattito sulle comunicazioni alla vigilia del Consiglio europeo, c’è stato un botta e risposta tra la segretaria del Pd, Elly Schlein, e Meloni. Tema: le tasse e la manovra. «La pressione fiscale sale perché sale il gettito fiscale certo anche grazie al fatto che oggi lavora un milione di persone in più che pagano le tasse», ha detto il premier. E a fronte del rumoreggiamento dell’Aula, ha incalzato: «Se volete facciamo un simposio ma siccome siamo in Parlamento le cose o si dicono come stanno o si studia».
Ma per Schlein «le tasse aumentano per il drenaggio fiscale». Il premier ha, poi, ribadito che la manovra «è seria» e che «l’Italia ha ampiamente pagato in termini reputazionali, e non solo, le allegre politiche degli anni passati».
Cambiano i requisiti per le pensioni anticipate e le norme per l’uso ai fini previdenziali del riscatto della laurea breve. Novità anche per la previdenza complementare, l’iperammortamento triennale, la spesa farmaceutica e il Ponte sullo Stretto. Sono alcune delle misure contenute nel pacchetto di emendamenti da 3,5 miliardi presentato dal governo in commissione Bilancio del Senato. La legge di bilancio è entrata nella fase decisiva. L’esame in aula a Palazzo Madama comincerà lunedì prossimo e andrà avanti il giorno dopo per l’approvazione con il voto di fiducia, come spiegato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.
Veniamo alle novità. Le più rilevanti riguardano le pensioni di anzianità, che oggi maturano con 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne). Per chi ha tali requisiti entro il 31 dicembre 2031, è previsto il posticipo dell’uscita di 3 mesi. Quindi ci si potrà ritirare con 43 anni e 1 mese. La decorrenza aumenta progressivamente: a 4 mesi per chi matura i requisiti nel 2032 e 2033, a 5 mesi per chi li raggiunge nel 2034 e a 6 nel 2035. Si aggiunge l’aumento dei requisiti legati all’aspettativa di vita, per cui va considerato un mese in più nel 2027 e altri due mesi nel 2028. Altra novità riguarda il riscatto della laurea breve. Dal 2031 peserà meno ai fini del pensionamento di anzianità. Sono interessati coloro che maturano i requisiti per l’uscita anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi) dal 1° gennaio 2031: non concorrono, al conseguimento dei suddetti requisiti, sei mesi – tra quelli di anzianità contributiva – riscattati dalla laurea breve. Il valore del riscatto diminuisce di anno in anno: per chi matura i requisiti nel 2032 non concorrono 12 mesi tra quelli di anzianità contributiva riscattati, per chi li raggiunge nel 2033 i mesi diventano 18, poi 24 per chi matura i requisiti nel 2034 e infine 30 mesi, cioè 2 anni e mezzo, per chi li raggiunge nel 2035.
Cambiano alcune regole per la previdenza complementare. Si allarga platea delle aziende che versano il Tfr. Vengono inclusi, tra i soggetti che devono versare i contributi previdenziali al Fondo per l’erogazione del Tfr istituito presso l’Inps, anche i datori di lavoro (attualmente esclusi dell’obbligo) con almeno 50 dipendenti negli anni successivi a quello di avvio dell’attività. Sono interessati 2,5 milioni di dipendenti. Dal 1° luglio 2026 inoltre viene introdotto un meccanismo di adesione automatica alla previdenza complementare, con facoltà di rinuncia entro 60 giorni per i neoassunti del settore privato.
Sale il tetto della spesa farmaceutica dal 2026 di un ulteriore 0,1% annuo. Alla copertura dei maggiori oneri (140 milioni di euro annui) si provvede con la riduzione del Fondo per i farmaci innovativi che dal 2026 passa da 1,3 miliardi di euro annui a 1,16 miliardi. L’Inps può usare medici specializzandi per le visite fiscali finalizzate all’accertamento delle assenze per malattia.
Il maxi emendamento contiene poi misure per le imprese. L’iperammortamento diventa triennale (agevolazioni prorogate al 30 settembre 2028) per le aziende che investono in beni strumentali, nuovi materiali funzionali alla trasformazione tecnologica o digitale in chiave Transizione 4.0 o 5.0. L’emendamento elimina inoltre la maggiorazione prevista per gli investimenti green. L’accesso ai benefici è a condizione che i beni acquistati siano Made in Ue. È istituito un fondo da 1,3 miliardi di euro per il 2026 per incrementare le dotazioni di misure a favore delle imprese. Le risorse, specifica la relazione tecnica, «possono essere assegnate limitatamente agli investimenti effettuati prima del 31 dicembre 2025, all’incremento dei limiti di spesa per il credito di imposta» previsto per Transizione 4.0. Arriverà nel 2029 una ritenuta d’acconto dell’1% al netto dell’Iva all’atto del pagamento di fatture tra imprese. È una misura di contrasto alle omesse dichiarazioni e a quelle di insufficiente versamento delle imposte. Sono escluse dall’addizionale le imprese già soggette ad acconto. Il gettito atteso è di circa 1,47 miliardi dal 2029. Sul fronte delle grandi opere, sono stati spostati al 2033 i 780 milioni iscritti a bilancio quest’anno per l’avvio dei lavori del Ponte sullo Stretto, sulla scia dello stop della Corte dei Conti. Una scelta che non ridimensiona il progetto e lascia inalterato il valore complessivo delle somme autorizzate.
Il pacchetto governativo prevede un contributo da 1,3 miliardi a carico delle assicurazioni con un meccanismo di versamento anticipato pari all’85% del contributo dovuto sui premi delle assicurazioni di veicoli e natanti relativi all’anno precedente. Dal 2027 il sistema dovrebbe andare a regime, senza generare maggior gettito aggiuntivo. Spuntano nuove risorse per il Piano Casa per un totale di 300 milioni per il biennio 2026-2027. Previsti anche 1,2 miliardi per il Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche: 800 milioni per il 2026 e 400 milioni nel 2027. È rifinanziato con 3 milioni il fondo per l’Erasmus italiano, che permette agli universitari italiani di svolgere parte del percorso di studi in altri istituti del Paese.
La Bce torna a gamba tesa contro la legge di bilancio. Dopo il contenzioso con il governo sul tema delle riserve auree della Banca d’Italia, risolto con la riformulazione dell’emendamento di Fratelli d’Italia, ora nel mirino c’è il prelievo sulle banche.
La Banca centrale europea, nel suo parere «relativo alla tassazione delle istituzioni finanziarie», sottolinea che le misure a carico degli istituti potrebbero avere una serie di effetti negativi in termini, fra gli altri, di erogazione del credito, utili, patrimonio e liquidità. «Sebbene gli enti creditizi presentino ancora una buona solidità finanziaria e una prima valutazione dell’impatto del disegno di legge suggerisca che la situazione non cambierebbe dopo la sua adozione», si legge nel documento, «il previsto aumento della pressione fiscale potrebbe pregiudicare l’erogazione del credito all’economia».
Per la questione delle riserve auree, nel testo riformulato si fa riferimento al Trattato Ue e si precisa che «le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia, come iscritte nel proprio bilancio, appartengono al popolo italiano».
La manovra è entrata nella fase decisiva. Ieri è stato presentato un nuovo pacchetto del governo da 3,5 miliardi a favore delle imprese, che riguarda i temi delle Zes (le Zone economiche speciali), l’iperammortamento sugli investimenti delle imprese (passerà da uno a tre anni), industria 5.0, caro materiali e la riprogrammazione dei fondi destinati al Ponte sullo Stretto, dal 2025 al 2026.
Le coperture previste sono sulla previdenza complementare (obbligatorietà del silenzio assenso sull’adesione alla pensione integrativa) e le assicurazioni. Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha precisato che «i fondi sono stati ricollocati perché i cantieri saranno aperti nei prossimi mesi anziché entro fine anno come auspicato». Il quadro della manovra è stato delineato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel corso di una riunione dell’ufficio di presidenza della commissione Bilancio a Palazzo Madama.
L’opposizione ha alzato le barricate accusando il governo di voler «riscrivere la manovra». «Tre miliardi a favore delle imprese sono briciole», ha commentato il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, mentre il M5s parla di «legge di bilancio da buttare».
Un emendamento, riformulato dal governo, interviene sui liberi professionisti (notai, avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti) che lavorano per la pubblica amministrazione o devono ricevere compensi comunque finanziati con soldi pubblici, stabilendo che il pagamento delle parcelle venga bloccato se il professionista non è in regola col fisco o con il pagamento dei contributi.
La norma ha scatenato le proteste delle associazioni di settore, ma anche nella maggioranza si sono alzate voci di protesta. Fratelli d’Italia ha chiesto di attenuare la norma mentre la Lega ha presentato in commissione Bilancio del Senato un emendamento soppressivo del «filtro fiscale», sostenendo che la misura rischia di bloccare collaborazioni essenziali. Il governo sta valutando una correzione.
Rimane la tassa di 2 euro sui pacchi fino a 150 euro di valore spediti dai Paesi extra-Ue nonostante il Consiglio europeo abbia deciso, qualche giorno fa, di mettere, dal prossimo luglio, un dazio di 3 euro. Il settore della logistica e le associazioni dei consumatori hanno però sollevato forti critiche perché se entrambe le misure dovessero entrare in vigore senza coordinamento, su una singola spedizione potrebbero gravare due imposte distinte, con effetti sui prezzi finali.
Sarebbero saltati, per mancanza di coperture, la proroga di Opzione donna e un nuovo semestre di silenzio-assenso per dirottare il Tfr verso i fondi pensione. Roma capitale, invece, potrà contare su fondi certi perché un emendamento del governo la esclude dal meccanismo del fondo perequativo. Più soldi in arrivo anche per le Regioni a Statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano: 200 milioni nel biennio 2026-2027 e 50 milioni nel 2028.
Il pacchetto presentato dal governo contiene anche misure che spaziano dalla giustizia tributaria all’introduzione di un nuovo gioco denominato «Win for Italia Team», dalle misure per le Forze di polizia per Milano-Cortina agli interventi nella città di Matera. Un sub-emendamento di Fratelli d’Italia contiene la proroga per il 2026 del credito d’imposta per design e ideazione estetica, innalzato dal 5 al 10%. Tra gli emendamenti ancora attesi ci sono quelli sugli enti locali e alcune norme sulla sicurezza sul lavoro.
C’è poi un ripensamento sui tagli al settore dell’informazione. Fratelli d’Italia ha chiesto di modificare la proposta del governo che, nella versione attuale della manovra, prevede una riduzione di 10 milioni di euro l’anno al finanziamento della Rai nel triennio 2026-2028. La stessa richiesta riguarda il comma che taglia di 20 milioni di euro annui i contributi a tv e radio locali, una misura che ha incontrato forti resistenze nella maggioranza.
Ora la manovra entra nell’iter dell’esame ad oltranza nella commissione Bilancio. Il calendario stabilito prevede convocazioni anche in seduta notturna fino a sabato 20 dicembre alle 9. Poi il testo dovrà essere approvato nell’aula di palazzo Madama e quindi passare all’esame della Camera che, tra Natale e San Silvestro, dovrà approvarlo senza modifiche, in modo da rispettare il termine del 31 dicembre.
È scontato che il governo farà ricorso al voto di fiducia per tagliare i tempi della discussione.





