La vicenda dei bambini che vivevano con i genitori nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, ha colpito molti. Tanto da attirare anche l’attenzione del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il premier valuta di incontrare il padre per approfondire il caso. Inoltre, d’accordo con il guardasigilli Carlo Nordio e dopo le opportune verifiche, potrebbe inviare gli ispettori del ministero della Giustizia per fare luce sul caso. Una vicenda che aveva sollevato anche l’attenzione del vicepremier Matteo Salvini: «Da genitore mi vergogno per come si sta comportando lo Stato italiano», ha dichiarato. Si tratta di una «madre australiana che ha fatto l’insegnante e di un padre che ha fatto lo chef con tre bambini, che hanno fatto una scelta di vita diversa, non di vivere in centro tra fretta e ansia ma a contatto con la natura, con un’insegnante privata per i figli».
Certo che poi c’è la malasanità o che i migliori laureati se ne vanno: se l’anticamera è questa roba che si è vista nei test d’ingresso a medicina, il minimo è mettersi le mani nei capelli. La cosa paradossale è stata che gli esaminatori avevano invitato gli studenti ad andare in bagno prima dell’inizio delle prove, «sempre sotto la supervisione di un docente», ci raccontano «poiché durante le pause di 15 minuti tra una prova e l’altra sarebbe stato concesso solo in casi di estrema urgenza».
Proteste, manifestazioni, occupazioni di fabbriche, blocchi stradali, annunci di scioperi. La questione ex Ilva surriscalda il primo freddo invernale. Da Genova a Taranto i sindacati dei metalmeccanici hanno organizzato sit-in per chiedere che il governo faccia qualcosa per evitare la chiusura della società. E il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al nuovo decreto sull’acciaieria più martoriata d’Italia, che autorizza l’utilizzo dei 108 milioni di euro residui dall’ultimo prestito ponte e stanzia 20 milioni per il 2025 e il 2026.
Un vertice di maggioranza di due ore con un braccio di ferro tra i partiti ognuno impegnato a difendere le sue «bandierine» issate sulla legge di Bilancio. Il consueto assalto alla diligenza con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel difficile ruolo di «avvocato d’ufficio» di una manovra che non può sforare i saldi fissati all’inizio e deve avere le coperture per ogni emendamento. Al termine del vertice poche dichiarazioni. Alcuni temi, i più controversi come il condono edilizio e il canone Rai sui quali la Lega si è particolarmente spesa, sono rimasti in sospeso. «Non ne abbiamo parlato» ha affermato laconico il capogruppo di Fdi in Senato, Lucio Malan. «Non c’è nulla di definitivo, ci rivedremo tra qualche giorno sulla base dell’istruttoria che verrà fatta». Il problema è sempre quello delle coperture e Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Fi, lo dice apertamente. «Si è fatto il punto sugli affitti brevi, sulla tassazione dei dividendi. Ci siamo presi tempo, ora c’è la campagna elettorale e poi ci rivediamo».







