Geopolitica

E adesso il falco tedesco della Bce minaccia pure di rialzare i tassi
Isabel Schnabel (Ansa)
Nonostante la crescita asfittica e a dispetto di quanto fanno le altre banche centrali, Isabel Schnabel annuncia un probabile aumento del costo del denaro. E si candida a fare le scarpe alla Lagarde: «Io sono pronta...».

Da Madame Chanel a Frau Blucher (per le referenze vedere Frankenstein junior) ci aspetta un futuro di rigore e l’avverarsi della profezia di Angela Merkel: ciò che è buono per la Germania è buono per l’Europa perché la Germania è l’Europa. Fin quando almeno Berlino non deciderà – ed è prospettiva tutt’altro che remota – di uscire dall’euro. In Italia sarebbe una mazzata per i vari Romano Prodi, Mario Monti, Mario Draghi, in ultimo Paolo Gentiloni, convinti che l’euro fosse il vincolo esterno che ci aiutava nello sviluppo, ma a conti fatti ce n’è forse abbastanza per dire che il vincolo esterno ha soffocato la crescita.

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Zelensky in tour fa muro sul Donbass. Oggi l’incontro a Roma con Meloni
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Il leader ucraino ieri ha visto Starmer, Merz e Macron a Londra, poi Costa e Von der Leyen a Bruxelles. Ribadita la volontà di non cedere il territorio occupato. Donald: «Un po’ deluso, non ha letto il piano di pace».

Dopo che la maratona dei colloqui tra la delegazione ucraina e quella statunitense non ha segnato una svolta decisiva, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sempre più alle strette, ha iniziato il tour europeo tra Londra, Bruxelles e Roma alla ricerca di una «visione comune» sul piano di pace in Ucraina. Che la tensione tra la Casa Bianca e Kiev sia palpabile è evidente dalle dichiarazioni del presidente americano, Donald Trump. Il tycoon si è detto infatti «deluso» dal fatto che Zelensky «non abbia letto la proposta» americana di pace, dopo i tre giorni di colloqui in Florida tra gli ucraini Rustem Umerov e Andrii Hnatov e gli americani Steve Witkoff e Jared Kushner.

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Thailandia-Cambogia, tregua infranta: riprendono i bombardamenti lungo il confine
Soldati di guardia vicino al confine tra Thailandia e Cambogia (Getty Images)

L’aviazione thailandese torna a colpire la Cambogia, rompendo l’accordo di cessate il fuoco firmato a ottobre con la mediazione Usa. Accuse incrociate, vittime civili, evacuazioni di massa e nuove tensioni su confini e templi contesi.

L’aviazione thailandese è tornata a bombardare pesantemente la provincia di Ubon Ratchathani al di là del confine con la Cambogia, rompendo l’accordo di pace firmato a ottobre sotto l’egida di Donald Trump. Bangkok accusa il governo cambogiano di aver rotto per primo la tregua, uccidendo un soldato dell’esercito nazionale e ferendone altri quattro, in un attacco a una piazzaforte thailandese. Gli F16A Fighters Falcons della Royal Thai Air Force hanno colpito una vasta area lungo la linea di demarcazione, provocando almeno cinque morti fra i civili. La Cambogia non ha aviazione e nemmeno una contraerea in grado di bloccare gli attacchi thailandesi, ma Phnom Penh ha inviato rinforzi terrestri, minando tutto il confine con il Paese vicino.

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La tensione tra Israele e Siria preoccupa Washington
IL presidente siriano Ahmed Al-Sharaa partecipa alla parata militare dell'esercito siriano in Piazza Omayyade, nel centro di Damasco, per celebrare il primo anniversario della caduta del regime di Assad (Getty Images)

Torna a crescere la tensione tra Damasco e Gerusalemme. Parlando sabato dal palco del Doha Forum, il presidente siriano, Ahmed al-Sharaa, ha avuto parole particolarmente critiche nei confronti dello Stato ebraico.

«Israele cerca di sfuggire agli orribili massacri commessi a Gaza, e lo fa tentando di esportare le crisi», ha dichiarato. «Israele è diventato un Paese che lotta contro i fantasmi», ha proseguito, per poi aggiungere: «Da quando siamo arrivati a Damasco, abbiamo inviato messaggi positivi riguardo la pace e la stabilità regionale. E che non siamo interessati a essere un Paese che esporta conflitti, nemmeno in Israele».

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Accordi bilaterali e non asimmetrici. Così l’Italia può correre verso Est
Giorgia Meloni (Imagoeconomica)
La «dottrina Trump» non ci ostacola: priorità all’Africa ma pure a Giappone e India.

Strategia di geopolitica economica dal punto di vista dell’interesse nazionale italiano. Non si tratta di sovranismo chiuso, ma di tutela realistica della ricchezza nazionale corrente e prospettica che è dovere di un governo democratico con modello liberale mantenerla. L’impoverimento, infatti, è un precursore di domanda popolare di regimi autoritari o peronisti o socialisti oppure dissipativi. Per evitare l’impoverimento stesso, va fatta chiarezza sugli obiettivi esterni ed interni della strategia italiana.

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