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Trump suona la sveglia all’Europa: «Rischia di sparire entro 20 anni»
Donald Trump (Ansa)
Il documento strategico della Casa Bianca bacchetta le élite del Vecchio continente: «I cittadini invocano la pace, loro sovvertono la democrazia». Avvisi a Nato («Basta espansione») e Cina: «Non tocchi Taiwan».

Viva l’Europa, abbasso l’Unione europea. È la sintesi brutale ma efficace della dottrina di Donald Trump, esposta in un documento di una trentina di pagine, datato novembre 2025, che la Casa Bianca ha diffuso ieri. A bistrattare Bruxelles ci hanno già pensato diversi esponenti dell’amministrazione americana: il segretario di Stato, Marco Rubio, ha rifiutato d’incontrare l’omologa, Kaja Kallas, a Washington; il suo vice, Christopher Landau, ha rinfacciato a Federica Mogherini, già Alto rappresentante Ue, ora sotto inchiesta, di essere stata un’estimatrice del regime castrista; JD Vance, dopo il discorso di Monaco di febbraio, durissimo con l’Unione, ha contestato la multa da 120 milioni comminata a X per violazione del Dsa. In realtà, a suo parere, per il rifiuto della piattaforma di «impegnarsi nella censura».

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L’elenco, che ha avuto la prima approvazione in Europa, contraddice i nostri giudici: comprende pure Egitto e Bangladesh. Potrebbero sbloccarsi sia i rimpatri negli Stati di transito, sia i trasferimenti in Albania.

Eppur si muove. L’Europa che, per anni, ha creduto di poter affrontare il problema dell’immigrazione scaricandolo sugli Stati mediterranei, finalmente ha fatto qualche passo avanti. Prima, il via libera al Patto sull’asilo, che entrerà in vigore a giugno 2026. Ieri, il cdm avrebbe dovuto approvare il disegno di legge per attuarlo, però la discussione è slittata. Intanto, la commissione Libertà civili (Libe) del Parlamento Ue ha votato la revisione dell’elenco dei Paesi sicuri. Obiettivo: velocizzare i respingimenti. Se la plenaria di Strasburgo confermerà l’orientamento emerso mercoledì, potranno partire i negoziati con il Consiglio, per rendere operative le nuove norme. Che potrebbero persino anticipare il regolamento sulle migrazioni, riformato nel 2024. È stata l’ennesima scomposizione della maggioranza Ursula, la grande coalizione tra popolari e socialisti che sostiene la Commissione, a permettere la svolta. Per l’intesa, con 40 suffragi a favore e 32 contrari, si sono alleati Ppe e conservatori.

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Meloni blinda il decreto per l'Ucraina: «Si farà»
Giorgia Meloni (Getty Images)
Provvedimento rinviato per gli attriti con la Lega, però il premier conferma la scadenza del 31 dicembre. Tuttavia, preferisce parlare di «aiuti», come i generatori elettrici, anziché di armi. Sul tavolo c’è il «lodo» Romeo: proibire l’invio di missili a lungo raggio.
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