A.A.A. cercasi sinistra disperatamente. Leader, battaglie, idee, qualsiasi cosa andrebbe bene perché oggi sembra quasi tutto sparito dal radar. Uomini di sinistra o idee di sinistra non incidono in alcun modo nell’agenda politica italiana e mondiale. A sancirlo è Youtrend, agenzia di sondaggi che analizza i trend sociali, politici ed elettorali. Per SkyTg24 ha prodotto un sondaggio che mette in luce personaggi e avvenimenti dell’anno in Italia e nel mondo. Per gli italiani il personaggio dell’anno è prevedibilmente Donald Trump che vince raggiungendo il 30%, a seguirlo ci sono papa Leone XIV (17%), e Zohran Mamdani, nuovo sindaco di New York di estrema sinistra, terzo con appena il 10%. Jannik Sinner è il personaggio italiano dell’anno per il 36% degli intervistati. Giorgia Meloni è seconda con il 25% e Sergio Mattarella si piazza terzo con il 12%. Sinistra non pervenuta fino a quando si legge un Conte all’ultimo posto con il 2%. Non è lui però, non è il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte ma Antonio Conte, il celebre allenatore che, alla guida del Napoli, quest’anno ha fatto vincere un nuovo scudetto ai partenopei.
Si rafforza quindi l’idea che a sinistra l’unico personaggio politico riconosciuto come leader resti Mattarella, anche se il capo dello Stato svolge un ruolo super partes. Almeno formalmente. Le esternazioni di uno dei suoi consiglieri, Francesco Garofani, riportate in esclusiva dalla Verità e confermate dall’interessato dalle colonne del Corriere della Sera, hanno fatto crescere dubbi e sospetti legittimi.
Non finisce qui. Una terza classifica stila l’elenco della notizia più importante del 2025. Per il 30% degli italiani sono la morte di papa Francesco e l’elezione di Leone XIV. Seguono la tregua tra Israele e Hamas a Gaza (20%) e l’iniziativa della Flotilla con le manifestazioni collegate (13%). Da questi dati si deducono molte cose. La prima è che al contrario di quanto si pensi all’interno delle opposizioni, la stragrande maggioranza delle persone crede nella tregua di Gaza. In secondo luogo ci sono infatti le vicissitudini della Freedom Flotilla, il che dimostra che l’unico modo che ha trovato la sinistra per trovare attenzione è stato quello di cavalcare una tragedia come quella della guerra a Gaza per prendere un po’ di spazio partecipando a un’iniziativa che non aveva altri scopi se non dimostrativi. Uno scenario desolante per Partito democratico, Alleanza Verdi Sinistra e Movimento 5 stelle, incapaci di costruire una vera opposizione né una proposta alternativa credibile.
A questi dati se ne associano altri prodotti dalla stessa agenzia di sondaggi Youtrend. Ieri mattina nella trasmissione Omnibus di La7, Lorenzo Pregliasco ha mostrato gli ultimi sondaggi dei partiti, ma essendo fine anno, a differenza di quanto fanno di solito, i dati sono stati paragonati a quelli dell’anno scorso, invece che a quelli del mese precedente. Prendendo in considerazione Fratelli d’Italia, il partito del premier Giorgia Meloni, al suo terzo anno di governo guadagna lo 0,2% rispetto al 16 gennaio del 2025. Dato risibile ma non se si considera quanto sia raro per un partito al governo non perdere consensi dopo tre anni di mandato. Per il resto tutto rimane più o meno stabile. Forza Italia perde lo 0,7%, la Lega lo 0,1%. Il Movimento 5 stelle ruba qualcosa dal Pd guadagnando il punto percentuale che perdono i dem. Insomma a sinistra non fanno altro che fare a gara a chi mette per primo il cappello sul tema del momento, in pochi sembrano avere le idee chiare e i risultati si vedono. Se queste opposizioni ci fossero o meno cambierebbe nulla.
Un cdm tranquillo senza nodi o questioni spinose poste sul tavolo. Oltre agli aiuti, infatti, non si è discusso anche della legge di Bilancio. «Un clima sereno» ha assicurato il ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili Andrea Abodi in conferenza stampa, l’unico a presiederla. È un’altra la questione che sembra essersi posta ieri, silentemente. Dal cdm la decisione più importante è stata presa sul referendum. Le votazioni sulla riforma della Giustizia si svolgeranno in due giornate: domenica e lunedì. Così si legge tra le «disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2026».
È però interessante quello che non si legge in questo caso. Nessuna decisione è stata presa sul quando si andrà al voto e sembra che i giorni verranno stabiliti nel prossimo cdm. Singolare che non si sia fatto ieri vista la convocazione dell’ordine del giorno ed è da escludere che sul tema non ci sia sintonia interno alla maggioranza. L’ipotesi più accreditata è quindi che si vogliano evitare strappi con il Quirinale che preferirebbe si votasse con calma, senza fretta, in accordo con le istanze che arrivano dalla magistratura al capo dello Stato Sergio Mattarella che, urge ricordare, ricopre anche il ruolo di Capo del Csm.
Il governo intende incassare il più velocemente possibile il consenso che si è costruito attorno alla riforma della giustizia, sfruttare la sfiducia nei confronti delle toghe e cavalcare lo sdegno che è montato grazie al caso Garlasco e non solo. Prima si vota e meglio è; donare più tempo alle opposizioni rischierebbe di far perdere l’abbrivio. Più tempo, per altro, darebbe ai comitati del No l’opportunità di portare avanti la campagna elettorale in un momento in cui, è vero che i sondaggi danno avanti il sì, ma è anche vero che il consenso perde forza. L’obiettivo del governo è andare al voto il prima possibile cercando però di trovare la quadra col Quirinale in un momento in cui, evidentemente, si cerca di abbassare la tensione.
Tanti i punti all’ordine del giorno ieri a Palazzo Chigi. Procede la riforma del Fisco messa in campo dal viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo. «Si prosegue a passo spedito verso l’obiettivo della massima semplificazione».
Il cdm inoltre autorizza a Sogin S.p.a. l’operazione di acquisizione della partecipazione totalitaria di Deposito Avogadro S.p.a., che appartiene al gruppo Stellantis e che gestisce un ex reattore nucleare di ricerca sperimentale arrestato nel 1971.
A sedersi davanti alla stampa, come già scritto, ci ha pensato Abodi per illustrare il ddl di delega al governo in materia di politiche per i giovani e Servizio civile universale. Due le deleghe legislative: «Una per il riordino e il coordinamento delle politiche nazionali per i giovani e l’altra per una revisione complessiva della normativa sul servizio civile. Si tratta di interventi che consentono di recuperare la stratificazione legislativa di questi anni razionalizzando i due aspetti (politiche giovanili e Servizio civile)».
Al via anche la riforma dei Porti, cannibalizzati sempre più da asset stranieri. Nascerà Porti d’Italia Spa, una società pubblica partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze e vigilata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, chiamata a svolgere un ruolo di regia nazionale.
Sorprende poi la nomina Giuseppe Francesco Maria Marinello a Commissario straordinario del governo per gli interventi di restauro e valorizzazione dell’ex carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano (Ventotene), un feticcio per la sinistra italiana. Attesi i rinnovi del capo del Mef Giancarlo Giorgetti per gran parte dei dirigenti. Arera invece cambia presidente: da gennaio 2026 ci sarà Nicola dell’Acqua.
Si può dire che ci si attendeva di più da questo cdm cui si arriva con evidente stanchezza. Inizia la fase più delicata del mandato, quella finale. Si chiudono i provvedimenti e le riforme più importanti, i partiti tornano in clima da campagna elettorale, anche quelli della maggioranza, in vista di un anno che si preannuncia esplosivo. Ed è per questo che all’inizio del cdm Meloni ai suoi ministri - ai quali ha regalato un pacchetto con un regalo ciascuno - ha detto: «Buon Natale a tutti, riposatevi...».
Il tema è sempre quello: le pensioni e le coperture da trovare per il provvedimento che spinge il Tfr nei fondi. La Lega è stata chiara e non accetta nessun allungamento delle finestre (il tempo che passa il momento in cui sono stati raggiunti i requisiti per uscire dal lavoro e il primo assegno). L’ipotesi di un decreto ad hoc sembra essere tramontata e così in serata i vertici del governo (Meloni, Tajani, Salvini e Giorgetti) si sono riuniti per ridefinire le coperture dell’emendamento.
Tira e molla che potrebbe provocare uno slittamento dell’arrivo della manovra in Aula nella notte del 23 dicembre o il 24 mattina. Per questo le opposizioni agitano lo spettro dell’esercizio provvisorio: «Si rischia di arrivare al 31 dicembre». Nessuna novità rispetto al passato eppure il segretario dem Elly Schlein finge di non saperlo e convoca una conferenza stampa proprio sulla manovra. «Se sono così uniti, come ho detto due giorni fa a Giorgia Meloni in aula, non si capisce perché ci portano a poche ore dall'esercizio provvisorio». Nel mirino delle opposizioni anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, prontamente difeso dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari. «Gli attacchi di Pd, M5S e opposizioni varie al ministro Giorgetti sono veramente ridicoli. Partiti che hanno compromesso i conti dello Stato e gestito i soldi degli italiani con grottesca incapacità, oggi hanno la faccia tosta di attaccare l’attuale ministro dell’Economia per la gestione della legge di bilancio. Se non avessimo ereditato i loro disastri e non avessimo 40 miliardi di superbonus da pagare nel solo 2026, avremmo coperture a sufficienza per finanziare qualsiasi provvedimento ci venisse in mente». Ieri in Commissione Bilancio al Senato è stato approvato un pacchetto di riformulazioni, frutto di nuove trattative all’interno della maggioranza. Tra le misure certe, c’è l’aumento della Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, dallo 0,2% allo 0,4%. Si conferma anche la tassa di 2 euro sui piccoli pacchi in arrivo dai paesi extra Ue di valore fino a 150 euro. È fissato al 2% l’aumento dell’Irap per banche e assicurazioni, e sono esclusi i soggetti con minore base imponibile introducendo una franchigia di 90.000 euro applicabile sulla maggiore imposta dovuta solo per i periodi d'imposta 2027 e 2028.
Nuovi fondi anche sul piano casa: un nuovo emendamento assegna 50 milioni all'anno per 2027 e 2028 ai fondi già destinati (660 milioni di euro) al contrasto del disagio abitativo. Il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo ha spiegato che «tutto quello che ci sarà eventualmente in più sarà previsto nel decreto che entro fine anno dovrebbero fare».
Via libera anche alla revisione della cedolare secca sugli affitti brevi: 21% per il primo immobile in locazione breve (meno di 30 giorni); aliquota al 26% per il secondo immobile; dalla terza casa scatta il regime di reddito d'impresa, oggi fissato a partire dal quinto immobile. Nella prima versione della manovra l’aliquota veniva innalzata al 26% già dal primo immobile. Prevista poi la possibilità per le aziende agricole in difficoltà che non l'abbiano ancora fatto di aderire alla rateizzazione per il pagamento delle multe delle quote latte. I pagamenti si potranno effettuare in 10 anni. Arriva, come annunciato, anche il bonus per le scuole paritarie volute dai moderati. Un contributo fino a 1500 euro per le famiglie con Isee entro i 30.000 euro che riguarda gli studenti che frequentano una scuola paritaria secondaria di I grado o il primo biennio di una scuola paritaria di II grado. Vale a dire le medie o il primo biennio delle superiori. La misura sarà determinata secondo scaglioni inversamente proporzionali al reddito Isee e ha un tetto di spesa di 20 milioni di euro per il prossimo anno. Servirà un decreto del ministro dell'Istruzione, di concerto con il ministro dell'Economia, per fissare i criteri nel dettaglio «tenuto conto delle somme riconosciute» per lo stesso obiettivo dalle Regioni.
Per quanto riguarda le forze dell’ordine (esercito, polizia, vigili del fuoco e carabinieri) è previsto lo slittamento al 2028 dell’età pensionabile. L'incremento sarà pari a un mese nel 2028, un altro mese nel 2029 e un ulteriore mese nel 2030. La copertura prevista nell'emendamento vede uno stanziamento di ulteriori 20 milioni per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029 e di ulteriori 10 milioni a decorrere dal 2030. Stanziati poi 40 milioni per le polizze assicurative per la tutela legale delle forze dell’ordine. Infine, a differenza dello scorso anno, quando per rendere operative le norme si era deciso di ricorrere a decreti della presidenza del Consiglio, questa volta l'uso delle risorse sarà affidato ai ministeri. Infine gli impegni presi dalla maggioranza che sono fuori dall’ultima versione del maxi emendamento governativo alla manovra economica «verranno messi in un decreto ad hoc che sarà approvato entro la fine dell’anno. Ci saranno gli impegni come quello sulla Zes» ha spiegato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.





