Si chiama price cap e sono molti i Paesi europei ad averlo attivato anche se in ambiti diversi. L'ultimo in ordine cronologico è la Germania.
Il governo tedesco ha deciso di fissare un tetto al prezzo dell’elettricità per i settori industriali ad alta intensità energetica, previsto tra il 2026 e il 2028, con lo scopo di salvaguardare la competitività della sua base manifatturiera. Secondo l’Agenzia Federale Tedesca per le Reti, il prezzo medio dell’elettricità per l’industria nel 2024 era di 16,77 centesimi di euro per kWh e di 10,47 centesimi di euro per kWh per le aziende che beneficiavano di tariffe ridotte. Il regime di aiuti, che è regolamentato in modo molto rigido, è limitato a tre anni, dal 1° gennaio 2026 fine del 2028. L’importo totale del sussidio è stimato tra i 3 e i 5 miliardi di euro.
L’obiettivo è evitare la delocalizzazione della produzione e contrastare l’effetto dei costi energetici elevati sulla competitività europea. La misura riguarda principalmente i settori dell’acciaio, della chimica e dell’automotive, fortemente influenzati dalle bollette elettriche, che in Germania risultano quasi tre volte superiori rispetto agli Stati Uniti. Le autorità tedesche hanno già avviato le trattative con la Commissione Europea per ottenere la compatibilità con le norme sugli aiuti di Stato. Per la Slovacchia, strettamente integrata nelle filiere tedesche, la mossa può rappresentare una sfida competitiva: se le imprese tedesche recuperano tranquillità sui costi dell’energia, le aziende slovacche del comparto manifatturiero esportatrici potrebbero trovarsi a dover far fronte a maggiori pressioni sui costi. Lo stesso potrebbe accadere in Italia.
Prima della Germania il Regno Unito, dove un “price cap” è stato stabilito nel 2019 dall’allora governo May. Dal gennaio 2019 l’Ofgem (l’equivalente della nostra Arera) applica un tetto alla spesa massima dei consumatori di trimestre in trimestre. Ma attenzione: non a tutti i clienti, bensì solo ai sottoscrittori delle “standard variable tariffs”, cioè delle tariffe a prezzo variabile molto basilari, dedicate ai clienti meno abituati a cercare tariffe sul mercato libero, e per questo da anni con lo stesso operatore che a volte approfitta di questo immobilismo applicando prezzi piuttosto elevati.
Da Roma a Milano. La torcia olimpica è ancora in viaggio. Sessanta le tappe che si chiuderanno il 5 febbraio. 63 giorni di viaggio, 60 città e 12.000 chilometri da percorrere toccando tutte le 110 province della penisola. Dalle piazze alle montagne, dai borghi alle metropoli, ogni tappa diventa un momento di celebrazione nazionale e di orgoglio condiviso.
Jasmine Paolini, Ambassador di Milano Cortina 2026 ha accompagnato la Fiamma Olimpica dall’antica Grecia all’Italia. L’attuale numero otto del ranking WTA, oro nel doppio a Parigi 2024, il 4 dicembre è stata la prima tedofora e ad Atene, durante la Cerimonia di Consegna, e, insieme al campione Olimpico di ciclismo Filippo Ganna, ha accompagnato la Fiamma fino a Roma. Da lì in poi è iniziato il percorso italiano della torcia più famosa di sempre .
Adesso si trova in Campania, dopo esser passata tra Lazio, Umbria Toscana, Sardegna, Sicilia e Calabria. Molte regioni verranno ripercorse di nuovo, in lungo e in largo. Il 26 gennaio tornerà invece, dopo 70 anni esatti dalla Cerimonia d’Apertura dei Giochi, a Cortina d’Ampezzo e concluderà il suo tragitto a Milano facendo il suo ingresso allo Stadio di San Siro, la sera di venerdì 6 febbraio 2026. 10.000 tedofori la stanno conducendo tra volti noti e persone comuni. I primi volti noti dello spettacolo e dello sport sono il cantante Achille Lauro, Flavia Pennetta, icona del nostro tennis, vincitrice degli US Open 2015 e di 4 Billie Jean King Cup e Francesco Bagnaia, due volte campione del mondo di MotoGP e una in Moto2. Tantissimi altri ancora e altri ce ne saranno. Anche perché la storia del Viaggio della Fiamma è piena di leggende, come Muhammad Alì ad Atlanta 1996, Cathy Freeman a Sydney 2000 e poi ancora la fondista Stefania Belmondo, ultima tedofora di Torino 2006 vent’anni fa nell’ultima edizione invernale italiana, dopo le frazioni di altri campioni olimpici azzurri come Alberto Tomba, Manuela Di Centa, Silvio Fauner e Deborah Compagnoni (nella foto di copertina). Quattro anni prima, invece, l’intera squadra statunitense di hockey maschile del “Miracolo sul ghiaccio” di Lake Placid 1980 che accese il braciere di Salt Lake City 2002 tra la commozione del pubblico statunitense.
La fiamma olimpica nasce con le prime olimpiadi nell'antica Grecia, dove il fuoco sacro ardeva in onore degli dèi durante i Giochi originali. La tradizione moderna è stata reintrodotta con l'accensione del braciere ai Giochi Olimpici di Amsterdam nel 1928 e la prima staffetta della torcia a Berlino nel 1936. Le torce di #MilanoCortina2026 sono un omaggio al design italiano con uno stile che mette al centro la fiamma. Eleganti. Iconiche. Sostenibili. Si chiamano Essential e portano con sé lo spirito dei Giochi che verranno.
La fiamma paralimpica partirà invece il 24 febbraio 2026 e si concluderà il 6 marzo 2026, giorno della cerimonia di apertura dei Giochi paralimpici all’Arena di Verona. Sfilerà nelle mani di 501 tedofori per 2.000 chilometri in 11 giorni. “La fiamma paralimpica verrà accesa il 24 febbraio a Stoke Mandeville in Inghilterra, storico luogo di nascita dello sport Paralitico - dichiara Maria Laura Iascone, Ceremonies Director di Fondazione Milano Cortina 2026 -. L’arrivo in Italia coinciderà con l’inizio di un viaggio che focalizzerà l’attenzione e l’entusiasmo verso le Paralimpiadi, amplificandone i messaggi di rispetto e inclusività, e generando un volano di entusiasmo, attesa e partecipazione intorno agli atleti paralimpici”. Dopo l'accensione nel Regno Unito, la fiamma paralimpica animerà 5 Flame Festival dal 24 febbraio al 2 marzo a Milano, Torino, Bolzano, Trento e Trieste, con la cerimonia di unione delle Fiamme il 3 marzo a Cortina d’Ampezzo. Dal 4 marzo, la fiamma raggiungerà Venezia e Padova, per fare il suo ingresso il 6 marzo all’Arena di Verona per la cerimonia di apertura dei Giochi paralimpici.
A.A.A. cercasi sinistra disperatamente. Leader, battaglie, idee, qualsiasi cosa andrebbe bene perché oggi sembra quasi tutto sparito dal radar. Uomini di sinistra o idee di sinistra non incidono in alcun modo nell’agenda politica italiana e mondiale. A sancirlo è Youtrend, agenzia di sondaggi che analizza i trend sociali, politici ed elettorali. Per SkyTg24 ha prodotto un sondaggio che mette in luce personaggi e avvenimenti dell’anno in Italia e nel mondo. Per gli italiani il personaggio dell’anno è prevedibilmente Donald Trump che vince raggiungendo il 30%, a seguirlo ci sono papa Leone XIV (17%), e Zohran Mamdani, nuovo sindaco di New York di estrema sinistra, terzo con appena il 10%. Jannik Sinner è il personaggio italiano dell’anno per il 36% degli intervistati. Giorgia Meloni è seconda con il 25% e Sergio Mattarella si piazza terzo con il 12%. Sinistra non pervenuta fino a quando si legge un Conte all’ultimo posto con il 2%. Non è lui però, non è il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte ma Antonio Conte, il celebre allenatore che, alla guida del Napoli, quest’anno ha fatto vincere un nuovo scudetto ai partenopei.
Si rafforza quindi l’idea che a sinistra l’unico personaggio politico riconosciuto come leader resti Mattarella, anche se il capo dello Stato svolge un ruolo super partes. Almeno formalmente. Le esternazioni di uno dei suoi consiglieri, Francesco Garofani, riportate in esclusiva dalla Verità e confermate dall’interessato dalle colonne del Corriere della Sera, hanno fatto crescere dubbi e sospetti legittimi.
Non finisce qui. Una terza classifica stila l’elenco della notizia più importante del 2025. Per il 30% degli italiani sono la morte di papa Francesco e l’elezione di Leone XIV. Seguono la tregua tra Israele e Hamas a Gaza (20%) e l’iniziativa della Flotilla con le manifestazioni collegate (13%). Da questi dati si deducono molte cose. La prima è che al contrario di quanto si pensi all’interno delle opposizioni, la stragrande maggioranza delle persone crede nella tregua di Gaza. In secondo luogo ci sono infatti le vicissitudini della Freedom Flotilla, il che dimostra che l’unico modo che ha trovato la sinistra per trovare attenzione è stato quello di cavalcare una tragedia come quella della guerra a Gaza per prendere un po’ di spazio partecipando a un’iniziativa che non aveva altri scopi se non dimostrativi. Uno scenario desolante per Partito democratico, Alleanza Verdi Sinistra e Movimento 5 stelle, incapaci di costruire una vera opposizione né una proposta alternativa credibile.
A questi dati se ne associano altri prodotti dalla stessa agenzia di sondaggi Youtrend. Ieri mattina nella trasmissione Omnibus di La7, Lorenzo Pregliasco ha mostrato gli ultimi sondaggi dei partiti, ma essendo fine anno, a differenza di quanto fanno di solito, i dati sono stati paragonati a quelli dell’anno scorso, invece che a quelli del mese precedente. Prendendo in considerazione Fratelli d’Italia, il partito del premier Giorgia Meloni, al suo terzo anno di governo guadagna lo 0,2% rispetto al 16 gennaio del 2025. Dato risibile ma non se si considera quanto sia raro per un partito al governo non perdere consensi dopo tre anni di mandato. Per il resto tutto rimane più o meno stabile. Forza Italia perde lo 0,7%, la Lega lo 0,1%. Il Movimento 5 stelle ruba qualcosa dal Pd guadagnando il punto percentuale che perdono i dem. Insomma a sinistra non fanno altro che fare a gara a chi mette per primo il cappello sul tema del momento, in pochi sembrano avere le idee chiare e i risultati si vedono. Se queste opposizioni ci fossero o meno cambierebbe nulla.





