2025-11-08
Crosetto manda l’Onu in pensione. «Ha l’encefalogramma piatto»
Guido Crosetto (Cristian Castelnuovo)
Il ministro della Difesa interviene all’evento organizzato dalla «Verità» dedicato al tema della sicurezza con i vertici del comparto. Roberto Cingolani (Leonardo) e Nunzia Ciardi (Acn): bisogna prevenire le minacce con l’Ia.Mai, come nel periodo storico nel quale stiamo vivendo, il mondo è stato più insicuro. Attualmente ci sono 61 conflitti armati attivi, il numero più alto dalla Seconda guerra mondiale, che coinvolgono oltre 92 Paesi. Ieri, a Roma, La Verità ha organizzato un evento dal titolo «Sicurezza, Difesa, Infrastrutture intelligenti», che ha analizzato punto per punto i temi caldi della questione con esponenti di spicco quali il ministro della Difesa Guido Crosetto intervistato dal direttore della Verità, Maurizio Belpietro.Innovazione industriale, sicurezza contro rischi ibridi, tra cui cyber e climatici, tutto è oggi sul piatto della difesa e non possiamo far finta di nulla.È cambiato il modo di fare la guerra, non si fa più con fanteria, l’aviazione o la marina, con missili e carri armati e si fa con la tecnologia. Ma noi siamo pronti? Belpietro incalza Crosetto.No, non saremmo ancora pronti. E cosa è successo in Ucraina e in Israele ne è la dimostrazione.«Ci vorrebbero sei o sette anni ancora per prepararci», dice Crosetto. «Non è come fare un servito di piatti o bicchieri, se ordiniamo sistemi d’arma oggi, la consegna è nel 2032. Inoltre, devi formare persone che le sappiano usare. Due anni fa avevamo pensato di non investire più in difesa ma oggi è diventato indispensabile. O tutte le nazioni sono impazzite o il fatto che tutte le nazioni stanno aumentando le spese di difesa, vuol dire che esiste la percezione della necessità di farlo. E anche noi dobbiamo». «Ma i soldi ce li abbiamo?», chiede Belpietro. Crosetto ride. «Giancarlo Giorgetti ha detto di sì». La guerra tradizionale è solo un retaggio del passato. Una volta era «la politica fatta con altri mezzi», per dirla alla Carl von Clausewitz, oggi è la guerra stessa che si fa con altri mezzi. «Cyberwar, disinformazione, furto di tecnologie, furto di pezzi di ricchezza su cui costruire future terre rare», spiega Crosetto. «Non esiste futuro se non hai terre rare o minerali rari e i vari rubinetti oggi sono nelle mani di pochi attori non democratici come la Cina. Costruire i rapporti con paesi africani è essenziale perché la ricchezza è laggiù, sono le cose che deve far un’Europa che guarda avanti, i primi ad avere convenienza da un piano Mattei è l’Europa stessa». E poi un cenno al green autodistruttivo. «Con l’elettrico ci siamo auto cancellati l’industria delle automobili che dobbiamo comprare all’estero. Avevamo la prima industria del mondo di auto e ci siamo autodistrutti. Abbiamo pensato che l’ideologia potesse cambiare la realtà ma è il pragmatismo che cambia la realtà. Le sanzioni hanno senso quando costringi tutto il mondo a fare sanzioni, se tu non fai accordi con il resto del mondo ti fai del male e non fai nulla agli altri».Una previsione per il futuro? «Il terreno di scontro di questo secolo sarà l’Africa perché terre coltivabili, materiali rari e acqua potabile sono in Africa e c’è il potenziale più grande esercito del mondo. Quando nel 2100, l’Italia avrà 25 milioni di abitanti in meno, l’Africa ne avrà 3,7 miliardi, forti, giovani, affamati e poveri».Uno scenario terrificante e non solo un’ipotesi, è ciò che è scritto oggi, se non si innesca un cambiamento.E l’Onu che fa? «Elettroencefalogramma piatto. L’unica soluzione al conflitto è un nuovo multilateralismo, una nuova Onu. Tutti sullo stesso piano, creando regole che tutti sottoscrivono e tutti fanno applicare, solo così si costruisce un mondo di pace. Oggi invece sta prevalendo la legge del più forte. In un mondo così prevale solo chi ha nulla da perdere».Abbattere le barriere, dice Crosetto: «Il mondo è profondamente diverso e cambierà ancora in modo repentino, i cambiamenti del Novecento sono stati molti ma nulla di paragonabile con quello che succederà nei prossimi anni come crescita tecnologica e capacità di elaborare dati».Crosetto sostiene che il nostro problema è che cooperiamo poco tra Paesi europei. «Ci sono 27 gruppi di ingegneri in 27 Paesi diversi che studiano la stessa cosa e non si parlano, è una rappresentazione della stupidità. Se non c’è dialogo non può esistere una difesa europea».E la Russia? «In due o tre anni si leccherà le ferite e poi riprenderà, per questo tutti i Paesi del Nord Europa si preparano a difendersi sul loro territorio».Oltre a Crosetto, il direttore Belpietro ha intervistato anche il fisico Roberto Cingolani, ex ministro della Transizione ecologica nel governo Draghi, oggi amministratore delegato di Leonardo, Marco Troncone, ad di Aeroporti di Roma. E Manuela Moreno, giornalista Rai ha incalzato Pietro Caminiti, di Terna, Nicola Lanzetta di Enel e Nunzia Ciardi, ex capo della Polizia postale e oggi vicedirettore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.Per Cingolani è il momento di svegliarsi, la pace non è più scontata: «Dopo 80 anni di pigrizia la pace va difesa e oggi la guerra non è più bullet ma bullet and bite. Un carro armato da 20 milioni può essere abbattuto con un telefono. Questa è una rivoluzione più digitale che metalmeccanica». Città intere senza acqua, gas, energia, semafori spenti, aeroporti bloccati da droni. Non è un film americano, da oggi può succedere davvero.E per Cingolani bisogna guardare alle minacce e saperle prevenire con l’Intelligenza artificiale. «Hackerando infrastrutture si possono far danni a un Paese senza sparare un proiettile. E le reti satellitari sono il miglior modo per neutralizzare un attacco».Marco Troncone sostiene che anche i nostri viaggi in aereo sono a rischio: « I rischi sono presenti, gli aeroporti europei singhiozzano. L’aeroporto di Roma nel 2024 è cresciuto del 22%. Le minacce si sviluppano e bisogna lavorare investendo in reti di protezione». Risponde Pietro Caminiti, responsabile It & digitale di Terna: «Nel periodo 2025-2028 Terna investirà oltre 2 miliardi di euro nella sicurezza della rete».Nicola Lanzetta dice che questo Paese potrà liberarsi dalla dipendenza tecnologica in quattro modi: investendo nel rinnovabile, sviluppando sistemi di accumulo e reti, sviluppare un ulteriore processo di elettrificazione. Infine, per Nunzia Ciardi, «le aggressioni sono in continuo aumento perché la digitazione si estende e con la tecnologia evolvono anche i criminali».
Donald trump e Viktor Orbán (Ansa)
Bivacco di immigrati in Francia. Nel riquadro, Jean Eudes Gannat (Getty Images)
Giancarlo Giorgetti (Ansa)