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Giuli insulta chi non suona il flauto per lui
Alessandro Giuli (Ansa)
Volgare attacco del ministro a Marcello Veneziani, che su questo giornale si era permesso di muovere delle civili critiche al governo. Anziché fare tesoro delle obiezioni ricevute, il successore di Gennaro Sangiuliano delira di «pelle esausta» e «bile nera».

A volte senti parlare il ministro Giuli e ti chiedi che diavolo voglia dire. A volte, invece, purtroppo lo capisci benissimo. Ieri per esempio ha pensato bene di rispondere a un educatamente critico articolo di Marcello Veneziani sulla destra al governo prendendosela con la «pelle esausta» del medesimo Veneziani, con la sua «bile nera», il suo «animo ricolmo di cieco rimpianto», proponendo per l’intellettuale di destra, colpevole di aver disertato dalla leva dei leccaculisti, addirittura una terapia obbligatoria a base di «vaccino anti-nemichettista» che egli stesso, il ministro, si propone di «inoculare volentieri». Credere, obbedire e purgare, si capisce: la destra meloniana avanza spedita verso la deriva dei folli, anzi dei folletti. Giuli e giulivi.

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Caro Lo Russo, i suoi amici teppisti l’apprezzano
Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo (Imagoeconomica)

Caro Stefano Lo Russo, caro sindaco di Torino, le scrivo questa cartolina per farle i complimenti: lei gli amici non li molla. E se gli amici sono dei teppisti delinquenti, che importa? La coerenza prima di tutto. «Il Patto con Askatasuna non si tocca», aveva detto subito dopo il loro assalto alla Stampa. «Il Patto con Askatasuna va avanti», ripete ora. Ha solo avuto un momento di debolezza nel momento dello sgombero, proprio mentre le forze dell’ordine entravano nel palazzo occupato trovando palesi violazioni degli accordi. «Il Patto è finito», ha detto allora sconsolato.

Ma è stato solo un momento. Sono bastate poche ore di riflessione, e qualche tirata d’orecchie dei suoi alleati della sinistra radicale, per tornare sui suoi passi: «Il Patto non è finito», ha ribadito infatti l’altro giorno con voltafaccia immediato. Si capisce, caro sindaco: vorrà mica abbandonare i violenti solo perché sono violenti? Ci dorma su ancora un paio di notti e vedrà che le verrà qualche altra proposta brillante. Magari Askatasuna Nobel per la pace. E i suoi militanti educatori alla scuola d’infanzia.

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Cari colleghi di «Rep», chiedete aiuto ai «fascisti»?
Getty Images

Cari giornalisti di Repubblica, vi scrivo questa cartolina dopo aver letto il comunicato del vostro cdr (comitato di redazione): siccome fate appello «a tutte le forze sociali, politiche, sindacali e istituzionali», vorrei sapere se posso rispondere anch’io all’appello gridando «presente!» senza essere accusato di fascismo dal vostro Paolo Berizzi. Lo so che la mia solidarietà vale poco, perché di fronte a un attacco alle «garanzie democratiche fondamentali per l’intero Paese», come denunciate, di fronte a una vendita che non è solo una vendita ma un atto che mette a rischio «la sopravvivenza stessa di un pensiero critico», non dovrebbero mobilitarsi solo i poveri cronisti, come il sottoscritto. Dovrebbero mobilitarsi, come minimo, l’Onu, i Caschi blu, le forze intergalattiche, il consiglio di Uranio e Saturno e naturalmente San Pietro con gli arcangeli tutti. A proposito: com’è che non vi hanno ancora espresso solidarietà?

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