europa a pezzi

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Il Papa scomunica l’Europa delle armi
Papa Leone XIV (Getty)
Leone XIV all’Angelus manda un messaggio ai guerrafondai di Bruxelles: «Chi oggi crede alla pace è spesso ridicolizzato, spinto fuori dal discorso pubblico e accusato di favorire avversari e nemici». Evitare di trattare con Vladimir Putin ha invece provocato solo morti.

Papa Leone ieri all’Angelus ha detto che chi parla di pace rischia di fare la figura del fesso. Purtroppo, aggiungo io, chi invoca la tregua non corre soltanto il pericolo di essere trattato come lo scemo del villaggio, perifrasi meno carina però più efficace di quella usata dal pontefice, bensì di essere anche considerato un servo di Putin, ovvero un ignobile figuro che per soldi o per ambizioni di carriera è disposto a mettere la propria dignità al servizio di un regime dittatoriale. Sono quasi quattro anni, cioè da quando le truppe di Mosca hanno invaso l’Ucraina, che chiunque lanci un appello alla pace che non includa un richiamo alla vittoria totale di Kiev sull’invasore viene considerato un traditore. Sostenere la necessità di un cessate il fuoco, anche a costo di qualche concessione, è ritenuta una bestemmia.

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Il Papa scomunica l’Europa delle armi
Papa Leone XIV (Getty)
Leone XIV all’Angelus manda un messaggio ai guerrafondai di Bruxelles: «Chi oggi crede alla pace è spesso ridicolizzato, spinto fuori dal discorso pubblico e accusato di favorire avversari e nemici». Evitare di trattare con Vladimir Putin ha invece provocato solo morti.

Papa Leone ieri all’Angelus ha detto che chi parla di pace rischia di fare la figura del fesso. Purtroppo, aggiungo io, chi invoca la tregua non corre soltanto il pericolo di essere trattato come lo scemo del villaggio, perifrasi meno carina però più efficace di quella usata dal pontefice, bensì di essere anche considerato un servo di Putin, ovvero un ignobile figuro che per soldi o per ambizioni di carriera è disposto a mettere la propria dignità al servizio di un regime dittatoriale. Sono quasi quattro anni, cioè da quando le truppe di Mosca hanno invaso l’Ucraina, che chiunque lanci un appello alla pace che non includa un richiamo alla vittoria totale di Kiev sull’invasore viene considerato un traditore. Sostenere la necessità di un cessate il fuoco, anche a costo di qualche concessione, è ritenuta una bestemmia.

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Stop al maggior sito di terre rare d’Europa. È più importante difendere i coleotteri
Ulefoss, in Norvegia (iStock)
Giacimento norvegese sospeso per tutelare le specie definite a rischio. Su auto e difesa resteremo schiavi della Cina a vita.

Non molte settimane fa, eravamo a fine ottobre, Ursula von der Leyen, in uno dei suoi rari slanci di visione strategica, aveva annunciato un piano europeo sulle terre rare. Il presidente della Commissione evidenziava che la liberazione dell’industria dell’Unione dalla dipendenza cinese era ormai la priorità delle priorità e che di conseguenza gli sforzi di tutti i Paesi dovevano convergere in quella direzione. Alla buonora. L’allarme sui materiali sensibili per produrre automotive, difesa e tech, è partito da anni. E il fatto che Pechino potesse vantare su circa un terzo delle riserve mondiali e che fosse parecchio avanti nell’estrazione e lavorazione di Neodimio, Samario, Itrio, Scandio e Gadolinio era risaputo. Insomma, è vero che la Von der Leyen si è svegliata, ma lo ha fatto dopo aver rovinato l’industria dell’automotive europea (tedesca, francese e italiana in primis) con il Green deal e quando ormai metterci una pezza è diventata un’impresa disperata.

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Già pronta l’europatrimoniale. Rischio fuga di capitali dalla Ue
Pasquale Tridico
A Bruxelles, la commissione guidata da Pasquale Tridico avanza la proposta di prelevare il 2% a chi è oltre 100 milioni. Gettito previsto: 67 miliardi l’anno. I contribuenti europei: si inizia così poi arriva la tassa continentale a tutti.

La patrimoniale proposta da Maurizio Landini, ovvero prelevare l’1,3% sul patrimonio netto di chi possiede più di 2 milioni di euro, è stata rispedita al mittente in Italia, però rischia di rientrare dalla finestra attraverso l’Europa. Al Parlamento europeo, gli eurodeputati hanno infatti esaminato la possibilità di introdurre una forma di imposizione minima sui patrimoni molto elevati, nell’ambito di un più ampio programma volto a rendere i sistemi fiscali «più equi». Il tema è stato al centro di un’audizione organizzata l’11 dicembre dalla sottocommissione per le questioni fiscali del Parlamento europeo - la Fisc presieduta dal grillino Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps - alla quale hanno partecipato rappresentanti della Commissione Ue, dell’Ocse, dell’Osservatorio fiscale dell’Unione e della Tax Foundation Europe.

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Gli eurogiudici stangano la Polonia perché difende la sua Costituzione
Donald Tusk (Ansa)
La Corte di giustizia Ue ha dichiarato guerra alla Consulta di Varsavia: non rispetterebbe «la giurisprudenza comunitaria». Per il Paese guidato da Donald Tusk, invece, sono le toghe dell’Unione a «esorbitare» dai propri poteri.

«La Costituzione di un Paese non è un giudice imparziale e indipendente». Scintille e fumo nero: due locomotive lanciate l’una contro l’altra su un binario unico. Sono l’Unione europea, con il suo braccio armato della Corte di giustizia, e la Polonia, riluttante a dimenticarsi (come spesso accade ad altri membri dell’Unione) di essere un Paese sovrano. Vengono prima le leggi comunitarie o la Costituzione delle singole nazioni? La questione rimane lì, sospesa in un limbo leguleio dove i principi astratti fungono da innocui placebo. Ma quando tocca situazioni concrete, ecco gli attriti, le minacce, le controdeduzioni al curaro. A conferma che l’Europa dei popoli è ancora una pia apparizione scomparente. Niente a che vedere con quella del denaro, oliata con piglio dittatoriale dalla Bce.

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