
Fino alle 23 di oggi gli italiani andranno ai seggi per 3.716 Comuni, 29 capoluoghi e per la Regione Piemonte. Tra le città riflettori accesi su Firenze, Cagliari e Bari.Oltre alle elezioni Europee, da ieri e fino alle 23 di oggi si vota per rinnovare il sindaco in 3.716 Comuni, tra cui 23 capoluoghi di provincia e sei di regione, mentre in Piemonte si vota per eleggere il governatore. Complessivamente le elezioni comunali riguarderanno quasi 17 milioni di elettori. Dei 29 capoluoghi 13 sono amministrati dal centrosinistra, 12 dalla destra e due dal M5s da solo. Altri due Comuni sono amministrati da sindaci indipendenti più difficilmente collocabili. A queste elezioni il centrodestra si presenta unito praticamente ovunque sostenendo lo stesso candidato. I partiti del centrosinistra sono riusciti a mettersi d’accordo assai più raramente, specialmente Pd e M5s. Si dovranno eleggere i sindaci di sei capoluoghi di Regione (Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia, Potenza) e di altri 23 capoluoghi di provincia (Avellino, Ascoli Piceno, Bergamo, Biella, Caltanissetta, Cesena, Cremona, Ferrara, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Pesaro, Pescara, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Sassari, Urbino, Verbania, Vercelli, Vibo Valentia). Nei 228 Comuni con più di 15.000 abitanti per un eventuale ballottaggio si tornerà al voto il 23 e il 24 giugno. Nei Comuni con meno di 15.000 abitanti, invece, vince chi prende più voti al primo turno. Non è possibile il voto disgiunto: tutti i voti espressi per un candidato sindaco vanno alla lista a lui collegata. Nei Comuni con meno di 5.000 abitanti, si può esprimere una preferenza, mentre in quelli fra 5.000 e 15.000 se ne possono esprimere fino a due (rispettando l’alternanza di genere). Tre però le sfide poco «locali» e molto di valore nazionale e cioè Firenze, Cagliari e Bari. Nel capoluogo toscano, una delle ultime roccaforti rosse, da dieci anni governata dal sindaco pd Dario Nardella, il duello è tra l’assessore dem Sara Funaro (imposta da Elly Schlein senza primarie) ed Eike Schmidt, ex direttore degli Uffizi e oggi in aspettativa, appoggiato come «civico» da tutto il centrodestra. Ha però deciso di «partecipare» alla corsa anche Matteo Renzi con una sua candidata, Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana, nome che impensierisce non poco il Nazareno e che potrebbe rendere necessario il ballottaggio. Altro voto che non fa stare tranquilla la segretaria del Pd è quello di Bari, dopo le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto direttamente prima il Comune e vari membri del consiglio comunale e poi la Regione, entrambi governati dal centrosinistra. Il governo Meloni aveva avviato la procedura per valutare lo scioglimento del Comune per mafia. Perciò nessun campo largo di sinistra per trovare il successore di Antonio Decaro (Pd) in corsa per Bruxelles, e cinque candidati sindaco: Michele Laforgia (M5s), Vito Leccese (Pd, Verdi e Azione), il leghista Fabio Romito per il centrodestra, l’ex grillino Sabino Mangano sostenuto da una civica e Nicola Sciacovelli per Italexit. Test importante è Cagliari dove per il posto di Paolo Truzzu, la sfida sarà tra due omonimi: Massimo Zedda (già due volte sindaco) sostenuto dalla stessa coalizione con cui vinse Todde alle regionali, Pd-M5s-Avs, si scontrerà con Alessandra Zedda, consigliera regionale uscente di Fi, sostenuta da Lega, Fdi, Partito sardo d’azione e Riformatori sardi. Ci sono poi altri tre candidati: Claudia Ortu sostenuta da una lista di sinistra, Giuseppe Farris sostenuto da una lista civica ed Emanuela Corda con Alternativa. Passando alla Regione in gioco, in Piemonte sono cinque gli aspiranti governatori: l’uscente e ricandidato del centrodestra, Alberto Cirio, Gianna Pentenero (centrosinistra), Sarah Disabato (M5s), Alberto Costanzo (Libertà) e Federica Frediani (Piemonte popolare). Non è più previsto il ballottaggio. Due i «ritiri» eccellenti: Raffaele Gallo, capogruppo dem, per un’inchiesta che coinvolge il padre per estorsione, peculato e violazione della normativa elettorale, e Marco Allegretti, M5s, per due indagini a suo carico.
Ernesto Di Gregorio
- Il generale Ernesto Di Gregorio: «Cercai di tenere sotto controllo Pappalardo e gli altri, il mio trasferimento è stato un monito per molti».
- Per il militare le trascrizioni delle intercettazioni sono state fatte «in tutta fretta».