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Uccise il vicino che l’attaccò in ruspa: assolto
Ansa
Niente carcere per Sandro Mugnai, l’uomo che nell’Epifania del 2023 reagì sparando all’aggressione di un conoscente albanese che tentava di buttargli giù la casa per delle banali ruggini. Fortunatamente, ogni tanto i magistrati scelgono il buon senso.

Nel gennaio 2023 fu costretto a sparare quattro colpi di fucile perché il vicino di casa albanese, Gezim Dodoli, dopo aver ammassato le auto dei suoi familiari in un angolo del piazzale, con la benna di una ruspa tentava di abbattere il casolare di campagna che aveva appena ristrutturato sui colli di Arezzo. Dopo i primi scossoni, mentre i muri cominciavano a sgretolarsi, temette di restare sotto le macerie con i suoi cari e tirò il grilletto, freddando l’aggressore.

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Garlasco, la nuova perizia inguaia Sempio: «Dna fortemente compatibile»
Andrea Sempio (Ansa)
Presentati gli esiti dell’incidente probatorio. Il legale di Venditti attacca gli inquirenti.

Ieri l’avvocato Domenico Aiello, difensore dell’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, ha sparato bordate contro la Procura di Pavia. Riferendosi ad Alberto Stasi ha detto che i magistrati sono «al servizio di un condannato, assassino riconosciuto con sentenza passata in giudicato» e che l’ufficio inquirente «sta violando il principio di “intangibilità del giudicato”, perché manca oramai da mesi la richiesta di revisione».

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Fdi rilegalizza la cannabis, poi ci ripensa
Ansa
Ritirato l’emendamento che riapriva lo smercio della «light». Il dl Sicurezza lo vietava.

L’emendamento alla manovra firmato Fratelli d’Italia che rimetteva in circolazione lo smercio di cannabis «light» è durato lo spazio di poche ore. Ieri pomeriggio le agenzie battevano la notizia dell’emendamento che, in pratica, avrebbe fatto tornare legale la commercializzazione della cannabis «light». Ma con «modalità» e «requisiti» stabiliti «con determinazione del direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli» e, soprattutto, con una maxi tassa: questi prodotti «sono assoggettati a imposta di consumo in misura pari al 40% del prezzo di vendita al pubblico». Una retromarcia rispetto a quanto era stato indicato come priorità repressiva fino a pochi mesi fa.

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