cina

Tifare Giappone per frenare la Cina
Il primo ministro nipponico Sanae Takaichi (Ansa)
Le recenti tensioni tra Tokyo e Pechino per la questione Taiwan ci riguardano. Se vuole avere un’influenza globale, l’Italia consideri il Sol Levante come vicino.

Poiché gli interessi geoeconomici dell’Italia - export ed internazionalizzazione delle nostre imprese - sono globali mi sembra ovvio che l’attenzione e l’azione geopolitica di Roma debbano esserlo altrettanto. Cioè tutto il mondo è un’area viciniore dell’Italia e non solo quella geograficamente contigua (si faccia riferimento per l’argomentazione al mio Italia Globale, Rubbettino, 2023). Con questo in mente, che per altro è criterio antico della politica estera italiana ora intensificato dal governo corrente, va annotata la crescente divergenza tra Giappone e Cina con linguaggi inusualmente minacciosi e bellicisti da parte della seconda. Una parte della stampa italiana ha commentato questo episodio come un evento esotico lontano da noi. Qui cerco di argomentare perché, invece, è un fatto vicino, che ci coinvolge imponendo una riflessione strategica.

L’auto tedesca lascia l’Ue e trasloca in Cina
Ansa
Volkswagen taglia 30.000 posti in Germania e sposta la produzione e lo sviluppo tecnologico più avanzato delle elettriche in Asia. Intanto Rheinmetall smobilita dai siti italiani (Toscana e Abruzzo) che realizzano componenti per vari tipi di veicoli.

Mentre a Belém inizia lo stanco rito della COP (la numero 30), con il consueto corollario di allarmi sulla fine del mondo, in Europa la transizione green prosegue la sua opera di deindustrializzazione e di annientamento del lavoro. Le grandi case automobilistiche, in difficoltà, tagliano l’occupazione e delocalizzano, mentre il governo tedesco, con i consueti magheggi contabili, corregge le politiche climatiche che aveva sbandierato come irreversibili.

Baffino riscrive la storia per aiutare i cinesi
Massimo D'Alema (Ansa)
D’Alema, il primo ex comunista a Palazzo Chigi che appoggiò la Nato nei bombardamenti in Serbia, ora fa il terzomondista. Glissa sulla vicenda delle armi alla Colombia (e il «Corriere» gli dà manforte) e poi tira le solite stoccate contro la Meloni.
L’assedio a Caracas è un monito. Usa a tutto il Sudamerica: «Lontani dalla Cina»
Un membro della Milizia bolivariana del Venezuela durante una manifestazione filogovernativa a Caracas (Ansa)
Donald Trump aumenta la pressione militare intorno al Venezuela. Ma la lotta ai narcos sembra un pretesto per limitare Pechino.
Pechino fa la faccia buona sui chip
Xi Jinping (Ansa)
Xi Jinping pronto a esentare dal divieto di export verso l’Europa alcuni ordini di semiconduttori Nexperia. Una boccata d’ossigeno per la filiera dell’auto in grave crisi di forniture.
Le Firme

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