2021-03-16
Le «spintarelle» di Giani e dell’ex Rossi per gli amici che puntano alla cattedra
L'attuale governatore e il suo predecessore (non indagati) nelle carte di concorsopoli. La renziana vice del presidente toscano sponsorizza una conoscente: «Vuole crescere». L'ultima inchiesta della Procura della Repubblica di Firenze che fa tremare gran parte dei guru della classe medica toscana ora rischia di imbarazzare anche i rappresentanti più influenti del Pd locale. Sfogliando le carte dell'indagine, che conta già 39 indagati, tra i quali il rettore dell'università fiorentina Luigi Dei, il suo braccio destro, oggi in pensione, Paolo Bechi, il direttore generale dell'ospedale Careggi, Rocco Donato Damone (un ex dell'ultrasinistra, militante di Prima linea) e il suo predecessore Monica Calamai, compaiono anche i nomi dell'ex governatore Enrico Rossi, e del presidente in carica Eugenio Giani. Ma anche quello, come aveva svelato la Verità, della renziana Stefania Saccardi, già assessore regionale alla Sanità e attuale vicepresidente. Nell'indagine viene ricostruito più di un intervento proveniente dal mondo politico (va precisato che i suoi esponenti al momento non risultano indagati). Ed emergerebbero attenzioni per agevolare le carriere degli amici. Lo scorso 18 maggio Marco Carini (ordinario di urologia dell'ateneo toscano), per esempio, prende il cellulare e chiama Corrado Poggesi (ex prof di Fisiologia), al quale spiega la necessità di creare urgentemente una posizione accademica per chirurgia della mammella, da assegnare al collega Luis José Sanchez. «Il problema è che con le regole attuali o chiediamo comunque un…diamo comunque una motivazione urgente per fargli prendere ser…», spiega Poggesi. Carini lo interrompe: «Sì… no questo me l'ha… cioè… questo, ho parlato con il rettore insieme anche a Fabio… quella mattina che c'è venuto Giani (verosimilmente Eugenio, presidente della Toscana, ndr), no il sindaco, no scusa Giani… eh eh… e lui ha detto… fatemi fare una lettera d'urgenza da Damone e dal dipartimento in maniera tale che si possa derogare alle regole, ecco». Ma è nel passaggio successivo della telefonata che gli investigatori annotano: «[…] il professor Carini riferisce a Poggesi che Eugenio Giani (futuro candidato alla presidenza della Regione Toscana, ndr) gli avrebbe richiesto una “soluzione" a favore del dott Luis José Sanchez, incardinato nel centro di senologia della Aouc-chirurgia della mammella». Ecco il dialogo: «Seconda cosa importante… c'è Sanchez, sembra che sia molto amico con Giani e che già m'ha chiesto, ma che si può… cosa si può fare? E così via... quindi io vorrei chiuderla prima possibile…». Poggesi coglie la palla al balzo: «Però farei un consiglio straordinario perché star ad organizzare il baraccone intero…» I due concordano anche sulla modalità «telematica», così «se facciamo in quel modo dura dieci minuti», chiosa Poggesi. Per la promulgazione di due procedure, invece, viene indirettamente tirato in ballo il nome dell'ex presidente della Regione, in quota Pd, Enrico Rossi. Gli investigatori specificano che si tratta della telefonata dell'11 aprile 2018 «tra Dei e Bechi, in cui quest'ultimo comunica di aver sentito Damone, il quale gli avrebbe riferito di aver ricevuto “l'input da Rossi..."». Per chi indaga si tratta di Enrico Rossi, «poiché tale nome emerge nuovamente, correlato a quello della Calamai (ex dg del Careggi, ndr)». Nella versione di Bechi, Damone avrebbe «sentito Rossi…». Una settimana più tardi il rettore e il suo vecchio braccio destro si risentono ancora e discutono sulle indecisioni del dg Damone a redigere la lettera «come gliel'avevo scritta io», dice Bechi. Ma Dei replica: «…io però, aspetto un po'… però se no (ride ndr)… bisogna farci una capatina da Enrico (Rossi ndr) e gli dica: “Insomma… io mi ci trovo benissimo, però… bisogna che qualche decisione la prenda (ride ndr)… poi se no… gli do una sponda io… però… eh"». Che per Dei la pratica sia importante lo si capisce anche dal fatto che «si propone di contattare lui stesso Rossi». Ma che le postazioni in sanità siano d'interesse per la politica lo dimostrerebbe anche un intreccio in cui compare l'ex titolare dell'assessorato Stefania Saccardi. Ieri, peraltro, costretta a giustificarsi, dopo essersi vaccinata in veste di avvocato (categoria che in Toscana, insieme con i magistrati, ha già ricevuto il siero), a causa di un'interrogazione del consigliere di Forza Italia Marco Stella che chiedeva «da quanto tempo non svolgesse la professione di avvocato». Lei ha risposto piccata: «Sono iscritta, quando è arrivato il mio turno mi sono vaccinata. A nessun altro, né medici, né avvocati, né insegnanti e così via, è stato chiesto se esercitassero o se fossero in pensione». Dal tono che ha usato sembra risultare allergica alle interrogazioni dell'opposizione. A telefono con uno degli indagati, Carini, invece, sembrava usare ben altri toni. «Ti chiamo per una cosa… strana… nel senso che io c'ho una carissima amica da tanti anni… che fa la nefrologa all'ospedale di Livorno… non è esattamente il tuo settore… però è venuta a chiedermi un consiglio… io non sono in grado… lì c'ha il suo primario, l'è il Bigazzi (dialettale, ndr)», afferma la rappresentante di Italia viva. E ancora: «[…] il tema è questo: che lei è tanti anni che lavora lì con Roberto… che l'ha sempre tenuta un po' così, insomma, questi ragazzi non che che li ha fatti crescere tantissimo, no». Carini: «…crescere». Riprende Saccardi: «E… e ora mi chiedeva un consiglio, dice “ma dove mi guardo intorno? che cosa dovrei fare? secondo te… dove potrei andare?"… io non lo so, ma l'unica persona che m'è venuta in mente che conosce un po'…». Carini incassa: «Allora, ascolta… e ti ringrazio perché…». Saccardi: «… l'ambiente [...], ma proprio per un consiglio, eh…». Insomma, Saccardi, in quel momento, sta sondando per capire se la persona a lei cara possa «fare un'esperienza e crescere da qualche altra parte». Lui arriva al sodo: «D'accordo, mi informo un attimino, mi mandi il nome, Stefy». Lei: «Ti mando nome e numero di telefono». La conversazione continua, ma chi indaga ne ha «omissato» una parte. E quando la chiacchierata riprende, viene toccato il tema caro alla renziana: la campagna elettorale. «E poi volevo fare due chiacchiere con te…», dice la vicepresidente. «Sì, bene… quando vuoi», assicura Carini. «Per capire se tu mi davi una mano a settembre prossimo (verosimilmente per le elezioni regionali, ndr)», prosegue la donna. «Questo, lo sai, pancia a terra… come diceva Toninelli (probabilmente l'ex ministro M5s ndr), assicura Carini. Che poco dopo propone: «Ascolta, mi chiami te quando vuoi, io sono a tua disposizione, vengo una sera lì in assessorato, ci si vede un sabato a prendere un caffè… come ti pare a te… un fine settimana». «Ecco magari… un fine… magari un fine serata quando tu vieni via da Scandicci, tu ti fermi qui» replica la Saccardi al suo interlocutore, che per i magistrati rappresenta il «vero e proprio dominus in grado di programmare in ogni dettaglio la progressione della carriera accademica di coloro che intende favorire», ovviamente «con l'imprimatur del rettore Dei».
Jose Mourinho (Getty Images)