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Non sapendo dove prendere le risorse per il Paese invaso, la Commissione riesuma il salva Stati, la cui riforma è bloccata dal veto di Roma. Poi mette l’elmetto pure alla libera circolazione e lancia la «Schengen militare».

Come non averci pensato prima? Alle «tre strade senza uscita» per dare soldi all’Ucraina elencate da Giuseppe Liturri pochi giorni fa su questo giornale se ne aggiunge una quarta, ancor più surreale, resa nota dalla Stampa di ieri. Ursula von der Leyen avrebbe proposto di utilizzare «a fondo perduto» per Kiev le giacenze del famigerato Mes, il Meccanismo europeo di stabilità la cui riforma è di fatto bloccata dalla mancata ratifica parlamentare del nostro Paese.

Fermare l’ultima eurotrappola è una questione di democrazia
(Ansa)
L’idea di introdurre il voto a maggioranza nell’Unione mina i diritti incomprimibili dei Paesi membri. Il «no» pronunciato in Aula dal presidente del Consiglio è pesante tanto quanto quello contro il Mes.
Mes, l’incubo continua 15 anni dopo
Pierre Gramegna (Ansa)
La storia di questo costoso scudo anti crisi che impone riforme invasive inizia nel 2010. Ed è segnata da una inquietante sottovalutazione da parte della politica.
L’ultimo trappolone di Bruxelles è il Mes travestito da eurobond
Ursula von der Leyen (Imagoeconomica)
La Commissione vuol proporre un meccanismo di debito congiunto da attivare per le crisi. Non si capisce perché l’Italia debba assoggettarsi ai vincoli del debito Ue quando può autofinanziarsi quasi allo stesso prezzo.
Tornano le pressioni sull’Italia per la ratifica della riforma. Spread sotto i 100 punti: è il momento giusto per dire basta.
Le Firme

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