L’idea di introdurre il voto a maggioranza nell’Unione mina i diritti incomprimibili dei Paesi membri. Il «no» pronunciato in Aula dal presidente del Consiglio è pesante tanto quanto quello contro il Mes.
La storia di questo costoso scudo anti crisi che impone riforme invasive inizia nel 2010. Ed è segnata da una inquietante sottovalutazione da parte della politica.
La Commissione vuol proporre un meccanismo di debito congiunto da attivare per le crisi. Non si capisce perché l’Italia debba assoggettarsi ai vincoli del debito Ue quando può autofinanziarsi quasi allo stesso prezzo.