2025-05-14
La Germania rinnega il Patto di stabilità. Tornano le pressioni sull’Italia per il Mes
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Berlino ammette che violerà quelle stesse regole che ha imposto a Bruxelles. E c’è chi vuole usare il fondo salva Stati per il riarmo.Debutto all’Eurogruppo per il nuovo ministro delle finanze tedesco, il socialdemocratico Lars Klingbeil. La riunione dei ministri delle finanze europei di lunedì verteva sul Meccanismo europeo di stabilità (il Mes) e sull’unione bancaria, ma c’è stato spazio per illustrare le priorità politiche del governo tedesco entrante.Klingbeil, come era inevitabile, ha nominato in quella sede l’elefante che si aggira per le stanze di Bruxelles: il Patto di stabilità, appena nato e già in crisi. Il nuovo governo di Friedrich Merz ha intenzione di violare quelle stesse regole che ha preteso di far approvare in Europa poco più di un anno fa e che riguardano il mantenimento dei celebri parametri europei (deficit di bilancio entro il 3% del Pil e debito pubblico al di sotto del 60% del Pil).La Germania ha modificato la propria Costituzione a parlamento scaduto, pur di poter fare più debito: ora, la spesa per la difesa e la sicurezza superiore all’1% del Pil è esentata dal limite dello 0,35%. La riforma tedesca ha anche creato un fondo extra-bilancio di 500 miliardi di euro per investimenti infrastrutturali, mentre i Länder ora possono arrivare a un deficit massimo dello 0,35% del Pil (prima era zero). Il nuovo piano da 1.000 miliardi di euro di spesa del cancelliere Merz sarà forse in accordo alla nuova Costituzione tedesca, ma è in contrasto con le regole europee del nuovo patto di stabilità.Lo certifica anche uno studio dell’Istituto Bruegel: nonostante la clausola di salvaguardia nazionale voluta da Ursula von der Leyen (che consente ai paesi di spendere fino all’1,5% del Pil in quattro anni per la difesa, senza penalizzazioni), con questo piano di spesa la Germania violerà il patto.Attraverso questa manovra Berlino pensa di rilanciare l’economia tedesca, in recessione da due anni. Investimenti per riarmo e infrastrutture sono improvvisamente diventate le priorità del governo tedesco.C’entra, in questo cambio di rotta, la crisi del modello economico tedesco, tutto teso all’export manifatturiero e consacrato al pareggio di bilancio. Secondo uno studio di Scope Ratings, negli ultimi 30 anni gli investimenti pubblici netti annuali in Germania sono stati pari allo 0,1% del Pil, cioè praticamente nulla. La pessima situazione delle ferrovie tedesche è emblematica di questa situazione, mentre i dazi imposti dagli Stati Uniti hanno mostrato al mondo la situazione di enorme squilibrio commerciale tra gli Usa e la Germania, mentre gli europei hanno perso potere d’acquisto.Ora Merz vuole spendere 37,5 miliardi all’anno per le infrastrutture da qui al 2029, per un totale di 150 miliardi. In più ci sono le spese per gli armamenti e il fondo extra-bilancio da 500 miliardi.Berlino vorrebbe una deroga o una sospensione del patto di stabilità, con qualche mugugno dell’Olanda, che non è d’accordo. Ma si tratta di dialettica interna ai paesi cosiddetti frugali, improvvisamente scopertisi spendaccioni (per dirla con l’ex ministro delle finanze olandese, ora sindaco di Eindhoven, Jeroen Dijsselbloem), che presto sfumerà.La Germania non è la Grecia: mentre il Paese mediterraneo a suo tempo fu massacrato in nome delle regole europee, per la Germania si procederà a un cambio di quelle regole, probabilmente, o ad una nuova sospensione del patto di stabilità per qualche anno, come fu in epoca Covid. Oppure ancora la Germania ignorerà le regole europee, come ha già fatto in passato. Una nuova dimostrazione, l’ennesima, che nella fattoria degli animali europei tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. Il pilota automatico delle regole europee è automatico solo se riguarda alcuni, come l’Italia o la Grecia, mentre quando si tratta della Germania si prende la cloche e si vira.Durante la riunione dell’Eurogruppo, parlando di Mes, non è mancata l’occasione di fare pressioni sull’Italia affinché ratifichi la riforma del Meccanismo europeo di stabilità. Il ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha ribadito ai colleghi dell’Eurozona «che il Parlamento è sovrano e che non ci sono i numeri» per votare la ratifica. Il direttore generale del Mes, Pierre Gramegna, ha richiamato l’urgenza di rendere operativo il meccanismo: «Un’unione bancaria svantaggiata rispetto ad altre giurisdizioni a causa della mancanza di un backstop comune indebolisce l’attrattiva delle banche europee», ha affermato.Ieri in una nota Matteo Salvini ha ribadito il no alla ratifica del Mes: «Il Parlamento, grazie anche alla posizione ferma della Lega che ha sempre combattuto il Mes sin dai tempi di Monti, ha già respinto il tentativo dell’Ue di metterci questo cappio al collo. Visto che si insiste a proporre questa modifica che la Lega non ratificherà mai, rispondiamo proponendo di liquidare la quota italiana per riprenderci i nostri quindici miliardi con cui potremmo abbassare le tasse, fare investimenti e aumentare le pensioni, lasciando liberi gli altri di fare quello che vogliono».I messaggi all’Italia sul tema non si fermano, però, considerato che alcuni Paesi ora vorrebbero utilizzare il Mes per finanziare il piano di riarmo europeo. Giorgetti ha rassicurato sul fatto che l’Italia può raggiungere il 2% del Pil di spesa per la difesa senza sforare i parametri, ma si attende ora il prossimo ciclo di pressioni sull’Italia per la ratifica.
La sede della Corta penale internazionale dell’Aia (Ansa)
Volodymyr Zelensky (Getty Images)