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«Il contenzioso sui fondi russi potrebbe costarci 25 miliardi»
Alberto Bagnai (Ansa)
Il leghista Alberto Bagnai: «Pericoloso violare il principio di unanimità, leader inadeguati operano ormai fuori dai Trattati. A Trump serve un’Europa prospera, per questo attacca la Ue».
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Giorgio Starace: «Leone appoggia il piano Usa per Kiev»
Giorgio Starace (Ansa)
L’ex ambasciatore a Mosca: «Oggi Roma e il Vaticano sono le capitali morali d’Europa. Zelensky non cadrà perché ai Paesi Ue fa comodo. Le parole di Trump sono un’opportunità: ci vuol dare la leadership della Nato».

Stupore in Europa dopo la pubblicazione della «dottrina Trump», contenuta del documento della sicurezza nazionale americana che striglia il vecchio continente: «O si cambia, o scomparirete». Giorgio Starace, ex ambasciatore italiano a Mosca, è una rivoluzione?

«Non mi sorprenderei più di tanto. Già durante il suo primo mandato Trump ci aveva avvertito: le sue idee avrebbero preso corpo in una vera e propria “dottrina”, in un manifesto strategico. Che ha il pregio di essere oggi più chiaro che mai».

Chiaro ma terribile. Trump sta abbandonando l’Europa sul piano militare?

«Al contrario, la vedo come un’opportunità straordinaria. Gli Usa incoraggiano l’Europa ad assumere addirittura la leadership della Nato».

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«Non solo le carriere: ci vuole la separazione anche dei “palazzi”»
Giuseppe Benedetto (Imagoeconomica)
Giuseppe Benedetto, presidente di Fondazione Einaudi: «Il ddl Stupri porta le toghe dentro ai letti e, invertendo l’onere della prova, apre a vendette».

«Non basta la separazione delle carriere: serve la separazione dei “palazzi”. Giudici e pm non devono neanche incontrarsi». Giuseppe Benedetto, avvocato siciliano di lungo corso, è il presidente della Fondazione Einaudi, storico punto di riferimento della cultura liberale. Da quel centro studi è nato il Comitato «Sì separa», in prima linea per il sì al referendum sulla riforma della giustizia. «L’Anm è solo un sindacato privato, e con questa riforma smetterà di dettare legge sulle nomine. Serve un cambio culturale: le toghe sono dipendenti pubblici, non i sacerdoti dell’etica, che oggi mettono piede persino in camera da letto».

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