2024-09-10
Parte la caccia ai nominati da Sangiuliano
L'ex ministro Gennaro Sangiuliano. Nel riquadro: Valerio Caprara, figlio del segretario di Palmiro Togliatti (Getty Images)
La sinistra all’assalto dei presunti incarichi conferiti prima delle dimissioni tuona contro «l’occupazione militare» dei posti. Ma tra gli esperti sotto contratto al Mibac confermati dal centrodestra c’è perfino il figlio del segretario di Palmiro Togliatti.Che mi venga un golpe: la sinistra maramaldeggia sull’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ma va in trance agonistica e lo accusa pure di un inesistente colpo di mano nelle nomine dell’ultimo giorno, accusandolo nientedimeno di aver scelto i membri della commissione che si occupa del finanziamento dei film italiani, con a disposizione un budget di 50 milioni di euro, seguendo la logica dell’occupazione militare. In sostanza, secondo i paladini del pluralismo (quando non governano loro), i nomi scelti sarebbero espressione della becera destra fascistoide, tanto che chiedono al nuovo ministro Alessandro Giuli di annullarle. Vediamo qualche dichiarazione in merito: «Il ministro Giuli», tuona la deputata di Avs Elisabetta Piccolotti, «intervenga e ritiri le nomine dell’ultimo momento di Sangiuliano e cambi la riforma: ha l’opportunità di essere ricordato come colui che ha salvato le piccole produzioni indipendenti italiane da morte certa, e con loro un serbatoio di creatività che è vitale per la nostra cultura». La capogruppo del Pd, Irene Manzi, invita Giuli a riferire alla camera, dove «avrà anche il modo di chiarire alcuni aspetti ancora molto poco chiari, a partire dalle nomine fatte in fretta e furia da Sangiuliano prima di dimettersi, alla governance di Ales, e a tutti i contorni dell’organizzazione del G7 cultura». Infine, l’eurodeputato dem Sandro Ruotolo: «Come Partito Democratico non abbiamo dubbi», afferma Ruotolo, «dobbiamo costruire l’alternativa al governo Meloni, il governo più di destra nella storia repubblicana del nostro Paese che sta governando male e che nella cultura e nell’informazione ha un’unica politica: occupare tutto quello che si può occupare perché ossessionato dall’egemonia culturale della sinistra. Noi abbiamo bisogno invece del pensiero libero e non della censura o dell’autocensura».Molto bene, anzi malissimo: diamo un nome e un cognome ai pericolosi occupanti di destra che Sangiuliano ha piazzato nella commissione incaricata di distribuire i finanziamenti alle opere cinematografiche. Il nome più in vista è quello di Paolo Mereghetti, critico cinematografico del Corriere della Sera, decano dei giornalisti specializzati. Laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Milano con una tesi su Orson Welles, ha realizzato il più celebre e dizionario dei film in lingua italiana Il Mereghetti, che cura dal 1993. Nel 2001 ha vinto il Premio Flaiano per la critica cinematografica. Tutt’altro che di destra, Mereghetti è semplicemente una autorità assoluta nel settore. Che dire di Valerio Caprara? Figlio di Massimo, storico segretario di Palmiro Togliatti, ha insegnato storia e critica del cinema alla facoltà di Lettere e filosofia dell’Università Orientale di Napoli. È stato tra l’altro Direttore artistico degli Incontri Internazionali del Cinema di Sorrento dal 1983 al 2000; dal 2010 al 2018 è stato prima Amministratore unico e poi presidente della Film commission della Regione Campania e successivamente Presidente della stessa società trasformatasi in Fondazione. Dal 2011 al 2017 è stato membro della Commissione per la cinematografia (sezione per la promozione) presso il ministero per i Beni e le attività culturali. Dal 2017 è membro del comitato scientifico della Fondazione centro sperimentale di cinematografia. Ha pubblicato molti volumi. Tra i componenti della commissione ci sarebbero poi Valerio Toniolo, Massimo Galimberti e Pasqualino Damiani, che non hanno bisogno di presentazione per un motivo estremamente semplice: facevano già parte della commissione quando a dirigere il ministero della Cultura c’era Dario Franceschini, e siamo quindi certi che dalle parti del Pd non verranno accusati di vicinanza all’estrema destra. Non ha bisogno di particolari presentazioni nemmeno Stefano Zecchi, intellettuale conosciuto al grande pubblico. Tra i prescelti da Sangiuliano ci sarebbe poi anche l’autore e regista Franco Matteucci. E arriviamo alle punte di diamante del manipolo di destrorsi brutti, sporchi e cattivi, collocati da san giuliano nella commissione per far approdare il cinema italiano sulle sponde della destar radicale. Una di codesti loschi figuri è Luigi Mascheroni, firma del Giornale, autore di due docufilm, che però, pensate un po’, avrebbe pure deciso di rinunciare all’incarico perché ha altri progetti in cantiere nel mondo della cultura; l’altro è Francesco Specchia, poliedrico giornalista di Libero, che però ha il torto di andare spesso in tv a dire quello che pensa, e quindi rappresenta un pericolo per la democrazia cinematografica italiana. Come vedete, altro che svolta a destra: la commissione resta saldamente a maggioranza progressista, e Sangiuliano, ha solo tentato un timido riequilibrio. A proposito: la precedente commissione ebbe il coraggio di negare i finanziamenti a C’è ancora domani,il film di Paola Cortellesi che ha sbancato i botteghini, che fu etichettato «progetto di opera non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale». Le 19 candidature ai David di Donatello e i sei premi vinti avranno, ne siamo certi, consolato la Cortellesi dalla bocciatura da parte della commissione, tanto ma tanto rimpianta a sinistra, nominata da Franceschini.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.