2025-11-25
Usa e Ucraina accelerano: c’è l’ok a 19 punti
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Ridotti i paragrafi del primo documento, il resto dovrebbe essere discusso direttamente da Volodymyr Zelensky con il presidente americano Il nodo più intricato riguarda le regioni da cedere. Forse ci sarà un incontro in settimana. E l’ultimatum per giovedì potrebbe slittare.È un ottimismo alla Giovanni Trapattoni, quello espresso ieri da Donald Trump sul processo diplomatico ucraino. «È davvero possibile che si stiano facendo grandi progressi nei colloqui di pace tra Russia e Ucraina? Non credeteci finché non li vedete, ma potrebbe succedere qualcosa di buono», ha dichiarato il presidente americano su Truth, seguendo evidentemente la logica del «non dire gatto, se non ce l’hai nel sacco». Una presa di posizione, quella dell’inquilino della Casa Bianca, arrivata dopo i recentissimi colloqui, tenutisi a Ginevra, tra il segretario di Stato americano, Marco Rubio, e la delegazione ucraina: colloqui che hanno portato a una nuova versione, definita da Washington «aggiornata e perfezionata», del piano di pace statunitense. «I rappresentanti ucraini hanno dichiarato che, sulla base delle revisioni e dei chiarimenti presentati oggi (l’altro ieri, ndr), ritengono che l’attuale bozza rifletta i loro interessi nazionali e fornisca meccanismi credibili e applicabili per salvaguardare la sicurezza dell’Ucraina sia nel breve che nel lungo termine», si legge in una dichiarazione congiunta tra Washington e Kiev, pubblicata nella serata di domenica. Non solo. Mentre Rubio ha parlato di «enormi progressi», la Casa Bianca, in una nota, ha definito i colloqui ginevrini «costruttivi, mirati e rispettosi», per poi aggiungere che «qualsiasi accordo futuro deve rispettare pienamente la sovranità dell’Ucraina e garantire una pace sostenibile e giusta».Nel momento in cui La Verità andava in stampa, non era ancora del tutto chiaro in che cosa consistesse la versione emendata del piano statunitense: secondo Bloomberg, sarebbe comunque stato cancellato il punto sull’uso dei beni russi congelati per la ricostruzione. Mosca ha tuttavia fatto sapere di non avere ancora visionato la proposta modificata. «Finora non abbiamo ricevuto nulla di ufficiale», ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Stando al Financial Times, la nuova proposta consterebbe di 19 punti anziché 28: questo perché che gli «elementi politicamente più sensibili» dovrebbero essere discussi direttamente da Trump e Volodymyr Zelensky. Non a caso, secondo la Cbs, il presidente ucraino potrebbe recarsi negli Stati Uniti già in settimana per incontrare l’inquilino della Casa Bianca, il quale potrebbe a sua volta prorogare di sette giorni la deadline, originariamente fissata al 27 novembre, per il sì di Kiev al progetto di pace statunitense. In questo quadro, ieri pomeriggio, Zelensky ha detto che avrebbe atteso il ritorno della sua delegazione negoziale dalla Svizzera per avere un «rapporto completo» sui risultati delle trattative ginevrine. «Sulla base di questi rapporti, determineremo i prossimi passi e la tempistica. Continueremo a coordinarci con l’Europa e gli altri partner in tutto il mondo», ha specificato. Al momento, nonostante si stia registrando una progressiva convergenza tra Washington e Kiev, sembra che il principale nodo sul tavolo resti quello delle concessioni territoriali.Nel frattempo, sempre ieri, Vladimir Putin ha avuto una telefonata con Recep Tayyip Erdogan. «Il presidente ha affermato che la Turchia, come in passato, è pronta a contribuire a ogni iniziativa e piano diplomatico che apra la strada a una pace permanente nella nostra regione, per dirigere i negoziati tra Russia e Ucraina», ha dichiarato il governo di Ankara dopo il colloquio telefonico tra i due leader. «Vladimir Putin ha osservato che queste proposte, nella versione in cui le abbiamo esaminate, sono in linea con le discussioni del vertice russo-americano in Alaska e, in linea di principio, possono essere utilizzate come base per una soluzione pacifica definitiva», ha affermato, dal canto suo, il Cremlino, riferendosi al piano di pace originario della Casa Bianca. Non solo. Sempre ieri, Trump ha avuto una telefonata con Xi Jinping. Nell’occasione, oltre a parlare delle relazioni bilaterali Usa-Cina e della questione di Taiwan, i due leader hanno affrontato anche il dossier della crisi ucraina. «Il presidente Xi ha sottolineato il sostegno della Cina a tutti gli sforzi volti a favorire la pace», si legge in una nota di Pechino.Quello tra Stati Uniti e Cina è il consueto minuetto. Uno degli obiettivi di Trump con la pace in Ucraina è infatti quello di sganciare il più possibile Mosca da Pechino. Non a caso, il piano originario americano in 28 punti prevedeva un «accordo di cooperazione economica a lungo termine» tra Usa e Russia. La Casa Bianca sta d’altronde cercando di incunearsi nelle relazioni tra Mosca e Pechino facendo leva sia sull’economia che sul Medio Oriente: quadrante in cui il Cremlino punta a recuperare terreno in termini d’influenza. Non è probabilmente un caso che nella diplomazia ucraina siano significativamente coinvolti tanto Jared Kushner quanto Steve Witkoff: le principali figure di raccordo della Casa Bianca con Israele e con l’Arabia Saudita. La Cina è consapevole delle manovre di Trump. E infatti, al netto degli auspici astratti, non è che il Dragone abbia fatto finora granché per favorire la conclusione della guerra in Ucraina.