2025-11-25
Famiglia nel bosco, cade un’accusa. «Rispettati gli obblighi scolastici»
Il ministero dell’Istruzione cassa uno dei rilievi con cui il Tribunale dei minorenni ha allontanato i tre figli dai genitori: «Fanno educazione domiciliare, sono in regola». Nordio, intanto, dà il via agli accertamenti.Se c’è un colpevole già accertato nella vicenda della «famiglia del bosco», che ha visto i tre figli di Catherine Birmingham e Nathan Trevallion affidati dal Tribunale dei minori dell’Aquila a una struttura, è al massimo l’ingenuità dei genitori, che hanno affrontato le contestazioni da parte dei servizi sociali prima e del tribunale poi. Forse pensando che la loro buona fede bastasse a chiarire i fatti, senza affidarsi al supporto di un professionista che indicasse loro quale documentazione produrre. Del resto, in procedimenti come quello in cui sono stati coinvolti non è obbligatorio avere il sostegno di un legale e risulta che il sindaco del loro Comune, Palmoli in provincia di Chieti, li avesse rassicurati sul fatto che tutto si sarebbe risolto velocemente e senza traumi. Ma i fatti sono andati molto diversamente.Una delle principali contestazioni che i giudici del capoluogo abruzzese muovono a Nathan e alla moglie riguardale condizioni dell’immobile, che il tribunale ritiene non essere adatto a ospitare bambini. Questa valutazione fa sorgere spontanea una domanda: ma se la casa dei Trevallion era un rudere, come l’hanno definita le forze dell’ordine in una prima, sommaria relazione, perché il Comune ha concesso la residenza lì alla famiglia? «Il Comune nel 2021 ha dato a tutti e cinque la residenza», dice l’avvocato Giovanni Angelucci, legale dei Trevallion. «Certo, la residenza è una cosa e l’abitabilità è un’altra, ma una casa non abitabile non deve essere una buona motivazione per togliere i figli. Comunque Nathan, che nei giorni scorsi ha richiesto al consolato australiano i passaporti dei due figli minori per formalizzare la loro posizione di cittadini australiani residenti in Italia, paga le tasse a Palmoli. Non l’Imu, perché è una casa antica, ma la tassa sui rifiuti sì, anche se butta l’immondizia una volta al mese». Nelle carte giudiziarie viene citata la «perizia eseguita da un geometra su incarico dei genitori, nella quale si attesta l’assenza di lesioni strutturali pregiudizievoli per la statica dell’abitazione, l’assoluta assenza di impianti elettrico e idrico/sanitario e la carenza di rifinitura e infissi». Un documento, secondo il provvedimento del Tribunale, «del tutto insufficiente a dimostrare condizioni dell’immobile idonee alla tutela dell’integrità fisica dei minori». Per le toghe, «l’assenza di agibilità e, pertanto, di sicurezza statica (anche sotto il profilo del rischio sismico e della prevenzione di incendi), degli impianti elettrico, idrico e termico e delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità dell’abitazione comporta una presunzione ex lege (articolo 24 Testo unico dell’edilizia) dell’esistenza di pericolo di pregiudizio per l’incolumità e l’integrità fisica dei minori».Ma una nuova relazione, sottoscritta dall’ingegnere Franco Di Nuzio, che ha ricevuto da Nathan Trevallion l’incarico di redigere il Certificato di idoneità statica del fabbricato, mette in discussione le conclusioni dei giudici. Il tecnico infatti, dopo aver premesso che le normativa regionale «prevede che, nelle zone a bassa sismicità all’epoca di realizzazione dell’intervento, il tecnico abilitato redige il certificato di idoneità statica conformemente alla disciplina edilizia vigente all’epoca di realizzazione della struttura», mette nero su bianco che «il fabbricato non presenta fenomeni di degrado o dissesto tali da pregiudicarne la stabilità nell’immediato» e, soprattutto, che «le opere sono in accettabile stato di manutenzione».E anche sulla mancanza degli impianti, la famiglia Trevallion è pronta a correre ai ripari e apportare migliorie all’immobile. Un ingegnere ha già redatto un progetto e a breve verrà presentata agli uffici del Comune di Palmoli la regolare segnalazione di inizio attività. Il progetto prevede di aggiungere al casolare un vano, che ospiterà all’interno il gabinetto, collegato a un sistema di fitodepurazione «suggerito e sovvenzionato dall’Unione europea». Una nuova disposizione degli spazi interni consentirà la realizzazione di una cameretta per i tre bambini, che finora dormivano in camera con i genitori.«I carabinieri, quando sono intervenuti la prima volta, hanno prodotto una paginetta piuttosto asettica in cui scrivono che l’immobile non sarebbe abitabile perché mancano gli allacci, cioè questi signori non pagano la bolletta della luce, non pagano la bolletta del gas, non pagano la bolletta dell’acqua...», dice l’avvocato Angelucci. «Sulla base di questa paginetta parte un’indagine. Però è assodato che l’elettricità è fornita dai pannelli solari e, infatti, i Trevallion hanno una casa illuminata regolarmente. Quanto alle tubature del gas, in quella zona non arrivano perché è campagna. Avrebbero potuto mettere il bombolone interrato di butano, ma non l’hanno fatto perché hanno un camino che riscalda la casa, una cucina alimentata a legna che tiene la casa a 22 gradi di temperatura costante».L’avvocato segnala, poi, un altro particolare rilevante. «Nei primi mesi di questa procedura, ad aprile, il tribunale ha dichiarato in un primo provvedimento provvisorio e cautelare che sarebbe stato necessario incaricare un Ctu, consulente tecnico d’ufficio, per valutare la staticità dell’immobile e la salubrità dello stesso e, quindi, per capire se quanto scritto dai carabinieri fosse vero o meno. Da aprile a ottobre, quindi per sei mesi o più, non è stato mai nominato nessuno. Nel fascicolo non c’è un incarico peritale dato né dal tribunale né dagli assistenti sociali tant’è vero che abbiamo preso in mano la situazione noi e purtroppo, soltanto un paio di settimane fa, è stato dato l’incarico a un ingegnere strutturista e ambientale di svolgere accertamenti».Per quanto riguarda la mancanza di acqua corrente, l’avvocato spiega che «la famiglia ha un pozzo per l’acqua igienico-sanitaria a cui attinge quotidianamente l’acqua e la faccio bollire per lavarsi. E poi hanno una fonte a poche centinaia di metri da casa dove quotidianamente vanno ad approvvigionarsi di acqua potabile, come tutte le famiglie della zona».I rilievi di ambito sanitario non riguardavano, però, soltanto le condizioni della casa. Si è insistito molto sul fatto che i bambini dei Trevallion non siano vaccinati. «In realtà hanno i ciclo vaccinale obbligatorio che hanno fatto appena nati», dice l’avvocato. «Hanno il tesserino sanitario nazionale e fino al 2021, quando vivevano in provincia di Teramo, avevano un pediatra, poi non ne hanno nominato un altro anche perché non ne hanno mai avuto bisogno. Quanto ai vaccini», insiste Angelucci, «non hanno fatto il richiamo perché non vanno a scuola. Esiste l’obbligo soltanto se si entra in un complesso scolastico».Infine c’è la questione dell’educazione. I Trevallion praticano quello che viene definito «unschooling», una forma di istruzione parentale che può non essere stimata ma è concessa dalla legge. Su questo tema, ciò che dice il tribunale dell’Aquila appare viziato da una carenza di documentazione. Nel provvedimento, infatti, si legge: «I genitori non hanno esibito al Servizio sociale, né prodotto in giudizio, la dichiarazione annuale al dirigente scolastico della scuola più vicina sulla capacità tecnica o economica di provvedere all’insegnamento parentale, diretta a consentire al dirigente scolastico il controllo della fondatezza di quanto dichiarato». I genitori avrebbero prodotto solo prodotto «un certificato di idoneità alla classe terza» per uno dei figli, «rilasciato dalla “Novalis open school” di Brescia». Ma in un documento rilasciato il 3 novembre dal dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo statale Castiglione Messer Marino - Carunchio, e inviato al sindaco di Palmoli, si legge: «A integrazione e specificazione di quanto comunicato in data 09 maggio 2025 (…) si ribadisce che, per l’anno scolastico 2025/2026, la famiglia Trevallion ha dichiarato e comunicato a questo istituto in data 10 aprile 2025 di volersi avvalere del diritto all’istruzione parentale per i propri figli, come previsto e disciplinato dall’articolo 1, comma 4, del decreto legislativo 76/2005».E sul punto del percorso scolastico dei tre bambini il ministero dell’Istruzione, guidato da Giuseppe Valditara, sembra aver messo la parola fine: «Al ministero risulta regolarmente espletato l’obbligo scolastico attraverso l’educazione domiciliare legittimata dalla Costituzione e dalle leggi vigenti e tramite l’appoggio a una scuola autorizzata. La conferma è arrivata dal dirigente scolastico dell’istituto di riferimento per il tramite dell’ufficio scolastico regionale», ha dichiarato ieri il ministero. Come mai questi documenti ufficiali non sono arrivati al tribunale? Secondo l’avvocato Angelucci, sono stati gli assistenti sociali a non condividerli con l’autorità giudiziaria, il che - se fosse confermato - sarebbe decisamente disdicevole.Una risposta arriverà, forse, dalla documentazione che i magistrati del capoluogo abruzzese hanno inviato al ministero della Giustizia. Il guardasigilli Carlo Nordio ha avviato gli accertamenti sul caso e saranno quindi verificate eventuali violazioni.