2024-11-25
Maggioranza sulla manovra: ok agli emendamenti condivisi
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Giancarlo Giorgetti e Giorgia Meloni (Ansa)
Via libera solo agli emendamenti concordati da tutti. Dubbi su taglio dell'Irpef e del canone Rai chiesti rispettivamente da Forza Italia e Lega. Al Tesoro il compito di valutare le coperture. Sono le 21 passate quando si scioglie il mistero che per tre ore aveva avvolto il vertice di maggioranza sulla manovra di bilancio convocato per ieri alle 18. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il leader di Noi moderati Maurizio Lupi si sono incontrati con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a casa del premier. «L’incontro ha riscontrato la piena condivisione di vedute a sostegno di una manovra che, in continuità con le due precedenti, guarda alle esigenze del sistema sanitario, di famiglie, lavoratori e tessuto produttivo» si legge in una nota condivisa. «È intenzione del Governo ascoltare con attenzione le proposte migliorative che giungeranno dal Parlamento, sempre nel rispetto di una legge di bilancio seria e con la dovuta attenzione ai conti pubblici, che devono ancora affrontare i gravissimi danni causati dal super bonus, che nel 2025 graverà sulle casse dello Stato più dell’intera manovra. Alla riunione, i leader hanno dato mandato al Ministro Giorgetti di valutare, alla luce delle coperture necessarie, la praticabilità di alcune proposte di modifica condivise da tutte le forze politiche della maggioranza, in particolare relative alle forze dell'ordine, alle politiche sociali e ai settori produttivi».I correttivi al testo della manovra, potrebbero riguardare l'esclusione delle forze dell'ordine dal blocco parziale del turn-over nella Pa, l'introduzione dell'Ires premiale per le aziende - richiesta dalle associazioni datoriali - e alcune misure a sostegno delle famiglie come la Dote Famiglia da 500 euro per sostenere le attività extra scolastiche degli under 14. Niente stravolgimenti del testo, dunque, né proposte che non trovano la condivisione di tutti.Difficile possa trovare spazio tra i correttivi la conferma della riduzione da 90 a 70 euro del canone Rai anche per il 2025, avanzata dalla Lega con un emendamento al Dl Fiscale. Una misura ritenuta non prioritaria da Forza Italia. Così come risulta improbabile anchel'ulteriore taglio dell'Irpef sul quale insiste da tempo Forza Italia. S questi temit anto la Lega quanto Fi non sembrano voler mollare la presa.Nelle ore che hanno preceduto l’atteso vertice di maggioranza sulla manovra di bilancio 2025 a Palazzo Chigi, è il vicepremier Antonio Tajani a inviare messaggi di rassicurazione durante la trasmissione di Rai tre In mezz’ora. «Siamo sempre usciti con una posizione unitaria, un po’ di dibattito serve» ha spiegato aggiungendo: «La manovra economica si può aggiustare in Parlamento con l'accordo fra tutte le forze di maggioranza. Il mio obiettivo è quello di continuare ad aiutare il ceto medio. Con gli introiti del concordato preventivo credo che si possa abbassare l'aliquota Irpef e dare un segnale al ceto medio che è quello che si carica il peso dell'Italia dalla fine della seconda guerra mondiale».Sulle polemiche con l’altro vicepremier Matteo Salvini aggiunge: «Non ci trattiamo male, siamo partiti diversi con sensibilità diverse». Parole ribadite anche dal capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti in un’intervista al Corriere della Sera dove chiarisce: «Noi siamo una coalizione unita, compatta, una competizione anche interna può esistere, ma non farei mai cambio con i problemi che dovranno affrontare dall'altra parte» riferendosi alla sinistra. «La bandiera migliore per noi è dare un segnale all'estero di stabilità politica e intervenire tenendo conto del debito. Questo stiamo facendo, e le agenzie di rating ci stanno premiando». Foti anticipa i temi del vertice di maggioranza previsto per ieri sera. «Si parlerà sicuramente di una legge di bilancio uscita molto ben fatta dal governo e che sicuramente non è intoccabile, ma sempre in un ambito non dobbiamo offrire il fianco a un'opposizione che cerca solo lo scontro. Si sciopera contro un governo che per la prima volta stabilizza il taglio del cuneo fiscale, tutto a vantaggio del lavoratore. E sulla sanità c'è poco da discutere, è in assoluto lo stanziamento più alto fatto da un governo finora». Gli scontri interni insomma a Foti non preoccupano «perchè li ritengo fisiologici. Sapremo trovare una sintesi». Come sul canone Rai, il cui taglio è chiesto con forza dalla Lega. «Non è questione di ragione o torto, ma di risorse. Se ce ne sono si potrà intervenire. Credo che la premier e i ministri competenti daranno le giuste indicazioni». Per il capogruppo FdI a Montecitorio, «è normale che sia il presidente consiglio a decidere su materie che le competono, così come è normale sia lei a interpretare e ufficializzare la linea del governo». Quanto alla sostituzione di Raffaele Fitto come ministro degli Affari europei e del Pnrr, conclude Foti, sarà Giorgia Meloni a «indicare chi possa essere o non essere la persona che le succederà nell'interim o farà da surroga. E lo farà bene. Se ne facciano tutti una ragione».
Xi Jinping e Donald Trump (Ansa)