2025-05-07
Il governo tedesco nasce zoppo
Friedrich Merz (Getty images)
L’ammucchiata messa in piedi appositamente per tenere Afd fuori dalla stanza dei bottoni naufraga al primo voto sotto i colpi dei franchi tiratori. Friedrich Merz passa soltanto al secondo tentativo: non era mai successo, una macchia indelebile sul suo esecutivo. Weidel al contrattacco dopo il report degli 007: «Cancelliere screditato, torniamo alle urne».La Germania, negli ultimi decenni, non ha mai toccato il fondo come ora. Per la prima volta, nella storia parlamentare tedesca, un cancelliere designato non è stato eletto al primo turno. Al primo turno, 18 della coalizione non lo hanno votato e non ha raggiunto la maggioranza per sei voti. Nasce un governo che dal mattino al pomeriggio ha dovuto fare qualche pasticcio e impapocchiare maldestramente per ottenere i voti necessari. Vede la luce un governo debole, impasticciato fin dal suo nascere, guidato da Friedrich Merz e che, quindi, non fa sperare nulla di buono. La Germania è in crisi economica, settore automotive in testa, per le scelte green da lei volute e dalla signora Angela Merkel eseguite. Ora, alla debolezza economica della Germania, che è un male per tutta l’Europa e per l’Italia in particolare perché è un Paese dove esportiamo molto, si aggiunge una debolezza politica causata dalla volontà di mettere per forza assieme alla Cdu/Csu il sostegno dell’Spd ed escludere così il partito di estrema desta Afd che, alle elezioni di febbraio, era risultato il secondo partito più votato dopo l’Unione cristiano democratica (centrodestra) e prima dei Socialdemocratici. Nessun partito si era dichiarato disponibile a collaborare con l’Afd. Occorre ricordare che venerdì, in Germania, l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (Bfv), che poi sarebbero i servizi segreti interni, ha indicato il partito di estrema destra Alternative für Deutschland come organizzazione estremista che mette in pericolo la democrazia. Qualcosa di assurdo perché se veramente il partito ha queste caratteristiche esse potevano essere tranquillamente segnalate prima delle elezioni e non dopo. Questo ufficio ha citato come causa le posizioni xenofobe e discriminatorie verso molte parti della popolazione. È matematico che alle prossime elezioni questo partito crescerà. Non ci vuole la sfera di cristallo perché una cosa del genere indigna il 20% della popolazione che lo aveva votato e, dopo la formazione di un governo così pasticciato, non crediamo che i partiti che lo formano guadagneranno consensi. Ma su questo vedremo. Quello che è già certo è che con una Germania così malconcia - e con una Francia con un presidente tanto velleitario quanto debole che ha provato a inserire la sua sedia in San Pietro tra quella di Donald Trump e quella di Volodymyr Zelensky ed è stato respinto come fanno certi gruppi di bambini che dicono: «Non ti vogliamo a giocare con noi» - nel momento in cui per l’Europa si sta presentando l’occasione, non creata da sé stessa, ma imposta da quello che sta succedendo nel mondo (dazi, guerre e destabilizzazione geopolitica dell’ordine mondiale precedente), la debolezza di questi due Paesi, che una volta si chiamava l’asse franco-tedesco, e che ha dominato la politica europea in modo scorretto, molto spesso sleale nonché contro le regole della concorrenza, non è più un’asse ma è diventato una mensola sulla quale si sono accovacciati i due Paesi essendo crollato sotto di essi il consenso e lo sviluppo economico. Più che asse si potrebbe chiamare il listello franco-tedesco.D’altra parte, quando si riduce un Paese potente come la Germania, guidato da una schiappa inconcludente e inidonea come Olaf Scholz, a un Paese debolissimo perché gli elettori voltano le spalle ai partiti che lo hanno governato a favore di un partito estremo, vuol dire che si è rotto quel patto che aveva legato per tanti anni la Grosse Koalition e alle macerie di questa si risponde con un governo che nasce posticcio, e si è disposti, invece di farlo col popolo, a fare un patto col diavolo, cioè ad accordarsi con chiunque e a qualunque condizione pur di raggiungere i propri obiettivi. Se nello stesso giorno un governo non viene votato al mattino dai suoi, e viene viceversa votato il pomeriggio, vuol dire che nelle ore trascorse tra le due votazioni si è fatto qualche garbuglio e imbroglio, un accrocco che, a confronto, il pastone che si dà agli animali è qualcosa di più unitario. Certo, c’è anche da considerare che con questi due Paesi così conciati il governo italiano, pur criticabile, gode di una stabilità che gli altari si sognano e la rispettabilità di cui gode il premier all’estero, a questo punto, può giocare un ruolo ancora più fondamentale ma certamente ancora più difficile. Come potrà un governo così importante, che guida il Paese più popoloso d’Europa, non diventare in tempi brevi un governo pasticcione per tutto ciò che dovrà pagare a coloro che, dalla mattina al pomeriggio, hanno cambiato idea. O sono stati oggetto di un’illuminazione divina, o lo sono stati per un colpo di reni morale dell’ultimo momento, oppure lo sono stati perché gli è stato promesso il possibile e l’impossibile e quella palla al piede Merz se la porterà dietro e se la ricorderà tutti i giorni quando dovrà entrare nella doccia vedendo di non rompere il vetro che la circonda con detta palla di ferro. Non vi aspettate un mea culpa né dalla Francia né tantomeno dalla Germania, non vi aspettate un riconoscimento della evidente debolezza di ambedue, aspettatevi la solita arroganza e tentativi di prevaricazione come al solito. Soprattutto dopo le farneticanti dichiarazioni di Emmanuel Macron che ha letteralmente detto: «Ora più forte che mai il motore franco-tedesco. Sta ora a noi rendere il motore e il riflesso franco-tedesco più forte che mai, accelerare sulla nostra agenda europea di sovranità, di sicurezza e di competitività. Per i francesi, per i tedeschi e per tutti gli europei. Appuntamento a Parigi da domani per lavorarci insieme!». Mamma mia, mi ricorda un amico che tornò al bar, la notte dopo essere stato in discoteca ed essere entrato in una rissa, dicendo: «Ne ho prese tante, ma qualcuna l’ho anche data». Aveva il viso tumefatto. Forse era più raziocinante di Macron. Certo è che, a parte le loro irragionevoli boria e tracotanza, tutti sanno, e non solo in Europa, che da oggi l’Europa è ancora più debole e mister Donald, the president, stasera forse non berrà la Coca zero come al solito, ma mangerà würstel tedeschi e berrà lo champagne francese godendo a suo modo, ma anche non rendendosi conto che un’Europa economicamente debole non fa bene agli Stati Uniti e, forse, fa bene alla Cina.
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