Le Firme

Scopri La Verità

Registrati per leggere gratuitamente per 30 minuti i nostri contenuti.
Leggi gratis per 30 minuti
Nuove storie
Preferenze Privacy
Articles By Author
Il segretario ha stancato pure la5 Cgil: basta scioperi, firmiamo i contratti
Maurizio Landini, Daniela Fumarola e Pierpaolo Bombardieri durante il Forum delle relazioni industriali 2025 in Assolombarda, Milano, 10 Novembre (Ansa)
Monta il malcontento dei settori riformisti (Poste, tessile, chimici): l’isolamento non porta nessun risultato Per adesso restano coperti, ma se anche l’ultima serrata (quella di oggi) sarà un fallimento si faranno sentire.

Passi per l’opposizione puramente politica al centrodestra, che con diverse tonalità di rosso è sempre stata (purtroppo) un tratto distintivo della Cgil. Si può soprassedere pure sull’uso improprio di uno strumento di protesta che andrebbe centellinato come quello dello sciopero. E al limite viene scusato persino l’isolamento del sindacato di Corso d’Italia da Cisl e Uil, anche se l’ultima separazione, quella da Bombardieri, ha fatto storcere il naso a una buona parte dei dirigenti e della base cigiellina. Ma quello che davvero non va giù sul territorio e nei settori più riformisti del sindacato è la mancata presa di distanza dai fatti di Genova.

Continua a leggereRiduci
«Amareggiato per Landini. Non condanna la violenza, mi aspettavo le sue scuse»
Maurizio Landini (Ansa)
Il sindacalista Uilm aggredito dalla Fiom: «Se hai ruoli di responsabilità devi dare l’esempio». Ma il leader Cgil pensa solo a pubblicizzare lo sciopero del 12.

Non sono bastati quattro giorni, una conferenza stampa dove si parlava di emergenza salariale e l’ennesima intervista alla «Stampa» per scusarsi. Maurizio Landini non ne vuol sapere di prendere le distanze dall’aggressione denunciata dai vertici della Uil e dalle vittime, i sindacalisti presi a calci e pugni da pseudo colleghi della Fiom venerdì a Genova. E anche nella paginata «concessa» dalla testata del gruppo Gedi, il segretario che parla di «rivolta sociale» mentre scende in piazza per la pace a Kiev e in Medio Oriente ha detto la sua su tutto, tranne che sui fatti di cronaca che hanno visto come protagonista la Cgil.

Continua a leggereRiduci
L’attacco agli operai di giovedì racconta la tensione della sigla per il crollo di rappresentanza nelle fabbriche. Dall’Ilva a Stellantis, da Iveco a Cnh fino alle roccaforti rosse nel Bolognese, il peso di Maurizio Landini sta precipitando.

Calci, pugni e sciopero ma non solo. La brutta storia che venerdì ha visto come epicentro Genova e i sindacati, con una ventina di persone riconducibili alla Fiom che hanno inseguito e picchiato 5 colleghi della Uilm colpevoli di non aver partecipato alla serrata per l’ex Ilva, racconta anche altro. Racconta di un Maurizio Landini che oltre a non condannare la violenza ha smarrito il controllo dei suoi in un’azienda e un territorio caldissimi. E dice di un segretario della Cgil che sta perdendo la fiducia dei lavoratori soprattutto lì dove le partite dell’occupazione sono complesse. Nelle fabbriche più ostiche, ma non solo.

Continua a leggereRiduci