2025-10-16
Gli immigrati servono per ridurre gli stipendi
La conferma che dall’Africa si importa miseria arriva da Johnson, che ammette di aver usato gli stranieri per limitare stipendi e quindi inflazione. Risultato: danni ai più poveri. La stessa agenda della sinistra...Ieri, numeri alla mano, abbiamo dimostrato che l’Italia sta importando poveri. Infatti, mentre le statistiche dell’Istat da un lato registrano una sostanziale stabilità del numero di indigenti rispetto agli anni scorsi, dall’altro segnalano una diminuzione della percentuale di italiani alla canna del gas e un aumento degli stranieri che non hanno un reddito sufficiente a garantire a sé stessi e alla propria famiglia una vita dignitosa. In pratica, stiamo aprendo le porte a un’immigrazione che vive ai margini e non parliamo di clandestini, ma di extracomunitari che in gran parte hanno un lavoro, però non adeguatamente pagato. Per necessità molti accettano un salario ai minimi e a volte per calcolo preferiscono sfruttare il sistema di welfare italiano, ottenendo alloggi gratis, sussidi e contributi per le bollette, oltre ad assistenza sanitaria e scolastica.Fin qui la situazione italiana, che però è molto simile a quella di altri Paesi, in particolare della Gran Bretagna, dove dopo tanto tempo si fanno i conti con un’immigrazione disordinata, che insieme a centinaia di migliaia di stranieri si porta appresso anche innumerevoli problemi. Il principale è stato rivelato, forse senza neppure volerlo, dall’ex primo ministro Boris Johnson. Il quale, durante un’intervista, ha candidamente ammesso che la politica di apertura agli immigrati fu messa in atto per contenere l’inflazione. Vi state chiedendo che cosa c’entri il caro vita con i profughi? La risposta è semplice. Chi arriva da Paesi le cui condizioni di vita sono inferiori a quelle dello Stato di approdo in genere è disposto a fare sacrifici per integrarsi. E di solito, oltre a lavorare di più con meno garanzie, accetta anche condizioni salariali inferiori. Chi ha bisogno è disposto perfino a farsi sfruttare: l’importante è ottenere uno stipendio minimo, che consenta di sopravvivere in attesa di tempi migliori.Boris Johnson dice di aver puntato proprio sugli immigrati per contenere la spirale inflazionistica. Importando manodopera a basso prezzo, il premier britannico ha tenuto bassi i salari e questo sarebbe servito a contenere i rincari dei prezzi. Meno soldi in tasca alle fasce più a basso reddito della popolazione, meno quattrini da spendere nei supermercati. Ma anche una spinta più contenuta per far crescere gli stipendi. In pratica, quella di Johnson è stata una misura anti inflazionistica, di cui però ora, visti gli effetti, l’esponente conservatore pare un po’ pentito, perché non solo non è servita a riequilibrare i conti pubblici della Gran Bretagna, ma ha anche generato una serie di squilibri. Il primo riguarda la sicurezza, con le sue ricadute politiche che stanno premiando il grande avversario dei Tory, Nigel Farage. Il secondo attiene invece alla situazione delle famiglie, che con meno denaro in tasca vivono al minimo, senza avere possibilità di sgarrare.Al di là delle ricadute a Londra e dintorni, il caso inglese è interessante per capire che quanto successo di là dalla Manica può capitare anche qui. Anzi, sta già capitando. La forte immigrazione sta alimentando flussi di manodopera in alcuni settori, in particolare nell’agricoltura, con conseguente sfruttamento dei flussi in entrata per ridurre i prezzi e aumentare i profitti.A dire il vero, avevamo già intuito quale fosse il disegno di imprenditori e politici che sollecitano le porte aperte. E da tempo puntavamo il dito sul tema dei salari, contenuti a colpi di immigrazione. Adesso la percezione è confermata dai fatti. In Gran Bretagna l’importazione di immigrati è servita a contenere i salari. E in Italia la situazione non è certo diversa. L’aspetto curioso è che le forze politiche che si lamentano per le paghe basse sono le stesse che insistono per spalancare le porte a centinaia di migliaia di stranieri. In altre parole, la sinistra è la principale responsabile della mancata crescita degli stipendi. Le politiche dei compagni infatti, hanno depresso il mercato del lavoro, con il risultato a tutti noto.Adesso milioni di lavoratori sanno con chi prendersela se il loro salario è ai minimi.
Il cpr di Shengjin in Albania (Getty Images)
L'ad di Eni Claudio Descalzi (Ansa)