2023-05-12
Zelensky: «La controffensiva? Non adesso»
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Prima invoca per mesi la riscossa, ora però il leader ucraino frena: «Ci serve ancora un po’ di tempo». Rumors su degli incontri con Papa Francesco e Giorgia Meloni a Roma. Donal Trump: «Vladimir Putin ha commesso un errore, ma è sbagliato dire che sia un criminale mentre si tratta».L’invasione russa dell’Ucraina continua a rivelarsi fonte di imbarazzo per il Pse. Secondo il Guardian, il 9 maggio, in occasione dei festeggiamenti per il giorno della Vittoria, l’ex cancelliere tedesco, il socialdemocratico Gerhard Schröder, è stato l’ospite d’onore di un ricevimento a base di caviale e champagne organizzato dall’ambasciata russa a Berlino. Va detto che all’evento hanno preso parte anche esponenti dell’Afd e della Linke. Tuttavia la presenza di Schröder è stata quella politicamente più pesante: si tratta non solo di un ex cancelliere, ma anche di un membro della Spd (che è attualmente al governo). D’altronde, non è la prima volta che costui finisce nell’occhio del ciclone per i suoi stretti rapporti con Vladimir Putin. Basti pensare che, a maggio 2022, si dimise dal cda di Rosneft tra le polemiche. L’imbarazzo per i suoi legami con Mosca era tale che la Spd avviò addirittura le procedure per espellerlo: procedure però che, a marzo scorso, sono state interrotte da una commissione interna. Questo dimostra come le galassie gravitanti attorno al Pse continuino a mantenere posizioni nei fatti filorusse (oltre che filocinesi). Ecco perché a Washington vedono di buon occhio l’eventuale costruzione di un’alleanza tra Ecr e Ppe in vista delle prossime elezioni europee. Tale alleanza, di cui Giorgia Meloni sarebbe il perno, marginalizzerebbe infatti i socialisti e garantirebbe un rafforzamento delle relazioni transatlantiche. Insomma, a intrattenere controversi rapporti con Mosca è proprio quell’establishment europeo che, a parole, si dice ferreo sostenitore di Kiev. Ai tempi del suo cancellierato, Schröder avvicinò notevolmente Berlino alla Russia, secondo una linea fatta poi propria anche da Angela Merkel. Di contro, chi già nel 2018 denunciava la dipendenza energetica della Germania da Mosca era Donald Trump: un presidente americano che, secondo certa stampa, sarebbe stato filorusso. Eppure fu proprio Trump a comminare nel 2019 le sanzioni al gasdotto Nord Stream 2 (storicamente sostenuto da Putin, Merkel e Schröder): sanzioni che furono revocate da Joe Biden a maggio 2021. Ebbene, Trump è tornato a parlare del conflitto ucraino mercoledì, durante un’intervista alla Cnn. Nell’occasione, l’ex presidente ha detto che sarebbe in grado di far finire la guerra «in 24 ore», incontrando sia Volodymyr Zelensky sia Putin. Ha inoltre affermato che il presidente russo è «una persona intelligente» che ha «commesso un grave errore». «Il suo errore è stato entrare in guerra. Non sarebbe mai entrato se fossi stato presidente», ha detto. Trump non ha inoltre escluso di considerare il leader russo un criminale di guerra, ma ha affermato che la questione «dovrebbe essere discussa dopo». «Se dici che è un criminale di guerra, sarà molto più difficile fare un accordo per fermare questa cosa», ha precisato l’ex presidente, il quale ha anche auspicato che l’Ue dia più soldi a Kiev, accusando Bruxelles di approfittarsi di Washington. Qualcuno ha già suggerito che l’intervista di Trump paleserebbe la sua intenzione di lasciar campo libero a Putin. Ora, le parole dell’ex presidente potranno anche piacere poco. Resta però il fatto che non ha parlato di appeasement verso la Russia, così come resta il fatto che, nei quattro anni della sua presidenza, Mosca non si è azzardata a toccare l’Ucraina (come invece accaduto nel 2014 con BarackObama e nel 2022 con Biden). Qualsiasi trattativa per uscire dalla crisi in corso dovrebbe necessariamente passare dal ripristino della capacità di deterrenza statunitense nei confronti della Russia: un obiettivo, rispetto a cui Trump - contrariamente al suo successore - ha dimostrato di essere all’altezza. Si continua intanto a dibattere sulla controffensiva ucraina. Zelensky ha detto alla Bbc che l’organizzazione di questa operazione richiede ancora tempo, invocando ulteriori aiuti militari da parte dell’Occidente. Senza di essi, «perderemmo tanti uomini», ha affermato il presidente ucraino. «Abbiamo bisogno ancora di un po’ di tempo», ha aggiunto. Dal canto suo, il capo del Wagner Group, Yevgeny Prigozhin, ha dichiarato che la controffensiva di Kiev sarebbe già «in pieno svolgimento», precisando che le operazioni militari ucraine risulterebbero «purtroppo parzialmente riuscite». In questo quadro, le parole del capo dei mercenari russi continuano a far discutere, soprattutto dopo che, pochi giorni fa, era tornato ad attaccare pesantemente il ministero della Difesa di Mosca, rendendo palesi le sempre più profonde spaccature in seno al fronte russo: una significativa fonte di imbarazzo per Putin. Non a caso, interpellato sugli attacchi di Prigozhin ai vertici militari russi, il Cremlino si è trincerato ieri dietro un «no comment». La Gran Bretagna ha frattanto reso noto che sta fornendo all’Ucraina dei missili da crociera a lungo raggio, mentre la Turchia ha dichiarato che si sono registrati dei progressi nelle trattative per prorogare l’accordo sul grano. D Nel frattempo, gli Usa hanno dichiarato che il Sudafrica avrebbero rifornito di armi Mosca a dicembre. Ricordiamo che Pretoria fa parte di quei Brics a cui appartiene anche Brasilia. Proprio ieri, Zelensky ha invitato in Ucraina il presidente del Brasile, Inacio Lula (che risulta ciononostante tutt’altro che ostile a Mosca e Pechino). E, nei prossimi giorni, il leader ucraino potrebbe fare una visita lampo a Giorgia Meloni, a Roma. Lo affermano fonti internazionali, anche se nell’esecutivo italiano le bocche rimangono cucite sull’argomento. «È possibile che il Papa incontri il presidente ucraino nella giornata di sabato», hanno inoltre detto fonti vaticane all’Ansa-
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