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Ramy, «calderone» della Procura. Ora sono sette i carabinieri indagati
Ramy Elgaml (Ansa)
L’accusa di omicidio stradale traballa, l’inchiesta s’allarga. «Totale disgusto» dell’Arma.

La Procura di Milano allarga l’inchiesta sulla morte di Ramy Elgaml mentre l’accusa originaria di omicidio stradale a carico del carabiniere Antonio Lenoci appare sempre più fragile, tanto che ormai la sensazione è di un’indagine che, venuto meno l’impianto iniziale, si stia spostando verso un «calderone» di contestazioni successive al fatto. Resta centrale una domanda: perché contestare solo oggi presunte irregolarità nei verbali del 24 novembre 2024, atti che la Procura aveva sin dall’inizio e che diventano problematici soltanto nel 2025? Il sospetto è che, indebolita l’ipotesi di omicidio stradale, si stia cercando un nuovo terreno per sostenere il fascicolo.

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Boom di rimesse, tra denaro tracciato e clandestino. Nel 2025, flussi in crescita. E intanto gli stranieri si «godono» il welfare.

Gli immigrati guadagnano in Italia ma poi i soldi, invece di andare ad alimentare il Pil del nostro Paese, prendono il volo per il Bangladesh, le Filippine, il Pakistan, per l’estero in generale, sottraendo risorse a un territorio che comunque fornisce loro servizi, assistenza sanitaria, spesso accesso preferenziale all’edilizia residenziale pubblica e il welfare in tutte le sue declinazioni. Non solo. Si tratta di flussi non soggetti a tassazione.

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Ecco la fabbrica degli immigrati: così importiamo altre «risorse»
Ansa
«Fuori dal coro» smaschera un’azienda che porta nel nostro Paese extra comunitari.

Basta avere qualche soldo da parte, a volte nemmeno troppi, e trovare un’azienda compiacente per arrivare in Italia. Come testimonia il servizio realizzato da Fuori dal coro, il programma di Mario Giordano, che ha trovato un’azienda di Modena che, sfruttando il decreto flussi, importa nel nostro Paese cittadini pakistani. Ufficialmente per lavorare. Ufficiosamente, per tirare su qualche soldo in più. Qualche migliaia di euro ad ingresso. È il business dell’accoglienza, bellezza.

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«In cella per un video sui migranti a zonzo»
Jean-Eudes Gannat
L’attivista francese Jean-Eudes Gannat: «È bastato documentare lo scempio della mia città, con gli afghani che chiedono l’elemosina. La polizia mi ha trattenuto, mia moglie è stata interrogata. Dietro la denuncia ci sono i servizi sociali. Il procuratore? Odia la destra».

Jean-Eudes Gannat è un attivista e giornalista francese piuttosto noto in patria. Nei giorni scorsi è stato fermato dalla polizia e tenuto per 48 ore in custodia. E per aver fatto che cosa? Per aver pubblicato un video su TikTok in cui filmava alcuni immigrati fuori da un supermercato della sua città.

«Quello che mi è successo è piuttosto sorprendente, direi persino incredibile», ci racconta. «Martedì sera ho fatto un video in cui passavo davanti a un gruppo di migranti afghani che si trovano nella città dove sono cresciuto. Sono lì da alcuni anni, e ogni sera, vestiti in abiti tradizionali, stanno per strada a chiedere l’elemosina; non si capisce bene cosa facciano.

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Turista stuprata a Firenze da due clandestini
Stephanie Amaral
Dopo l’assalto alla modella sul treno, un marocchino e un egiziano irregolari violentano una donna di 35 anni. A Lucca un'autista di bus aggredita da tunisini. «Minacciavano di tagliarmi la testa». Altro che integrazione...

Ha ragione la modella brasiliana Stephanie Amaral a ricordarci che, al suo posto, ci poteva essere una nostra figlia o un qualsiasi nostro familiare o un’amica. Perché, allora, nessuno l’ha aiutata? Forse perché ormai la paura ci blocca e quei pochi che ancora mescolano coraggio e incoscienza rischiano o di soccombere finendo in ospedale oppure… di reagire ma alla fine soccombere lo stesso perché, magari, un magistrato ti incolpa proprio perché hai alzato troppo le mani o perché non eri tu l’aggredito. Del resto, cose del genere capitano pure alle forze dell’ordine, dunque perché sorprendersi?

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