2025-11-11
Landini recidivo: «La gente si rivolti»
Il sindacalista attacca la manovra e ribadisce la linea sullo sciopero: «Non lo vogliono? Allora trattino». Meloni replica: «Non sia mai che la rivoluzione si faccia di martedì...».Botta e risposta. Dopo aver detto che questa legge di bilancio è pensata per i ricchi, il segretario della Cgil, Maurizio Landini rispondendo al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, a cui assicura che «nessuno lo vuole massacrare», chiarisce: «Pure noi sappiamo che uno non è ricco con 40.000 euro. Dal 2023 al 2025 hanno pagato 3.500 euro di tasse in più che non dovevano pagare mentre con la modifica dell’aliquota Irpef dal 35 al 33% per i redditi fino a 50.000 euro gli stanno dando 18 euro al mese».Poi sul fiscal drag sintetizza: «Abbiamo 25 miliardi di tasse pagate in più, noi chiediamo che questi soldi ritornino a chi li ha messi». Ma appena finisce di difendere la classe media, la riattacca proponendo nuove tasse: «Bisogna tassare la rendita finanziaria, la rendita immobiliare, i profitti». E torna sulla solita patrimoniale. «Basterebbe un contributo dell’1,3% per recuperare 26 miliardi». E sullo sciopero generale indetto per il 12 dicembre spiega: «Non vogliono che si faccia lo sciopero? Bene, aprano una trattativa e cambino la regia. Altrimenti quale altro strumento abbiamo? Per la gente è il momento di rivoltarsi, di scendere in piazza, di mobilitarsi, di dire basta». Dura la reazione di Giorgia Meloni: «Abbiamo messo in manovra una misura sui rinnovi contrattuali, che voleva la Cgil, e la Cgil cosa fa? Sciopero generale, di venerdì. Non sia mai che la rivoluzione la facciamo di martedì, a dimostrazione che i diritti dei lavoratori non sono prioritari per alcuni». Poi, si rivolge alle opposizioni: «La sinistra ci parla di equità. A noi, che abbiamo fatto la manovra per aiutare i più fragili, i redditi più bassi e il ceto medio e per farlo abbiamo chiesto un contributo alle banche. Ci parlano di equità loro, che prendevano i soldi dai lavoratori per darli alle banche. Lezioni da questa gente anche no». E al leader del M5s, Giuseppe Conte, (che aveva detto: «Bankitalia e Istat non sono covi di pericolosi comunisti, se tutti fanno a pezzi le misure della legge di Bilancio forse premier e ministri dovrebbero porsi qualche domanda»), replica: «La quarta manovra in tre anni vale 18,7 miliardi, è stata definita una manovrina dall’opposizione, perché non ha abbastanza soldi. Ma vale la pena ricordare all’opposizione che avremmo potuto fare una manovrona se non avessimo 40 miliardi di euro di crediti del geniale superbonus di Conte». Per Elly Schlein la battaglia si fa in Parlamento, anche se ancora non sa bene con chi: «C’è moltissimo da fare e il Pd, spero insieme agli altri, farà molte proposte concrete su questa manovra». Le proposte di modifica arrivano anche dalla maggioranza. «Noi faremo le nostre proposte» ha detto il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani «no tasse sulla casa, no alla doppia tassazione sui dividendi e aumenti per le forze dell’ordine». E sulla patrimoniale: «È una cosa da Unione Sovietica. Perché tassare un patrimonio che è già stato tassato?». Per il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini «il problema italiano è l’invasione in corso da parte di un’orda di clandestini. Dobbiamo spendere in difesa? Assumiamo dei carabinieri, mettiamo i militari sui treni, fuori dalle scuole dove vendono droga ai nostri figli. Lasciamo perdere il resto». Si ammorbidisce infine, la posizione di Confindustria. «Ho apprezzato le parole di Giorgetti su iper e super ammortamento» ha commentato il presidente Emanuele Orsini, «con il governo serve costruire le condizioni affinché ci sia continuità negli investimenti». E chiosa: «senza le giuste condizioni le imprese vanno via. Lo abbiamo visto con l’auto».