2025-11-11
Un nuovo caso Iryna scuote l’Inghilterra
Una trentaquattrenne uccisa con un colpo di coltello da un uomo di colore, forse senzatetto come l’assassino della Zarutska. La polizia di Birmingham: «Attacco senza alcun motivo apparente». Nel Regno Unito intanto torna l’incubo delle armi bianche.Il 22 agosto scorso, la rifugiata ucraina Iryna Zarutska veniva uccisa senza alcun motivo da Decarlos Brown nella metropolitana di Charlotte. Il video di quell’omicidio fece il giro del mondo. Guardava il telefono, Iryna. Poi le coltellate nel petto e, infine, lei che si accascia tra i sedili.Storie come la sua, sono oggi all’ordine del giorno. Solamente qualche giorno fa, in Brianza, una modella è stata aggredita da un irregolare che ha cominciato a picchiarla con schiaffi e pugni al volto. Nessuno ha fatto nulla per difenderla e lei si è salvata solamente perché portava con sé dello spray al peperoncino. Avrebbe potuto fare la fine di Iryna, dirà poi in un video.Dal Regno Unito, però, ci sono due casi che fanno tornare alla mente quanto successo a Charlotte, entrambi compiuti da due uomini di colore. Il primo è avvenuto ormai un anno fa, anche se il processo a carico dell’assassino, che verrà condannato a dicembre, è ripreso nell’ultimo mese. Rhiannon Whyte lavorava in un hotel in cui erano ospitati dei migranti. Il 20 ottobre 2024, dopo le 23, si dirige verso la stazione di Bescot Stadium. Poco dopo, però, si perdono le sue tracce. Il suo telefono è spento. Rhiannon incontra infatti Deng Chol Majek, un migrante, che la uccide con 23 coltellate. Carla Harris, procuratore capo del Crown Prosecution Service, descrive così l’omicidio: Deng Chol Majek «l’ha aggredita senza motivo e l’ha lasciata sanguinante sul marciapiede di una stazione. Poi è sembrato compiacersi delle sue azioni, essendo stato ripreso un’ora dopo mentre rideva e ballava». Il killer, come racconta la polizia, non avrà mai alcun segno di rimorso. Nessuna pietà. L’assassino è «apparso completamente impassibile, anzi annoiato, durante tutto il processo, con grande dispiacere della povera famiglia di Rhiannon, che ha dovuto affrontare il suo assassino ogni giorno in tribunale», hanno raccontato le forze dell’ordine. Venerdì scorso, un nuovo caso. Questa volta a Birmingham. Una donna di 34 anni, Katie Fox, è stata colpita al collo con un’arma da taglio senza alcun apparente motivo mentre si dirigeva a una fermata dell’autobus. Dopo tre giorni è deceduta. Il comunicato della polizia è straziante: «È tragicamente morta in ospedale. I nostri pensieri sono rivolti ai suoi cari e investigatori specializzati stanno supportando la sua famiglia».L’aggressore sarebbe un ventunenne, Djeison Rafael, descritto dalla polizia come un «cittadino britannico di colore». Non è la prima volta che il killer aggredisce qualcuno. Come nota il Telegraph, infatti, è «accusato di due capi d’imputazione per lesioni personali il 27 ottobre e il 7 novembre, possesso di un taglierino Stanley il 7 novembre e aggressione a un agente di scorta in detenzione l’8 novembre». Eppure era ancora libero di agire. Di attaccare. Di uccidere. Si sa poco di lui. Alcune fonti riferiscono che si tratta di un senzatetto, proprio come Decarlos Brown, l’uomo che ha ucciso Iryna. Secondo le prime ricostruzioni, durante la prima udienza in tribunale, durata solamente sei minuti, ha più volte interrotto il giudice John Bristow, che ha detto: «Il 12 novembre rinvierò te e le accuse a tuo carico alla Crown Court».A Birmingham ora c’è molta preoccupazione, tanto che è stato aumentato il numero di agenti per presidiare le strade. Secondo l’ispettore James Nix, si è «trattato di un attacco non provocato e stiamo lavorando per capire perché è successo».Un attacco, quello di Birmingham, che arriva poco dopo la terribile notte di Halloween in cui Anthony Williams ha cominciato a colpire, anche in questo caso senza alcun apparente motivo, i passeggeri che si trovavano sul treno Doncaster-Londra in viaggio nel Cambridgeshire. Eppure la violenza non è mai casuale. L’accoltellamento, poi, è un crimine che ha un forte valore simbolico. Viene compiuto a distanza ravvicinata. Si tratta quindi di un gesto malvagiamente «intimo». Secondo Alberto Gallazzi, consulente di sicurezza, evidenzia cinque fattori che possono spingere le persone a compiere attacchi simili: estremismo religioso e politico; produzione e traffico di droga; povertà ed esclusione sociale; social media, che offrono una vetrina di macabra celebrità; disturbi mentali.Non è ancora chiaro cosa abbia spinto Djeison Rafael a uccidere. Così come non lo è per Decarlos Brown. Ma la violenza ha sempre un motivo oscuro. Non è mai casuale. A volte nemmeno nella scelta delle vittime.
Cristiano d'Arena (foto da Facebook)