«Dalla Sicilia al Piemonte in compagnia soltanto di un somaro Dura? Sì, ma mi sono trovato meglio con lui che con gli uomini» racconta lo studente Nicola Winkler.«Scusa ma sono a pascolare l'asino. Ci possiamo risentire più tardi?».Hai ancora l'asino?«Sì, ma devo trovargli una sistemazione».Non lo vuoi più?«Ma no. Però è giusto che stia con altri animali. Io vivo in città…».Dove?«A Torino. Tra poco comincerà l'università».E lì di asini non ce ne sono abbastanza?«Non scherzare».Nicola Winkler è uno studente ventenne. Italiano, nonostante il cognome faccia pensare altro. Ha attraversato la penisola a piedi in compagnia di un asino.Come ti è venuto in mente?«Volevo fare un viaggio alla fine del liceo».Ma non potevi andare in auto o in treno, come tutti gli altri?«Ero certo che attraversando l'Italia a piedi avrei scoperto alcuni lati nascosti del nostro Paese. E così è stato. Se vai in macchina, finisci nei soliti posti a vedere le solite cose».Quanto è durato il viaggio?«Quasi otto mesi».E intanto i tuoi amici…«… Erano a Ibiza, Formentera, Mykonos, Sardegna a fare delle vacanze normali, io ero in giro per l'Italia con l'asino. Hai capito bene».Faticoso?«Camminare è faticoso, certo. Il mio viaggio ha attraversato quasi tutte le stagioni. L'estate è stato il momento più difficile. In compenso, però devo dire che ovunque sono arrivato, sono sempre stato accolto benissimo».Con l'asino vi siete incontrati a Palermo?«A Palermo ho incontrato un ragazzo che aveva avuto la mia stessa idea. Abbiamo detto: “Partiamo insieme". Siamo andati da un allevatore che mi ha venduto Piriddu. Il primo mese abbiamo imparato ad avere a che fare con un asino».È complicato?«No, l'asino è un animale molto “comunicativo". Lui ti fa capire, ma tu devi saper ascoltare. Ho fatto anche un corso prima di partire».Un corso?«Avvicinamento all'asino».Esiste un corso di «avvicinamento all'asino»?«Sì».E cosa si impara?«Per esempio: come comportarsi quando sta male».È stato male?«Ti dico solo che il peggio che poteva succedere è successo».Cioè?«È stato avvelenato».Avvelenato?«Ma sicuro. Quando sono arrivato sotto l'Etna, mi ha ospitato un ragazzo, in lite con i vicini».E così?«Ci siamo allontanati un paio d'ore e l'abbiamo trovato in preda a una colica».Avrà mangiato qualcosa di sbagliato...«Ma era legato. E aveva davanti a sé solo fieno».Dunque avvelenato. E tu, grazie al corso di avvicinamento all'asino, l'hai potuto salvare.«Macché. Dopo tre giorni è morto».Una tragedia.«È stato il momento in cui ho pensato di mollare tutto».E invece?«Ho pensato che non dovevo dargliela vinta. Ho preso un treno e sono arrivato sul Pollino. Lì ho incontrato un cantastorie che va in giro, anche lui, con un asino. Ho lavorato nel suo orto per una settimana e pian piano mi sono riorganizzato. Ho trovato un altro asino, Fela. E sono ripartito».Percorso?«Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria, Toscana, Emilia, Lombardia e Piemonte».A Ferragosto dov'eri?«Al mare, a Castellabate».Problemi con il nuovo asino? «No, anzi. L'asino è stato un lasciapassare fondamentale: entrando nei paesini con lui, non dovevo approcciarmi io alle persone… Erano loro che si avvicinavano a me».Dove hai dormito?«Per la quasi totalità del viaggio sono stato ospitato. Spesso trovavano prima il posto e il cibo per l'asino e poi per me. Lui era la vera star».Evidentemente se viaggi con un asino fai sempre bella figura.«Sembra strano ma è così».Non ti sei mai perso?«Mai. Cercavo di stare sempre vicino ai centri abitati. Ogni dieci chilometri, alla fine, c'è un paesino. Del resto lo scopo del mio viaggio era proprio scoprire e conoscere le tradizioni sopravvissute nelle campagne della vecchia Italia».Altre brutte esperienze?«Alla Verna, in Toscana. Ospitalità pellegrina dei francescani. A cena, una sera, il padre superiore mi ha detto di spostare l'asino perché aveva paura dei lupi. Sono uscito, ma quando sono rientrato, mi sono ritrovato fuori. Alle otto e mezza chiudono tutto: chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori». Dove hai passato la notte?«Per fortuna c'erano dei pellegrini: mi hanno dato delle coperte. Ho passato comunque la notte al freddo, ma poteva andare peggio».E l'arrivo?«Me lo sono immaginato molto durante il viaggio. Sognavo un'entrata gloriosa a Torino».E invece?«Un giorno di pioggia, nell'indifferenza generale».I tuoi genitori hanno vissuto mesi di preoccupazione?«All'inizio, dopo i primi racconti, sì. Poi, meno. Non l'hanno vissuta benissimo. Ma mi hanno lasciato il mio spazio».Ora torni a studiare?«Sì».Basta viaggi «strani»?«Ma no, non escludo di fare un altro viaggio». Sempre con l'asino?«Certo. Così mi preparo alla vita».In effetti c'è il rischio di incontrarne molti…
La commemorazione di Charlie Kirk in consiglio comunale a Genova. Nel riquadro, Claudio Chiarotti (Ansa)
In Consiglio comunale a Genova, incredibile frase dell’esponente del Pd alla capogruppo di Fratelli d’Italia che commemorava l’assassinio del giovane attivista conservatore negli Usa. Il dem poi costretto a scusarsi.
Il food è ormai da tempo uno dei settori più di tendenza. Ma ha anche dei lati oscuri, che impattano sui consumatori. Qualche consiglio per evitarli.
Charlie Kirk (Getty Images)
Da Saviano a Odifreddi passando per la Costamagna, chi infanga il pasionario trumpiano, da morto, lo ignorava da vivo. E oggi cita frasi mai pronunciate dal giovane freddato durante un comizio. Basta bufale: Kirk non odiava le donne, i neri e gli omosessuali.
Carlo III e Donald Trump a Londra (Ansa)
Donald definisce il sovrano un «amico» e lo scambio di doni è di alto valore simbolico. Oggi il tycoon incontra Keir Starmer.