2022-10-07
Negli Usa non nascondono gli errori sul virus
Centro vaccinale a New York (Ansa)
La raccolta dei dati sulle reazioni avverse ai vaccini è trasparente e capillare: risultano 7.800 segnalazioni di effetti collaterali ogni 100.000 punture. In Europa invece solo 164, con l’Italia inchiodata nella raccolta di informazioni: qualcuno copre i politici?Gian Piero Ventrone troncato da leucemia fulminante. Forgiò la Juve di Lippi, ora era al Tottenham.Lo speciale contiene due articoli.Paese che visiti, delirio Covid che trovi. Persino Oltreoceano le cose non sono andate tanto diversamente che in Italia: lockdown, obblighi vaccinali surrettizi, effetti avversi minimizzati. Da noi, però, sulla gestione della pandemia continua ad aleggiare una cappa. Negli Usa, è partita una grande operazione verità.Prendiamo gli effetti collaterali dei vaccini. Trascinati in tribunale dagli attivisti dell’Informed consent action network (Ican), i Centers for disease control and prevention (Cdc) hanno tirato fuori tutti i numeri aggiornati, tratti dal sistema V-safe, che raccoglie le segnalazioni spontanee post iniezione. La panoramica riguarda il periodo compreso tra il 14 dicembre 2020 e il 31 luglio 2022. Su poco più di 10 milioni di utenti, circa 783.000, in seguito all’inoculazione, hanno avuto bisogno di cure mediche, sono finiti in pronto soccorso o sono stati ricoverati. Un milione e 300.000 vaccinati non hanno potuto recarsi a lavoro o a scuola, mentre un milione e 200.000 sono stati impossibilitati a svolgere attività quotidiane. In totale, si sono verificati quasi 71 milioni di sintomi, di cui 4,2 milioni severi. Nella casistica sono inclusi anche 13.000 bambini al di sotto dei 2 anni, a carico dei quali sono stati registrati oltre 33.000 sintomi. Una cifra notevole, se si considera che l’ok alle vaccinazioni per bimbi tra 6 mesi e 5 anni, negli Usa, è arrivato solo nell’ultima decade di giugno.Chiariamolo: le rilevazioni riguardano disturbi seguiti alle punture anti Covid, ma non per forza correlati a esse. Per stabilire un nesso di causalità, sono necessarie indagini cliniche. Già in questa forma grezza, però, le informazioni che stanno circolando in America danno un’idea della magnitudine di un fenomeno sul quale le autorità sanitarie hanno tentato di mettere la sordina. E gli ordini di grandezza appaiono molto diversi, rispetto a quelli identificati nel Vecchio continente e nel nostro Paese.Proprio ieri l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, ha comunicato i riscontri, aggiornati a settembre, sulle reazioni avverse ai vaccini. Si tratta di 1,5 milioni di eventi sospetti, a fronte di 912 milioni di dosi somministrate. Com’è possibile che, nell’Ue, si riscontrino 164 effetti collaterali ogni 100.000 iniezioni e, negli Usa, 7.830 ogni 100.000 vaccinati? Gli americani soffrono di una qualche tara che li rende particolarmente vulnerabili ai preparati a mRna? Non sarà che, a queste latitudini, la farmacovigilanza, per lo più passiva e gravata da fardelli burocratici, scoraggia le segnalazioni? E che, essendo l’accesso al V-safe possibile già tramite smartphone, negli Stati Uniti esiste un incentivo a comunicare eventuali disturbi sospetti?In Italia, come sappiamo, la sottostima delle reazioni avverse è una costante. Nel mese di settembre, per il farmaco di Pfizer, il grafico dell’Aifa riporta quattro segnalazioni per 100.000 somministrazioni e, addirittura, zero per Spikevax, il medicinale di Moderna. I report sulla sorveglianza, d’altronde, sono fermi allo scorso 26 giugno. Capire cosa è accaduto e cosa ci sta impedendo di indagare in modo laico sugli effetti collaterali dei vaccini dovrebbe essere compito di una seria commissione d’inchiesta, che auspicabilmente il prossimo Parlamento metterà in piedi.C’è da puntare i riflettori, finalmente, anche sulle bugie che ci sono state raccontate per farci digerire provvedimenti discriminatori e obblighi vaccinali dissimulati. Di nuovo, dall’altra sponda dell’Atlantico provengono spunti utili. In questi giorni, è stata diffusa una mail risalente all’agosto 2021, in cui Anna Hartge, membro del ministero dell’Istruzione, discute con alcuni esponenti dell’amministrazione democratica della Pennsylvania. Dalla conversazione, si evince che la Casa Bianca aveva fatto leva sul divieto di svolgere sport e attività extracurriculari nelle scuole per costringere i ragazzini a vaccinarsi: «È una tattica efficace all’interno del Paese», si legge testualmente. È lo stesso errore che è stato perpetrato in Italia. Dove, però, la versione ufficiale rimane quella fornita da Mario Draghi in conferenza stampa, negli stessi giorni in cui i dem statunitensi si scambiavano quelle mail: «Il green pass è la garanzia di trovarsi tra persone che non sono contagiose». Chissà cosa emergerebbe, se fosse possibile dare un’occhiata ai dialoghi a porte chiuse tra i «migliori».Roberto Speranza, che s’è rimangiato le disposizioni sul ritorno delle mascherine al chiuso, ammette che dovrà essere il governo di centrodestra a decidere la politica sanitaria per la stagione invernale, simulando fair play istituzionale. Ma i suoi soldatini continuano a martellare: Nino Cartabellotta, della Fondazione Gimbe, ieri definiva ingiustificabile il blocco della circolare ministeriale. La nuova maggioranza non dovrà lasciarsi intimidire dalle denunce delle virostar. Una volta accertati errori e responsabilità di chi, fino a oggi, ha mal governato, si potrà pure decidere di metterci una pietra sopra. E di arrivare a un’autentica pacificazione nazionale. Ma se è vero che non c’è giustizia senza perdono, è pur vero che non ci può essere perdono senza verità.