2025-11-15
Manovra, rispunta il condono edilizio. Dimezzate le tasse su chi compra oro
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Lega e Fi vogliono l’agevolazione al 12,5% nella legge di Bilancio: una mossa che può portare 2 miliardi. Fdi: imposta di 2 euro sui pacchi extra Ue e bollo da 500 euro per pagamenti consistenti in contanti.Spunta il taglio della tassa sull’oro. Dal braccialetto della comunione al lingotto acquistato per investimento, il metallo prezioso entra tra la valanga di emendamenti alla legge di Bilancio che il Senato dovrà cominciare a esaminare dalla prossima settimana.La proposta di Lega e Forza Italia introduce una tassazione agevolata al 12,5% (dal 26% attuale), allineata al prelievo sugli interessi dei titoli di Stato. La misura si rivolge a chi possiede oro per investimento ma non ha la documentazione del prezzo di acquisto e quindi non ha alcun attestato ufficiale che ne certifichi il valore.Chi si trova in questa situazione, se decide di vendere l’oro, è sottoposto a una tassa del 26% su tutto il valore incassato. Per ipotesi chi vende 100.000 euro di metallo prezioso pagherebbe attualmente 26.000 euro di imposte. La proposta è quella di fornire a questi soggetti la possibilità di rivalutare il proprio bene prezioso, se privo di documentazione, nel periodo compreso tra gennaio e il 30 giugno del prossimo anno. Il proprietario riceverà una certificazione che attesta il valore dell’oro, oggi su livelli record (ha superato i 115 euro al grammo), pagando in cambio un’imposta dimezzata del 12,5%. In base a quella attestazione, chi dovesse decidere in futuro di vendere, si troverebbe a pagare la vecchia tassa del 26% solo sulla plusvalenza, cioè sulla differenza tra quanto documentato e l’eventuale guadagno.Facciamo un esempio: chi è in possesso di oro per 5.000 euro pagherebbe 625 euro per la certificazione e, al momento della vendita, il 26% solo sulla differenza tra i 5.000 euro «bollinati» e la cifra effettivamente incassata. Per una vendita a 7.000 euro, ad esempio, verserebbe il 26% su 2.000 euro, ovvero 520 euro. Se vendesse oggi a quella cifra dovrebbe sborsare invece il 26% su 7.000 euro, ovvero 1.820 euro. Chi ha presentato questo emendamento ha considerato che il fortissimo apprezzamento registrato dal metallo prezioso negli ultimi anni possa spingere molti a farsi certificare il valore corrente, anche perché in futuro se dovesse decidere di vendere a un prezzo più basso dell’attuale non dovrebbe pagare alcuna imposta.La proposta prevede comunque un’adesione volontaria. Il termine per il versamento dell’imposta è il 30 settembre 2026, oppure è previsto una rateizzazione in tre tranche annuali di pari importo, con un interesse del 3% annuo.Secondo le stime, i privati italiani posseggono circa 1.500 tonnellate di oro da investimento che alle quotazioni attuali, a seconda della forma, ha un valore che oscilla tra i 130 e i 200 miliardi di euro. Se anche aderisse solo il 10% di questa platea, la tassa agevolata potrebbe portare allo Stato un gettito da un minimo di 1,7 a 2,1 miliardi di euro. Una cifra molto importante che consentirebbe di coprire sia alcune correzioni della legge di Bilancio nella formulazione presentata al Senato, come la doppia imposizione dei dividendi sulle partecipazioni azionarie sotto il 10% che si vorrebbe o eliminare (ma non è facile perché ci si aspetta un gettito importante) o ridurre la soglia al 5%; o l’aumento della cedolare secca per gli affitti brevi, oppure fornire risorse per nuove iniziative come quella di Fi a favore delle forze dell’ordine. Oltre a far cassa, la nuova tassazione consente di usare il canale ufficiale nelle cessioni di oro ereditato e l’inserimento del valore nell’economia italiana. Inoltre favorirebbe l’emersione di ricchezza reale con benefici in materia di antiriciclaggio.Facile prevedere che questo emendamento sarà tra i circa 414 testi segnalati dai gruppi parlamentari, di cui 238 della maggioranza. Sono risultate depositate circa 5.500 proposte di modifica di cui 3.800 dell’opposizione. Tra i testi di Fi ci sarebbero anche l’Irap per le imprese e il cumulo delle compensazioni fiscali. Dovrebbe figurare anche la detassazione dei prodotti per gli animali domestici a vantaggio dei redditi bassi (si pensa a un tetto legato ai 40-50.000 di reddito). Pronto anche un emendamento sul tema delle concessioni balneari. Fdi, con un emendamento, recepisce la tassa di 2 euro sui piccoli pacchi, sotto i 150 euro, di provenienza extra Ue, che ha appena avuto il via libera europeo. L’obiettivo è di frenare l’invasione del fast fashion cinese. Sempre Fdi propone di alzare il tetto dei pagamenti in contanti a 10.000 euro ma con una imposta di bollo fissa di 500 euro che scatta tra 5.001 e 10.000 euro. Oggi sopra i 5.000 euro bisogna ricorrere a forme di pagamento tracciabili. Non solo, uno degli emendamenti annunciati dal senatore di Fdi Antonio Iannone, prevede la riapertura dei termini «della sanatoria edilizia prevista dalla legge del 2003». La Lega propone di aumentare di altri 2 punti l’addizionale Irap per le banche, oltre a voler allargare la platea della rottamazione anche per chi ha accertamenti in corso. C’è grande attesa per la riduzione della cedolare secca sugli affitti a vocazione turistica. Un compromesso potrebbe essere la revisione dell’aliquota al 23%. Al di là delle singole misure, resta fondamentale l’esigenza per il governo di approvare una manovra che possa confermare il raggiungimento dell’ambizioso traguardo di un deficit/Pil inferiore al 3%.