2025-11-15
«Sì» da sinistra alla riforma Nordio. Mentre Parodi fugge dal confronto
Niente dibattito tv con il guardasigilli per il presidente dell’Anm. E Paolo Mieli «gela» Corrado Formigli.Non una bella figura quella fatta da Cesare Parodi, presidente dell’Anm, rifiutando il confronto con il ministro Nordio circa i contenuti della riforma della giustizia. «Voglio evitare il rischio che l’Anm appaia come un soggetto politico di opposizione. Si pensi all’immagine, in una trasmissione di massimo ascolto: il ministro da un lato, noi dall’altra. E poi le strumentalizzazioni. Farebbe comodo a tutti descriverci come un soggetto politico», ha motivato in un’intervista rilasciata a La Stampa.Le giustificazioni addotte portano a fare due considerazioni e non è detto che una escluda l’altra. Da un lato si potrebbe ritenere che il magistrato consideri la politica come un affare sporco, con cui non intende mischiarsi, come se confrontarsi con la politica significasse abbassarsi di livello. Come se le associazioni di categoria, (qualsiasi altra, evidentemente) non si confrontassero continuamente con il governo. L’altra ipotesi è che il confronto possa temerlo nei contenuti e che se non se la senta di mettere nelle sue mani l’esito di un dibattito così delicato per l’Anm.Il guardasigilli, intanto, continua a ribadire che «in tutta Europa e nel mondo la separazione delle carriere è un dato acquisito, solo in Italia no. Io mi sono offerto di andare anche domani in tv per un confronto ma l’Anm è contraria». Rispondendo al rifiuto di Parodi, Nordio precisa: «Se il dialogo rimane in ambito solo tecnico, costituzionale e giuridico non ci saranno vinti o vincitori. Se ci fossero agganci con la politica, con partiti, sindacati o altre forze estranee alla giurisdizione e se la magistratura dovesse soccombere, ne verrebbe umiliata ed è un risultato che non vorrei». Una riforma che non è una «iniziativa punitiva verso la magistratura», continua Nordio, che aggiunge: «Un’altra obiezione alla riforma che ci fanno è che il pm rischi di diventare un super poliziotto. Il pm lo è già, può creare le indagini o le mantiene con la “clonazione” del fascicolo. E su quello aprire un’altra indagine, così chi è sottoposto a indagine può rimanere sulla graticola per mesi o anni». Sul sorteggio: «È il vero elemento del dibattito perché tronchiamo il legame elettore-eletto su cui sono fondate le correnti, che si sono trasformate in veri e propri partiti con il culmine dello scandalo Palamara. È quello che ha accelerato la riforma. È stato intollerabile, non solo per quello che è avvenuto ma perché la polvere è stata messa sotto il tappeto e il Csm non ha avuto il coraggio di andare fino in fondo».Il dialogo con la magistratura sembra essersi, tuttavia, completamente interrotto. «Mi auguro che il dialogo torni a essere civile e si parli seriamente di questa riforma che è stata strumentalizzata e non è giusto», commenta il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana. «In tutti i Paesi del mondo in cui vige il rito accusatorio c’è la separazione delle carriere. Forse le polemiche nascono per la parte del sorteggio che non piace tanto ai magistrati perché si va a incidere su potere che le correnti hanno all’interno all’Anm».Anche l’editorialista e storico già direttore di Stampa e Corsera, Paolo Mieli, condivide il senso generale di questa riforma. «L’ho condiviso da 20 o 30 anni così come il Pd», ironizza a Piazza pulita davanti a Corrado Formigli, alludendo alla posizione antiriforma assunta da Elly Schlein che così dimostra di non essere fedele all’anima e alla storia dem. Intano nasce un altro comitato Cittadini per il «Sì» promosso e presieduto da Francesca Scopelliti, senatrice, che fu compagna di Enzo Tortora. Il comitato nasce per sostenere la riforma e «per dare ai cittadini un segnale di cambiamento concreto contro lentezza, opacità e inefficienze del sistema». E a proposito di comitati, ad accettare l’invito al confronto di Nordio c’è Enrico Grosso, presidente onorario del Comitato per il «No»: «Sarà un’occasione per discutere nel merito del disegno di legge e per informare i cittadini. Senza polarizzazioni né conflitti, con uno spirito costruttivo come è quello che contrassegna le attività del Comitato a difesa della Costituzione e per il “No” al referendum».