
I borseggiatori di Venezia, la banda dei Rolex a Milano, la metro selvaggia nella Capitale... Per i turisti l’Italia è un incubo: record di recensioni negative. Il consigliere di Fdi, Rocca, accusa Gualtieri: «Davanti ai crimini è passivo».Una volta i turisti stranieri riempivano i rullini fotografici in stile Vacanze romane, cercando di imitare le pose di Gregory Peck e Audrey Hepburn. Capri risplendeva di divi e di sorrisi sulla Lambretta o al molo. Oggi, invece, sulle bacheche social finiscono sempre più spesso fotogrammi di un thriller malriuscito: movida armata, spray urticante, scippi in piazze deserte, urla nelle stazioni, coltellate sui treni e mani invisibili dentro le tasche. Con un hashtag che tiene indissolubilmente unite due parole, borseggiatori e Italia: #pickpocketsitaly. E con georeferenziazioni nelle città più note del turismo italiano: da Trento a Palermo. Agosto 2025, boom turistico da record, ma con una sicurezza in caduta libera. L’elenco dei casi finiti sulla cronaca è particolarmente lungo e, a tratti, cruento. Il 7 agosto in piazza San Marco a Venezia tre romeni, muovendosi tra i tavolini dei caffè e le code per la Basilica, avevano già mietuto diverse vittime, finché una pattuglia di carabinieri in borghese non li ha sorpresi con le mani ancora infilate nelle borse. I militari l’hanno descritta come una catena di montaggio: «Uno copriva l’azione, l’altro prelevava i portafogli e li consegnava al terzo uomo, che li portava via di corsa». I tre arrestati si vanno a sommare agli altri 15 della statistica aggiornata dalle forze di polizia che si occupano della sicurezza del centro storico nella città lagunare. Pochi giorni prima, era toccato a una famiglia brasiliana a passeggio con una ragazzina di dieci anni alle Mercerie. All’improvviso tutti e tre vengono colpiti da uno spruzzo di spray urticante. Il padre barcolla, la madre urla, la bambina piange. In pochi secondi spariscono borse e portafogli. In quest’area, prima del suo ultimo arresto in virtù del decreto Caivano, si aggirava fino alla scorsa settimana anche la famosissima Shakira, bosniaca ventenne con un curriculum giudiziario zeppo di recidive: ha inanellato più di 60 fascicoli a suo carico per furti con destrezza e violazioni di divieti di dimora. Le vittime preferite? Turisti stranieri, tra Venezia e Milano. Proprio a Milano si aggira la temutissima banda dei Rolex. Tra il 10 luglio e il 4 agosto, i colpi messi a segno hanno fruttato 445.000 euro. Due Patek Philippe, il primo da 65.000 euro che è stato rubato proprio dopo l’acquisto, all’uscita dal negozio, il secondo da 150.000, indossato da un turista tedesco che passeggiava in via Turati. Solo pochi giorni prima in via Montenapoleone un ingegnere newyorkese in vacanza è stato sorpreso alle spalle da un predone che l’ha prima scaraventato a terra e poi gli ha sfilato il Patek da 120.000 euro. La moglie ha scritto sui social: «Se venite in ferie a Milano lasciate gli oggetti di valore a casa». Il quarto orologio della stessa marca, del valore di 110.000 euro, è stato rubato dal polso di un turista armeno che si è beccato anche un pugno in pieno volto, poche ore dopo un imprenditore indiano ha subito il furto di un Richard Mille da 150.000 dollari. Bottini da capogiro. Il lusso, d’altra parte, è un obiettivo sensibile. Porto Sant’Elpidio, 2 agosto. Un turista che si aggirava tranquillo con il cane finisce in coma dopo un’aggressione brutale. Calci e pugni alla testa nel buio di una viuzza. Finisce sedato e in prognosi riservata. A Roma la metro A, tra Barberini e Termini, è diventata il terreno di caccia preferito dai borseggiatori. In testa minorenni senza paura e donne rom. I turisti, giapponesi, americani, australiani, sono i preferiti. Ma anche i pellegrini arrivati nella Capitale per il Giubileo. Ogni giorno fioccano decine di denunce. E anche di arresti. Gli ultimi cinque, tutti latinos, si erano travestiti da turisti, con tanto di macchina fotografica digitale al collo e selfie stick pensando di passare inosservati.Sabato sul vagone della metro, in pieno giorno, una famiglia di turisti thailandesi si è ritrovata in trappola. La donna, in vacanza con il marito e il figlio, è stata circondata da tre borseggiatori. Un’azione rapida: mani veloci che si infilano nella borsa tra la folla, il portafogli sparisce, i ladri, due uomini e una donna, si dileguano. In due riescono a far perdere le tracce, la terza, una ventiquattrenne romena, è stata bloccata e ammanettata. Il bollettino interforze è implacabile. Federico Rocca, consigliere comunale di Roma per Fratelli d’Italia e presidente della commissione Trasparenza, è anche responsabile regionale del dipartimento Sicurezza e legalità del partito. Da tempo denuncia le criticità della metropolitana capitolina, sollecitando il sindaco, Roberto Gualtieri, a intervenire concretamente. «Gli interventi legislativi introdotti dal governo sulla sicurezza», premette Rocca, «stanno già funzionando, ma solo dove la competenza è delle forze dell’ordine. Dove la competenza è strettamente municipale, invece, si è concentrata l’attività della microcriminalità. E questo perché la maggioranza non è collaborativa, oltre che allergica a questi temi». E al centro della questione non c’è solo la metropolitana: «A Roma», spiega Rocca, «è massiccio anche il fenomeno dell’abusivismo turistico, tra guide abusive, falsi Ncc, taxi irregolari. Non c’è attività di contrasto. Come per i commercianti abusivi. Il turista arriva, fa un giro, e facilmente si trova ad assistere alle risse tra commercianti abusivi per la contesa del posto da occupare. Non è un bel biglietto da visita». E, a sentire Rocca, non ci sarebbe neppure voglia di correre ai ripari: «È inaccettabile che il sindaco resti a guardare», afferma il consigliere comunale, «ma è un muro di gomma. Io a ogni consiglio tematico mi presento con degli atti. Di recente ho chiesto di illuminare di più le strade perché ci sono aree completamente buie e dove non c’è visibilità spesso si nasconde il pericolo. Mi hanno detto che non si può fare e che non è una priorità. Allora ho riformulato, chiedendo almeno di far lasciare le insegne commerciali accese di notte, per evitare l’effetto black out. Picche anche in questo caso». Ma l’oscura Roma è solo uno degli epicentri. Il più violento sembra Palermo.Il 21 luglio, in via del Vespro, due turisti austriaci vengono avvicinati da tre pusher. Rifiutano. Peggio per loro. Calci, pugni, ambulanza. La stampa locale parla di «ennesimo episodio di violenza contro i turisti». Solo pochi giorni prima una coppia di statunitensi era stata aggredita da un branco armato di bastoni. Prima ancora era toccato a una turista irlandese, trovata con il volto insanguinato e priva di sensi alla Vucciria. 20 luglio, Rimini. Spiaggia piena. Una turista tedesca fa il bagno. Quando torna all’asciugamano, trova solo sabbia. Borsa sparita. Dentro c’erano soldi, documenti e telefonino. 18 luglio, Firenze. Piazza Vittorio Veneto. Una studentessa americana cerca di salire su un bus turistico. Viene afferrata per le spalle, strattonata, scaraventata a terra. Un uomo le strappa la borsa. Tre giorni di prognosi e una gran voglia di tornarsene a casa. 15 luglio, treno Melegnano-Milano. Nicholas Pellegrino, insegnante californiano, viene aggredito e rimedia una coltellata al collo. Tentano di rubargli lo zaino. Quattro nordafricani vengono arrestati. Nicholas sopravvive. La madre, dagli Stati Uniti, chiede «turismo protetto». 3 luglio, Pisa. Gruppo di turisti cinesi su un bus turistico. Una sosta per il pranzo e i bagagli spariscono dal vano. Le telecamere? Spente. I video diventano virali. Solito hashtag. 30 giugno, Napoli. Sei ragazzini armati di mazze assaltano un’auto con a bordo turisti. Colpi sui finestrini, urla. La vacanza si trasforma in un incubo. Napoli. Piazza Bellini. Tre turisti tedeschi. Uno di loro di colpo si ritrova una bottiglia di vetro in faccia. Poi scatta il pestaggio. Finiscono tutti e tre al pronto soccorso. E mentre le storie di violenza si moltiplicano, le statistiche turistico-economiche esplodono. L’Italia ha accolto lo scorso anno 65 milioni di turisti internazionali che hanno speso oltre 55 miliardi di euro (+25% rispetto al 2019). Quarto Paese al mondo per entrate da turismo. Enit stima per l’estate 202,5 27 milioni di arrivi via aeroporto (+17,9% rispetto al 2024). Il Giubileo 2025 moltiplica i flussi. Ma mentre esulta il marketing, sui siti ufficiali dei ministeri degli Esteri stranieri compaiono le avvertenze. La Svizzera: «In Italia attenti ai borseggiatori». Offre lo stesso consiglio il Regno Unito. I distinguo finiscono sulla stampa internazionale. Barcellona ha i pickpocket, sì, ma sono «gentiluomini»: ti rubano il telefono, ma non ti spruzzano spray urticante in faccia. A Lisbona, se ti derubano, non ti accoltellano. L’Italia offre il pacchetto completo: furto, aggressione, trauma. Il paradosso è spietato: più arrivi, meno sicurezza. Oltre il Colosseo, oltre le gondole, c’è una percezione che viaggia insieme alla valigia: «Meglio stare attenti». Una compagnia di assicurazioni britannica, la Quotezone, ha analizzato la frequenza delle menzioni di «borseggio» o «furto» su siti Web di recensioni di viaggio sul genere di Tripadvisor, dedicate a destinazioni turistiche popolari. L’Italia è risultata la località «con la maggiore frequenza» di post in cui i viaggiatori «evidenziando le sfide affrontate» in città come Roma, Firenze e Milano. L’iconica Fontana di Trevi a Roma è stata descritta come «uno dei principali luoghi di ritrovo per i borseggiatori», attirando «oltre 470 segnalazioni da parte di turisti vittime di furti». Altro che Vacanze romane.
Paolo Mazzoleni (Ansa)
La Procura chiude le indagini su Paolo Mazzoleni, ex presidente dell’Ordine degli architetti.
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La sentenza che ha riconosciuto un nesso causale tra il siero anti Covid e l’invalidità di una donna ultracinquantenne (quindi obbligata all’iniezione) conferma che il potere ci ha trattato non da sudditi, ma da schiavi. Su cui ogni sperimentazione era lecita.
Ansa
Solito schema: ammortizzatori sociali in patria, produzione in Serbia e in Africa.
Era il più veloce di tutti gli altri aeroplani ma anche il più brutto. Il suo segreto? Che era esso stesso un segreto. E lo rimase fino agli anni Settanta