2025-10-20
Jaki punta 13 miliardi sull’America e si porta a casa il premio della Niaf
Solito schema: ammortizzatori sociali in patria, produzione in Serbia e in Africa.L’antico adagio va riscritto: chi italiano si fa Agnelli (compresi i discendenti) se lo mangia. In America a John Elkann riservano ricchi premi e cotillon e lui ammette di sentirsi americano. Trentanove anni dopo nonno Gianni Agnelli il presidente di Stellantis - gli piace più farsi chiamare Mister Ferrari - ha ricevuto ieri il premio speciale del cinquantenario della National italian american foundation. Ricordando che ha appena deciso di investire negli Usa 13 miliardi, ha detto: «L’amore per l’America è radicato nella mia famiglia: mio padre è nato qui, mio figlio maggiore studia negli Usa». Il nuovo amministratore delegato di Stellantis invece racconterà oggi pomeriggio ai sindacati nel «superstite» Centro stile di Mirafiori che per l’Italia c’è il minimo indispensabile. I metalmeccanici porteranno ad Antonio Filosa una pagina pubblicitaria comparsa ieri su Repubblica, uno dei quotidiani di famiglia insieme alla Stampa - entrambi in vendita - che enfatizza: «Leapmotor T03, piccola il giusto, grande quanto basta». E poi spiega: 100% elettrica, da 4.900 euro. Un affarone, solo che lo pagano integralmente i contribuenti e i lavoratori italiani di Stellantis. Le auto Leapmotor beneficiano dei contributi statali: ai 4.900 euro si arriva sottraendo ai circa 18.000 euro del prezzo di listino della vetturetta cinese 11.000 euro di contributo statale e 3.000 euro di sconto del costruttore. E però il prezzo pieno della T03 Leapmotor è maggiore di quello della Pandina 65 cv ibrida prodotta a Pomigliano d’Arco (15.960 euro) e quasi in linea con quello della 500 elettrica (23.900 euro) che è infinitamente più curata, spaziosa e si produce a Mirafiori. Il ministro Adolfo Urso ha chiesto a gran voce per salvare l’auto italiana soldi cash. Sono 567 milioni dei contribuenti sottratti ai fondi Pnrr che da mercoledì 22 andranno nelle tasche dei cinesi. Filosa dovrà rivelare che Stellantis, versando 1,5 miliardi, ha comprato il 20% delle azioni Leap motor per costituire la joint-venture Leapmotor international - il gruppo di John Elkann detiene il 51% delle quote - che distribuisce fuori dalla Cina le auto Leap. Il vantaggio per i cinesi è evidente: contano su una rete di concessionari già strutturata come quella di Stellantis per vendere vetture che cannibalizzano le fasce di mercato presidiate sin qui dall’ex Fiat. Ma Elkann deve accontentare i suoi «distributori» alle prese con la crisi dei modelli Stellantis (meno 22% le vendite, fatturato in calo del 17%, utile crollato del 70% in Italia), facendosi egli medesimo concessionario. Filosa proverà a spiegare perché l’ex gruppo Fiat che - secondo Unimpresa- ha avuto dallo Stato 19 miliardi dal 2000 a oggi ce l’ha con l’Italia. La Fiom sostiene che il 2025 si chiuderà con 250.000 auto e 190.000 veicoli commerciali prodotti in Italia con un calo del 26,9%, che per le auto sale al 33,6%. In tutti gli stabilimenti del gruppo ci sono gli ammortizzatori: 3.750 operai a Pomigliano d’Arco, 2.297 a Mirafiori, a Termoli 1.823 lavoratori, altri 3.000 tra Maserati, Alfa e Lancia. Tutto questo a fronte della produzione delle auto di punta (quelle a cui fa concorrenza diretta Leapmotor) spostata in Serbia dove si assembla la Grande Panda, in Algeria e in Marocco con un investimento da 1,2 miliardi per mezzo milione di vetture. John Elkann - è inelegante ribadire che ha patteggiato 185 milioni per evitare la condanna per evasione fiscale? - però sposa l’America: 13 miliardi in quattro anni negli stabilimenti in Illinois, Michigan, Ohio e Indiana per 5.000 posti di lavoro. La scusa sono i dazi - a Melfi entro l’anno finisce la produzione Jeep e «ballano» 3.000 operai - ma Elkann sentenzia: «Chi è grande in America è grande in Italia». Oggi a Filosa i sindacati diranno che per Mirafiori la 500 ibrida non basta (verrà lanciata al Festival del cinema di Torino a fine novembre: se ne prevedono 10.000 pezzi da qui a fine anno), che serve un’altra utilitaria ibrida, che le Alfa Giulia e Stelvio elettriche sono irrealizzabili e che va trovata la sostituta della Jeep Compass. L’ad di Stellantis insisterà sul piano Italia - 2 miliardi d’investimento e 6 miliardi di acquisto dai sub-fornitori - dicendo che prosegue. Magari a bordo di una Leapmotor.