
Il sottosegretario leghista: «Le critiche di Pd e M5s sono staccate dalla realtà. Se Landini continua con le sue uscite, governeremo altri dieci anni. Adesso le aziende devono fare la loro parte e alzare i salari».
Claudio Durigon, sottosegretario leghista al Lavoro, come interpreta l’uscita del segretario della Cgil Landini, che dà della «cortigiana» al premier?
«Le uscite di Landini, gli scioperi delle ultime settimane, gli appelli alla “rivolta sociale” dimostrano che il segretario della Cgil punta semplicemente ad avere consenso. Si muove come un elefante in cristalleria. Finché c’è Landini rischiamo di governare altri dieci anni. Abbiamo bisogno di un sindacato che torni a parlare di lavoro».
Qual è il piatto forte della manovra da quasi 19 miliardi?
«È una manovra che aiuta famiglie e lavoratori. Dopo i 10 miliardi del taglio del cuneo, la sforbiciata all’Irpef è certamente un passo importante, come la flat tax al 5% per i rinnovi contrattuali. L’obiettivo è ridare linfa al nostro tessuto sociale e produttivo, sull’onda della buona notizia relativa al rialzo del rating: l’Italia è stata promossa in serie A, segno che stiamo andando nella direzione giusta».
Sul prelievo alle banche, che copriranno spesa sanitaria e sgravi all’Irpef, ci sono state discussioni accese nella maggioranza.
«È un bene che le banche abbiano accettato. Negli ultimi anni gli istituti bancari hanno portato a casa profitti rilevanti, e abbiamo ritenuto giusto destinarne una parte ai cittadini».
Non c’è il rischio di futuri rincari sulla clientela?
«Oggettivamente le banche negli ultimi tempi hanno guadagnato tantissimo, siamo nell’ordine di 130 miliardi circa negli ultimi tre anni. Gli istituti ci sono venuti incontro, e numeri alla mano non hanno bisogno di scaricare nessun costo sui clienti. Se non possiamo applicare una piccola tassa a chi incamera enormi profitti, allora nessun cittadino sarebbe più tassabile. Penso che, anche per le banche, sia molto più importante la lode delle agenzie di rating appena ricevuta, che le rende molto più forti sul mercato».
Sulla previdenza è stato confermato l’aumento dell’età pensionabile, seppur graduale. Un mese in più nel 2027, e due mesi nel 2028.
«Sì, ed è l’unico piccolo rammarico che ho in questa manovra. Però abbiamo fatto capire agli alleati che era importante dare un segnale, rendendo più graduale l’aumento. Durante tutto il 2026 troveremo le risorse per fermare l’aumento di aspettativa di vita previsto».
Il capitolo rottamazione, con una platea potenziale di 16 milioni di italiani, fa felice la Lega?
«Sì perché molti italiani potranno diluire in 9 anni, con rate di uguale misura, la possibilità di spalmare il proprio debito con lo Stato. Escludendo però i furbetti che non hanno mai presentato la dichiarazione dei redditi».
In ogni caso, l’opposizione ha bocciato la manovra. «Tutta austerity», dice Elly Schlein. «Volete affrontare uno tsunami con il secchiello», secondo Giuseppe Conte.
«Sono distaccati dalla realtà. Questa è una manovra di buon senso che guarda alle necessità concrete dei cittadini. Capisco che l’opposizione debba sempre cercare la polemica, ma per certi versi questa è una manovra di sinistra, cioè attenta al sociale».
Il presidente Mattarella punta il dito contro i salari troppo bassi e agli squilibri nelle retribuzioni.
«I salari non sono cresciuti per anni. Il governo Meloni ha tagliato il cuneo fiscale, introdotto la flat tax, ma l’inflazione più alta del previsto ha colpito il potere d’acquisto. Credo che le imprese e Confindustria dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza, e dare una mano in sede contrattazione, in vista di un reale incremento dei salari».
Cioè?
«I salari li pagano le aziende. Se i prezzi aumentano, è possibile che le aziende abbiano avuto introiti maggiori. La redistribuzione deve essere equa, e come ha detto Giorgetti in Parlamento, rinnovo l’invito alle imprese perché abbiano un’attenzione maggiore al fine di avere salari più adeguati. Se i prezzi delle camere d’albergo, tanto per fare un esempio, hanno avuto un’impennata, forse sarebbe il caso di aumentare il salario dei lavoratori del settore alberghiero».
Perché continuate ad essere contrari al salario minimo?
«Perché è un boomerang. Abbassa il livello dei salari medi. Non abbiamo bisogno dei 9 euro per legge, perché tutti i salari sarebbero spinti verso il basso. Non solo è un’idea controproducente, ma ben presto potrebbe arrivare una sentenza europea che la renderebbe inapplicabile».
Cosa si aspetta dal voto regionale in Veneto? Luca Zaia ha deciso di correre come capolista, con qualche frecciata polemica nei confronti degli alleati.
«Il nostro candidato Alberto Stefani avrà un grande futuro, ed è in continuità con l’amministrazione di Luca Zaia, il quale scende in campo per dargli più forza».
In Campania, la partita sembra decisamente più dura.
«Sento nell’aria un profumo diverso. La gente non vuole affidarsi al tandem Fico-De Luca, una coppia da macchietta teatrale, simbolo dell’inciucio. Potrebbero esserci grandi sorprese».






