2025-10-20
Soumahoro, se ora tifa remigrazione cominci lei
Aboubakar Soumahoro (Ansa)
Caro Aboubakar Soumahoro, caro onorevole dei suoi stivali (infangati), le scrivo questa cartolina per ringraziarla di aver lanciato finalmente uno slogan nuovo sul tema dell’immigrazione. L’altro giorno, infatti, ha organizzato un convegno a Montecitorio per dire: aiutiamoli a casa loro. Era ora che qualcuno ci pensasse, caro Soumahoro, perché finora non l’aveva mai detto nessuno. Meno male che è arrivato lei, insieme al re del Lesotho e al presidente del Parlamento africano, a spiegarci che esiste, ancor prima che un diritto di partire, un «diritto di restare». E addirittura un «diritto di rientrare». Ora dovrebbe farmi solo una cortesia: glielo può spiegare a quelli che da anni continuano a parlare soltanto della necessità di accogliere tutti? Sono sicuro che se si guarda attorno di «accoglioni» ne trova molti. Se proprio non li vede, provi con lo specchio. Si figuri che c’è stato persino uno, nel nostro Paese, che dopo essersi laureato con una tesi sull’immigrazione, è diventato famoso con una marcia degli immigrati, poi è andato a lavorare nel sindacato degli immigrati, ha raccolto fondi per aiutare gli immigrati, s’è fatto eleggere deputato per difendere gli immigrati, e appena arrivato in Parlamento (con gli stivali da immigrato) ha presentato solo leggi a favore degli immigrati. Ecco: potrebbe spiegare a quel signore che gli immigrati sono molto utili nel nostro Paese soprattutto a chi vuol far soldi e carriera alle loro spalle? Ora che lei l’ha capito, forse riuscirà a farlo capire anche a lui. Quasi come se foste una persona sola. Già che ci sono le suggerisco un altro slogan inedito: remigrazione. Può anche metterlo in musica: tu chiamale, se vuoi remigrazioni. Lo so che la parola le fa un po’ paura: lei preferisce, come da convegno, «opportunità per l’Italia e per l’Africa». Del resto a lei le opportunità sono sempre piaciute. Sua moglie, per dire, ha avuto l’opportunità di garantirsi il «diritto all’eleganza» grazie al business dell’accoglienza degli immigrati. Lei ha avuto l’opportunità di organizzare raccolte fondi per gli immigrati, anche se poi gli immigrati le chiedevano: «Dove sono finiti i soldi?». Poi lei ha anche avuto l’opportunità di comprarsi una bella villetta con i proventi del suo libro, che aveva venduto appena 9.000 copie. E tutti a chiedersi: come fa Soumahoro a comprare una villa vendendo appena 9.000 copie (circa 10.000 euro di guadagno)? Tutta questione di opportunità. E se adesso le opportunità più grandi, con il piano Mattei, sono proprio in Africa, perché non buttarsi lì? Il re del Lesotho approva di sicuro. Il contribuente italiano chissà. Al convegno «aiutiamoli a casa loro» ha invitato alcuni parlamentari della Lega. Ovvio: dopo il sindacato di base, Propaganda Live, L’Espresso, Avs, Fratoianni-Bonelli, lei dove poteva finire? Vicino al partito di Vannacci, si capisce. Ora aspettiamo con ansia il suo nuovo libro: era stato annunciato nel 2023, e non si è mai visto. E va bene che il titolo era Il manifesto degli invisibili, ma come invisibilità non è perfino troppo? Non si può sparire così. A proposito di sparire, devo farle un’ultima domanda: ora che finalmente ha capito che la cosa migliore per gli immigrati arrivati in Italia è tornare a casa loro, mi spiega perché diavolo lei è ancora qui?