2025-12-02
Corruzione e frode sui fondi della Ue. Fermati Mogherini e un diplomatico
Federica Mogherini e Stefano Sannino (Ansa)
Presunte irregolarità nei finanziamenti al Collegio d’Europa, di cui l’ex ministro è rettore. Coinvolto un manager dell’istituto. Ma la Procura ha chiesto la revoca dell’immunità anche per altri sospettati.Stefano Sannino, capo del «ministero degli Esteri» europeo, si è sposato col compagno a Madrid e ha ricevuto premi per il suo attivismo pro Lgbt. Pure lui adesso è indagato.Lo speciale contiene due articoli.Dopo il Qatargate ancora una volta un terremoto giudiziario in Belgio si abbatte sulla sinistra italiana. Federica Mogherini, ex ministro degli Esteri del governo Renzi ed ex alto rappresentante dell’Ue per gli Affari Esteri, è stata fermata ieri dalle autorità belghe per un presunto caso di corruzione, condotto dall’Olaf, l’ufficio antifrode europeo, sotto la direzione della Procura europea (Eppo). L’indagine è condotta congiuntamente da un giudice istruttore nelle Fiandre Occidentali. La polizia federale belga ha effettuato una serie di perquisizioni, nel corso delle quali le squadre di investigatori in borghese hanno sequestrato documenti e materiali informatici. Prima dell’inizio dell’operazione l’Eppo aveva richiesto e ottenuto la revoca dell’immunità di cui godevano diversi sospettati, dei quali non sono stati divulgati i nomi. Un dettaglio che rende probabile che l’indagine si appresti a diventare ancora più esplosiva. Insieme alla Mogherini, che oggi è rettore del Collegio d’Europa di Bruges, sono stati fermati l’ex ambasciatore Stefano Sannino, che dopo essere stato direttore generale del Seae (il Servizio europeo per l’azione esterna) attualmente ricopre il ruolo direttore generale della Commissione per il Mediterraneo, e un terzo cittadino italiano, che ricopre un ruolo di peso all’interno del Collegio d’Europa. Secondo Politico si tratterebbe di Cesare Zegretti, italo-belga che da gennaio 2022 è codirettore dell’ufficio executive education, training and projects. Le indagini riguardano dei sospetti favoritismi che sarebbero avvenuti nel 2021 e nel 2022 nell’attribuzione all’istituto di Bruges di un programma di formazione per futuri diplomatici da parte del Seae.I potenziali reati, riportati dal quotidiano belga Le Soir, riguardano, a vario titolo, «la frode nell’attribuzione di appalti pubblici, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale». Gli investigatori vogliono verificare se il Collegio o alcuni suoi rappresentanti abbiano avuto accesso anticipato a informazioni riservate sulla gara d’appalto bandita nel 2022, circostanza che avrebbe potuto conferire un vantaggio indebito nella candidatura poi risultata vincente. Il Seae, infatti, aveva richiesto che chiunque presentasse un’offerta disponesse già di adeguate strutture di alloggio per i partecipanti. Gli inquirenti starebbero dunque ricostruendo anche le tempistiche con cui il Collegio avrebbe acquistato, nel 2022, un edificio in Spanjaardstraat a Bruges per circa 3,2 milioni di euro. L’immobile è diventato la residenza degli allievi dell’Accademia diplomatica ed è stato comprato in un momento in cui l’istituzione attraversava difficoltà finanziarie e poco prima che il Seae pubblicasse il bando, poi aggiudicato allo stesso Collegio con un finanziamento di 654.000 euro. Il sospetto è che l’acquisto possa essere stato effettuato conoscendo in anticipo il contenuto o i requisiti dell’appalto. In particolare, Secondo la Procura, «vi sono forti sospetti che, durante la procedura di gara per il programma, sia stato violato l’articolo 169 del regolamento finanziario relativo alla concorrenza leale e che informazioni riservate relative alla procedura di gara in corso siano state divulgate a uno dei candidati partecipanti alla gara». I tre fermati possono essere trattenuti per 48 ore nel corso delle quali potranno essere interrogati, con la presenza facoltativa di un avvocato. In alcuni casi il giudice istruttore può però prolungare il fermo. Il Collegio d’Europa, che ieri con una nota ha annunciato che «collaborerà pienamente con le autorità nell’interesse della trasparenza e del rispetto del processo investigativo», è considerato la vera fabbrica delle élite continentali e tra le sue aule si allenano i futuri protagonisti della politica e della diplomazia comunitaria. Nato nel 1949 dalla volontà di figure come Alcide De Gasperi, Salvador de Madariaga, Winston Churchill e Paul-Henri Spaak, la scuola ha messo radici prima a Bruges, poi a Natolin nel 1992 e, solo l’anno scorso, a Tirana, trasformandosi in un network di tre campus che ogni anno richiama studenti da tutto il continente. Mogherini che ne è diventata rettore nel settembre 2020 ma non solo: dagli iscritti ai docenti, fino a una lunga schiera di ex studenti oggi sparsi tra Commissione, Parlamento, Seae, Bei e Corte di giustizia. Va detto che il legame tra il Collegio di Bruges e le istituzioni europee è da sempre un intreccio complesso. Molti docenti sono professionisti di altissimo livello che lavorano in contesti di livello internazionale, come le filiali europee degli studi legali americani, che poi arruolano gli ex studenti del Collegio più promettenti. Parliamo degli studi che, ad esempio, rappresentano le multinazionali davanti all’Antitrust dell’Ue. E a volte i loro avvocati, forti dell’esperienza maturata, passano dall’altra parte della barricata, diventando funzionari dell’Ue. Un legame, che adesso rischia di essere messo in discussione dalla vicenda giudiziaria della Mogherini. Che non può non richiamare alla mente quella del suo ex compagno di partito Antonio Panzeri, figura chiave del Qatargate. Anche se a sceglierla come commissario Ue in quota all’Italia era stato Matteo Renzi, la carriera politica della Mogherini si è sviluppata tutta all’interno di quella che Pier Luigi Bersani definiva «La ditta». Mogherini ha iniziato la sua militanza politica da ragazzina, iscritta nel 1988 alla Fgci e poi nel 1996 alla Sinistra giovanile dove ricopre l’incarico di responsabile nazionale università e poi esteri. Nel 2001 entra nel consiglio nazionale dei Democratici di sinistra. Poi nel 2008 la prima elezione in Parlamento. Una «compagna» Doc, insomma, che però, secondo l’Eppo ha sbagliato.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/mogherini-sannino-arresto-2674363907.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="chi-e-lambasciatore-gay-amico-di-zan" data-post-id="2674363907" data-published-at="1764710904" data-use-pagination="False"> Chi è l’ambasciatore gay amico di Zan Siamo all’amichettismo alla massima potenza, tremano i salotti della rive gauche del Tevere. Ci sono di mezzo i trascorsi a casa Veltroni e i raduni del Gay pride: insomma tutta la nuova classe dirigente da quando il vecchio caro Pci si è messo il tailleur ed è diventato Pd. Federica Mogherini è stata arrestata a Bruxelles per sospette tangenti con l’ambasciatore Stefano Sannino, già «capo» del Servizio di azione esterna (il ministero degli Esteri dell’Ue) ed ex rappresentante permanente dell’Italia presso l’Ue nominato dal suo amico Enrico Letta e raccomandatissimo da Romano Prodi.Sannino, che nel Pd conta su Piero Fassino e Alessandro Zan, si è sposato col suo compagno in una fastosa cerimonia all’ambasciata d’Italia a Madrid, sua sede diplomatica. Lo hanno insignito sempre in Spagna del Premio Transexualia – per l’impegno nella formazione e l’inserimento al lavoro di transessuali e transgender – e del premio Lgbt Andalucía. I due in comune hanno che piacciono alla gente che piace! Elly Schlein scorrendo gli incarichi di Giorgia Meloni ha detto che siamo governati dal familismo, il Pd ha fatto di più: ha esportato in Europa, a spese del contribuente, il compagnismo. La dimostrazione è la disavventura giudiziaria di Federica Mogherini, già ministro degli Esteri con Matteo Renzi, già Alto Rappresentante della Politica estera europea e quindi vicepresidente della Commissione con Jean-Claude Juncker, voluta da Renzi e benedetta da Giorgio Napolitano. Lei ha fatto carriera così: con nomine spintanee. Anche quando l’hanno «eletta» Alto Rappresentante mezza Europa non la voleva per il suo essere filo-russa (c’era già stata l’invasione della Crimea) e per le foto opportunity a braccetto con Yasser Arafat (al Pd i pro-Pal sono sempre stati simpatici: prima dell’Albanese fu Mogherini!). Resta storico il benvenuto che lei dette a Sergio Mattarella appena eletto presidente della Repubblica in visita a Bruxelles dicendogli: «Presidente siamo dallo stesso lato». Era il 3 marzo 2015 e chissà se a Mattarella piace ricordarsi di quando ringraziava Vladimir Putin. In effetti però Mattarella e Mogherini sono l’evidenza dell’emulsione cattocomunista veltroniana confluiti nel Pd. In gioventù è stata un’accesa militante della Fgci romana; lì ha compiuto le prime «scalate» protetta da «Uolter» per via delle ambizioni cinematografiche di quest’ultimo. Come si sa l’intellò de noantri iscritto al Pci, ma che ha detto «non sono mai stato comunista», ha un diploma della scuola del cinema. E quando Elena, la zia di Federica, sceneggiatrice come papà Mogherini che era anche regista, si fece amica di mamma Veltroni tra i due figgicciotti scattò un interesse comune. Ben ripagato. «Uolter» quando diventa sindaco di Roma chiama Fede (tra loro s’usa così) a farle da assistentissima in Campidoglio. Nasce lì la ami-nemicizia con Marianna Madia: sono le due bionde del Pd alla amatriciana, le «terribili» gemelle M. La ragazza si fa notare da Piero Fassino, sposa Matteo Rabesani (si separeranno dopo alcuni anni: hanno due figlie insieme) che per Vetroni comanda l’Ufficio capitolino delle relazioni internazionali e le spalanca le porte delle ambasciate. Si schiera con Matteo Renzi che la manda in Europa per stoppare Massimo D’Alema che aspirava alla carica di Alto rappresentate. Legatissima a Paolo Gentiloni - al conte marchigiano lascia il posto di ministro degli Esteri - coccolata da Dario Franceschini, benvoluta da Romano Prodi – a Bruxelles si tenne come capo di gabinetto il fedelissimo del «Mortadella» Stefano Manservisi – è entrata nel giro dei Mattarella boys con l’aureola delle stelle europee in testa e quando l’hanno «licenziata» da palazzo Berlaymont ha cercato una casa confortevole: rettrice del Collegio d’Europa, pagato anche dalla Commissione, la scuola delle feluche Ue. Non aveva il curriculum per farlo, ma lei non ha mai badato alle referenze, le bastavano i referenti. Che però ora hanno perso la Fede. Il Pd sul fronte inchieste in Europa ha già dato; citofonare a Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti.
«L’amore è cieco» (Netflix)
Le nuove foto di Andrea Sempio davanti a casa Poggi nel giorno del delitto riaccendono il caso e scatenano lo scontro mediatico. Mentre la rete esplode tra polemiche, perizie discusse e toni sempre più accesi, emergono domande che le indagini dell’epoca non hanno mai chiarito: perché nessuno ha registrato questi dettagli? Perché certi verbali sono così scarni? E soprattutto: come si intrecciano queste immagini con il DNA compatibile con la linea paterna di Sempio?