2025-12-02
La Francia fa cassa con gli espatriati Usa: «Basta sanità gratis, a casa vostra si paga»
Proposta di legge per chiedere una quota ai pensionati extra Ue I firmatari: «Equità». Negli Stati Uniti fino a 500 euro al mese.Nella Francia di Macron i pensionati stranieri che sognano di trascorrere la loro vecchiaia al sole della Costa Azzurra potrebbero essere costretti a riconsiderare i loro piani. L’assistenza sanitaria gratuita potrebbe essere soppressa. Si fa cioè strada l’ipotesi concreta che i pensionati extracomunitari che attualmente beneficiano del sistema sanitario pubblico inizino a pagarne i costi. Un principio che, se applicato su larga scala, potrebbe forse scoraggiare, o quanto meno disincentivare, l’immigrazione incontrollata. Un tema che l’economista e premio Nobel americano Milton Friedman aveva del resto messo a fuoco in una sua lezione universitaria del 1984. «Prima del 1914 c’era libertà completa di immigrare negli Stati Uniti. Chiunque poteva salire su una barca e raggiungere le nostre coste. E se sbarcavano ad Ellis Island, questa cosa era buona o cattiva? Difficilmente troverete qualcuno che dirà che era una brutta cosa. Quasi tutti diranno che era una cosa positiva. Poi immaginate di chiedere alle stesse persone se mai sarebbe giusto avere l’immigrazione libera oggi». Prosegue Friedman: «Non potremmo avere l’immigrazione libera oggi perché saremmo inondati da immigrati dall’India. E Dio solo sa cosa potrebbe succedere. Ma come fanno le persone a essere così incoerenti. Andava bene prima del 1914 e oggi no? C’è un senso in questa incoerenza. Una cosa è avere l’immigrazione libera in un Paese che può offrirti solo lavoro e niente welfare. Un’altra cosa è avere immigrazione libera in cerca di welfare. Se hai un minimo di welfare, di assistenza e di reddito, indipendentemente dal fatto che tu lavori o no, non può entrare chiunque».Come dire, se vuoi entrare, ammesso che tu possa, devi pagare il biglietto. La mossa francese però sembra essere destinata non tanto a scoraggiare l’immigrazione incontrollata quanto i pensionati americani. «È una questione di equità», ha dichiarato a Politico François Gernigon, il deputato macroniano e turbo europeista che ha presentato la proposta. «Se sei un cittadino francese e ti trasferisci negli Stati Uniti non benefici della previdenza sociale gratuita». Verrebbe da chiedersi perché fa l’esempio degli Stati Uniti e non dell’Egitto. Ma non poniamoci troppe domande. Secondo la legge francese, i cittadini extra-Ue non lavoratori che hanno un visto per soggiorno di lunga durata e possono dimostrare di avere una pensione o un reddito da capitale sufficienti (oltre 23.000 euro annui) e un’assicurazione sanitaria privata possono, dopo tre mesi, ottenere una carte vitale, che dà loro accesso gratuito all’assistenza sanitaria pubblica. A quel punto, possono annullare la loro precedente assicurazione sanitaria privata e beneficiare di quella francese. È diventata una scelta popolare per i pensionati statunitensi. Ora molti parlamentari francesi vogliono porre fine a questa situazione e imporre il pagamento di un contributo minimo.L’idea è già stata approvata dai due rami del Parlamento durante le discussioni sul bilancio e potrebbe vedere la luce già l’anno prossimo. Il governo sostiene la proposta. Gernigon dice che persino gli espatriati statunitensi sostengono di non trovare normale la situazione attuale e di essere pronti a contribuire di più. Secondo l’ultima versione modificata dal Senato francese, solo i cittadini extracomunitari che non pagano le tasse o non contribuiscono ad altri programmi di assistenza sociale in Francia sarebbero tenuti a versare il nuovo contributo minimo. Spetterà al governo stabilire l’entità dello stesso. Per Gernigon, dovrebbe variare a seconda del livello di copertura sanitaria, ma sarebbe comunque più economico dell’assicurazione privata negli Stati Uniti o all’estero. Questa costa tra i 300 e i 500 euro al mese. Il dibattito si inserisce in un momento in cui la Francia sta lottando per tagliare la spesa e ridurre il deficit di bilancio al 5% del Prodotto interno lordo. Oggi sono al 6%. Giusto per darvi un’idea, se l’Italia facesse un debito del 6% potrebbe permettersi di tagliare tutte le imposte patrimoniali (dall’Imu al bollo auto) che danno un gettito di 50 miliardi circa secondo la Cgia di Mestre. E rimarrebbero da spendere ancora dieci miliardi. Gernigon ha affermato di non aver ancora valutato l’entità delle entrate, ma ha riconosciuto che il suo obiettivo principale è l’equità, piuttosto che risolvere i problemi di bilancio della Francia. «Non è questo che colmerà il buco nel bilancio della previdenza sociale», ha affermato. Ma è pur sempre una manovra per fare cassa anche sulla pelle degli anziani. Che possono pagare. Non è invece un modo per contrastare l’immigrazione incontrollata. Ci sembrava strano. Però varrebbe la pena rifletterci. In Italia, dal 2014 ad oggi, è sbarcato illegalmente oltre un milione di immigrati. Quanti di questi abbiano lasciato l’Italia non si sa. Molti sono ancora qua, lo vediamo. In pratica è come se si fosse aggiunta una regione grande quanto il Trentino-Alto Adige: 21 regioni anziché 20. Ma con il Fondo sanitario nazionale di sempre.
«L’amore è cieco» (Netflix)
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