2022-03-06
Naufragata la tregua si torna a combattere. Trattative da domani
Stop ai corridoi umanitari. Vladimir Putin: «Le sanzioni? Dichiarazioni di guerra». Gli ucraini uccidono un negoziatore: «Spia russa».Mentre la tensione non si smorza in Ucraina, è un duro scambio di accuse quello verificatosi nelle scorse ore tra Mosca e Kiev in riferimento alla questione dei corridoi umanitari. Ieri mattina, il ministero della Difesa russo aveva annunciato un cessate il fuoco temporaneo, per consentire l’evacuazione di civili dalle martoriate città di Mariupol e Volnovakha. Dopo alcune ore, il consiglio comunale di Mariupol ha tuttavia accusato i russi di non rispettare integralmente la tregua. «A causa del fatto che la parte russa non rispetta il cessate il fuoco e ha continuato a bombardare sia la stessa Mariupol che i suoi dintorni, per motivi di sicurezza l’evacuazione della popolazione civile è stata posticipata», hanno dichiarato i funzionari ucraini. Da parte sua, il ministero della Difesa russo ha detto che sono stati i «nazionalisti» ucraini ad aver ostacolato i corridoi. È quindi nel mezzo di tali accuse incrociate che le evacuazioni sono alla fine state sospese. «Comprendiamo che le operazioni di passaggio in sicurezza da Mariupol e Volnovakha non inizieranno oggi», ha dichiarato in tal senso ieri pomeriggio la Croce Rossa in una nota. Mosca ha fatto inoltre sapere in serata che riprenderà l’offensiva sulle due città. È in questo quadro che le operazioni belliche sono andate avanti. Nuovi bombardamenti sono stati effettuati sulla città settentrionale di Chernihiv, mentre alcune centinaia di persone si sono radunate nel centro di Kherson per protestare contro l’occupazione russa. Secondo gli Stati Uniti, le forze di Mosca si sono inoltre sensibilmente avvicinate alla centrale nucleare di Yuzhnoukrainsk. Frattanto il ministero della Difesa di Mosca ha dichiarato che oltre 2.000 elementi dell’infrastruttura militare ucraina sarebbero stati colpiti dal principio dell’invasione. In tutto questo, il governo di Kiev ha criticato la Nato per aver respinto due giorni fa l’ipotesi di creare una no fly zone, paventando di fatto il rischio di un conflitto nucleare. Intervenendo per via telematica al Congresso degli Stati Uniti, Volodymyr Zelensky è tornato a invocare ieri la creazione di una no fly zone. «Tutti coloro che ora stanno bloccando la chiusura del cielo sull’Ucraina, dovrebbero ricordare l’aprile 1986», aveva tra l’altro dichiarato poco prima il ministero della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, riferendosi al disastro di Chernobyl. Altrettanto duro il commento del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov: «Zelensky è dispiaciuto che la Nato non intervenga, vuol dire che non vuole risolvere il conflitto con la diplomazia», ha dichiarato. Putin, dal canto suo, ha affermato che l’eventuale creazione di una no fly zone e l’imposizione di sanzioni verranno interpretate alla stregua di una dichiarazione di guerra. «L’attuale leadership ucraina deve capire che se continua a fare quello che sta facendo, mette in discussione il futuro della statualità ucraina. E se ciò accadrà, ricadrà interamente sulla loro coscienza», ha detto inoltre il presidente russo, mettendo quindi concretamente sul tavolo l’eventualità di uno smembramento dell’Ucraina. In questo quadro, il ministro degli Esteri polacco, Zbigniew Rau, ha dichiarato ieri che Varsavia non riconoscerà alcun mutamento territoriale, causato dall’invasione russa.Nel frattempo, le trattative diplomatiche restano appese a un filo. È stato reso noto che la terza tornata di colloqui tra le delegazioni di Russia e Ucraina si terrà domani (il che apre drammaticamente al rischio che in queste ore il conflitto si acuisca). In un tale quadro, Lavrov ha espresso ieri scetticismo sui progressi negoziali, mentre - secondo quanto riferito da alcuni media ucraini - i servizi di Kiev avrebbero ucciso un componente della delegazione diplomatica ucraina, nel corso di un tentativo di arresto. Si tratta di Denis Kireev: costui aveva preso parte alla prima tornata di colloqui lunedì scorso ed era sospettato di tradimento (avrebbe in particolare consegnato informazioni ai russi). Nella mediazione è sceso in campo ieri Israele. Il premier israeliano, Naftali Bennett, ha avuto un colloquio di tre ore a Mosca con Putin, per cercare di disinnescare la crisi ucraina. Ricordiamo che lo Stato ebraico vanta, sì, storici legami con gli Stati Uniti, ma che al contempo ha anche consolidato i propri rapporti con la Russia. Inoltre, secondo il New York Times, degli 1,2 milioni di russofoni arrivati in Israele dall’ex Urss negli ultimi 30 anni, un terzo proviene dalla Russia e un terzo dall’Ucraina. Questa serie di circostanze può quindi aver indotto Bennett a intervenire come mediatore. Al termine del colloquio non sono comunque stati diffusi comunicati, mentre il premier israeliano ha avuto subito dopo una telefonata con Zelensky, per recarsi poi a Berlino. Va tuttavia sottolineato che Bennett abbia notificato il proprio viaggio moscovita alla Casa Bianca prima della partenza: segno che questo tentativo di mediazione sia stato condiviso con Washington. La stessa che, pochi giorni fa, aveva attivato una linea di comunicazione tra il Pentagono e il ministero della Difesa russo. Biden sta probabilmente guardando all’accordo sul nucleare con l’Iran.
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)