guerra ucraina

{{ subpage.title }}

«Limes» non mette l’elmetto e parte il fango
Lucio Caracciolo (Ansa)
Quattro collaboratori lasciano Lucio Caracciolo, alludendo a presunte posizioni filorusse dell’analista. Il prof Argentieri parla addirittura di «una nube tossica sull’Ucraina». Ma la rivista ha soltanto riportato la realtà, senza ripetere a pappagallo la propaganda bellicista.

La sindrome di Zerocalcare miete vittime a sinistra. Mentre fior di intellettuali si accapigliano sulle sorti della Stampa, ai vertici della prestigiosa rivista Limes si consuma uno psicodramma dei migliori. Alcuni collaboratori piuttosto in vista hanno deciso di mollare la testata di geopolitica diretta da Lucio Caracciolo accusandola nemmeno troppo dolcemente di putinismo. Federigo Argentieri, professore di scienze politiche e direttore del Guarini Institute for Public Affairs della John Cabot University, Franz Gustincich e Giorgio Arfaras hanno lasciato il comitato editoriale e il consiglio scientifico di Limes, seguiti a stretto giro dal generale Vincenzo Camporini.

Continua a leggereRiduci
Il premier De Wever snobba le garanzie di Ursula sull’uso dei beni russi. Europa in panne: «Al Consiglio di domani una decisione va presa». I deputati della destra italiana: «La Commissione faccia altre verifiche».

L’Ue è finita in stallo sul dossier degli asset di Mosca. Lunedì sera, il Belgio ha respinto la proposta della Commissione europea di un prestito da 210 miliardi di euro all’Ucraina, che dovrebbe essere finanziato attraverso i beni russi congelati. In particolare, il governo guidato da Bart De Wever non ha ritenuto sufficienti le rassicurazioni messe sul tavolo da Ursula von der Leyen.

Continua a leggereRiduci
L’Europa rischia di mandare all’aria la pace
Da sinistra: Friedrich Merz, Keir Starmer, Volodymyr Zelensky ed Emmanuel Macron (Ansa)
  • Irricevibili le proposte uscite dal vertice di Berlino per Mosca, che infatti è lapidaria: «Non accetteremo truppe estere in Ucraina. Non promette bene la partecipazione dei Paesi Ue ai negoziati». Crosetto perplesso sull’ingresso di Kiev nell’Unione e nel Patto Atlantico.
  • Nato e referendum sul Donbass: la guerra poteva finire già nel 2022. Zelensky ha capito che le sue mire hanno fallito. Ora però inizi a non ascoltare più l’Ue.

Lo speciale contiene due articoli.

Continua a leggereRiduci
Ucraina, i soldati tedeschi tornano in Polonia mentre i russi avanzano nel Donetsk
Ansa
Truppe mandate per rafforzare il confine con Minsk. Odessa al buio dopo i raid russi.

La Germania si prepara a rafforzare il fianco orientale della Nato con un nuovo dispiegamento militare in Polonia. A partire da aprile 2026, soldati tedeschi prenderanno parte all’operazione polacca «Scudo Orientale», avviata nel maggio 2024 lungo il confine con la Bielorussia e con l’enclave russa di Kaliningrad. L’obiettivo è contribuire alla messa in sicurezza di una delle aree considerate più sensibili dell’Europa orientale. La notizia è stata riportata dal quotidiano Bild che cita fonti del ministero della Difesa di Berlino.

Continua a leggereRiduci
Trump sposa la linea Meloni sull’articolo 5
Donald Trump (Ansa)
La Casa Bianca sarebbe pronta a fornire a Zelensky garanzie di sicurezza sul modello della Nato. Soluzione proposta a più riprese dal premier, contrario all’invio di militari. Intanto Erdogan, preoccupato per gli attacchi nel Mar Nero, rientra nel risiko ucraino.

C’è il fumo e c’è la sostanza. Il fumo, o addirittura l’aria fritta, sono le truppe che Emmanuel Macron sostiene di voler mandare in Ucraina, per presidiarla. La sostanza è la proposta italiana: garanzie di sicurezza sul modello dell’articolo 5 del Trattato Nato.

Continua a leggereRiduci
Le Firme

Scopri La Verità

Registrati per leggere gratuitamente per 30 minuti i nostri contenuti.
Leggi gratis per 30 minuti
Nuove storie
Preferenze Privacy