2025-05-13
Il tycoon accetta doni dal Qatar e ignora Bibi
Donald Trump in partenza per l'Arabia Saudita (Getty Images)
Fa scalpore il Boeing 747 da 400 milioni promesso al presidente Usa, che oggi inizia il suo tour in Medio Oriente. Senza passare da Israele. Nella logica del «divide et impera» di Trump, Netanyahu viene trascurato per trattare le sorti di Gaza con Bin Salman.Quando nel 2009 Barack Obama organizzò il suo viaggio in Medio Oriente con l’obiettivo di cambiare gli equilibri, Israele non fu una delle tappe. Obama evitò di incontrare Benjamin Netanyahu, da poco premier al posto di Ehud Olmert. La scelte fece scalpore. È la stessa decisione che Donald Trump ha preso negli ultimi giorni. Il titolare della Casa Bianca stamattina atterrerà in Arabia Saudita, poi farà tappa negli Emirati arabi e in Qatar. Sollecitato la scorsa settimana da alcuni giornalisti, ha fatto sapere che ci andrà. Ma in futuro. Non è un dettaglio. Il celebre quotidiano Yedioth Ahronot ha pubblicato una vignetta che raffigura il presidente Usa mentre prepara una zuppa e Netanyahu che sta seduto in disparte mostrando grande insofferenza. Il riferimento diretto è alla trattativa Usa sul rilascio dell’ostaggio Edan Alexander, trattativa imbastita direttamente con il Qatar e i rappresentanti di Hamas. Senza la partecipazione della delegazione israeliana che solo oggi parteciperà al tavolo per acquisire i dettagli. Ma i riferimenti impliciti che hanno portato alla vignetta sono molti altri. Evidentemente Trump vuole bypassare il governo di Gerusalemme con l’obiettivo di mettere sul tavolo al più presto un risultato trasversale. Cioè uno spunto utile sia per l’Ucraina, sia per Gaza e per gli accordi sul nucleare con Teheran. L’attivismo di Bibi non piace al bulldozer Trump che preferisce dialogare con i sunniti di Riad, ma non disdegna una inaspettata filiera con i qatarini. Sarà, infatti, Marco Rubio ad accompagnare il presidente. Lo ha riferito una nota del Dipartimento di Stato, secondo cui gli incontri di Rubio «con alti funzionari promuoveranno soluzioni alle sfide globali e regionali, amplieranno il commercio e gli investimenti bilaterali e riaffermeranno i nostri partenariati strategici». Secondo la stessa fonte, Rubio si recherà poi ad Antalya, in Turchia, da domani a venerdì per partecipare alla riunione informale dei ministri degli Esteri della Nato e per discutere le priorità di sicurezza dell’Alleanza, tra cui l’aumento degli investimenti alleati nella difesa e la fine della guerra tra Russia e Ucraina. In vista del vertice Nato all’Aia di giugno, il segretario di Stato «porterà avanti l’agenda Usa volta a garantire che i nostri alleati contribuiscano in modo equo a rendere la Nato più forte ed efficace», conclude la nota. A indicare quanto la partita sia intrecciata. Trump vuole essere il protagonista assoluto a costo di mettere nell’angolo Bibi. Il quale in questo momento è l’unico leader politico dell’area che non ha nulla da offrire alla Casa Bianca. Il piano di affidare Gaza a Mohammed Bin Salman procede spedito anche se in modo non ufficiale. Negli incontri delle prossime ore saranno presenti anche Elon Musk, Sam Altman, Mark Zuckerberg e Larry Fink, il numero uno di Blackrock. Obiettivo è mettere a terra progetti concreti per dare sfogo a quei 600 miliardi di investimenti che i sauditi hanno promesso lo scorso mese di febbraio. Ma l’idea è trovare la quadra con gli egiziani, a cui Hamas vorrebbe affidarsi in caso di tregua nella Striscia e realizzare la trasformazione di Gaza, anche a costo del riconoscimento dello Stato palestinese. Forse è per questo motivo che dopo aver coinvolto nelle trattative i russi, i quali hanno messo sul tavolo l’Ucraina, gli Usa puntano a una diversa relazione con il Qatar. Al momento unico Stato che può fare pressioni su Hamas, visto che l’Iran è stato azzoppato. Dialogare con il Qatar apre nuovi fronti a sua volta e tutti pericolosi. Doha sa muoversi molto bene anche a livello di marketing. Per questo ha fatto trapelare la notizia di voler dare a Trump un Boeing 747 da almeno 400 milioni di dollari. Il presidente Usa non ha per nulla smentito. In patria le reazioni sono state numerose. Non solo dei dem, a cui Trump ha risposto ricordando che così si risparmiano soldi, ma anche da parte di alcuni suoi sostenitori estremi. Laura Loomer, la pasionaria che ha superato a destra i Qanon e ha fatto pure licenziare figure di spicco dell’amministrazione, ha criticato Trump. Si è chiesta sui social come si possa accettare un dono da chi ha sostenuto Hamas ed Hezbollah e ha aiutato ad armare i cartelli messicani perché infiltrassero in America gruppi jihadisti. Osservazioni corrette. Che lasciano aperte una serie di domande. Probabilmente il piano di affidare la penisola mediorientale ai sunniti non può prescindere agli occhi di Trump dalla supremazia della Casa Bianca. Il suo timore è che sauditi e israeliani si muovano in autonomia, una volta avviato il progetto. E quindi potrebbe ricorrere al tradizionale schema del divide et impera. Ma la bomba mediatica dell’aereo super lusso non può essere sottovalutata. Dovrà passare al vaglio del Congresso e pure dell’intelligence. Il velivolo andrà smontato e rimontato per verificare che non ci siano bachi nella sicurezza o back door nelle comunicazioni. Come al solito emerge la tattica commerciale e levantina di Trump. Più passa il tempo, più ha la necessità di chiudere la partita a scacchi che sta giocando su più tavoli, altrimenti i repubblicani, che pur in disparte mantengono la loro autonomia, potranno chiedere il conto.
Donald Trump (Getty Images)
(Ansa)
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