2025-10-10
Garlasco, si allarga lo scandalo. Perquisito un altro magistrato
La Procura di Brescia ha disposto il nuovo provvedimento nei confronti di Paolo Pietro Mazza, indagato per corruzione in atti giudiziari e peculato nella stessa inchiesta che coinvolge l’ex collega Venditti.Nell’inchiesta Clean 2 è rimasto invischiato, dopo Mario Venditti, anche un altro magistrato, Paolo Pietro Mazza, considerato un po’ il braccio destro dello stesso Venditti ai tempi in cui entrambi lavoravano a Pavia. Ieri la pm bresciana Claudia Moregola ha seguito personalmente la perquisizione nella casa e nell’ufficio del collega, attualmente in servizio come sostituto procuratore a Milano. A Mazza sarebbero contestati i reati di corruzione in atti giudiziari e peculato.Nella stessa inchiesta risulta indagato, come detto, anche l’allora procuratore aggiunto Venditti. Per quanto riguarda l’accusa di peculato sarebbe legata alla gestione delle auto di servizio da parte della Procura di Pavia.In effetti, i nomi di Venditti e Mazza sono inseriti in un’informativa inviata, nell’agosto del 2024, ai pm pavesi dal maggiore Piero D’Angelo, comandante del Gruppo della Guardia di finanza del capoluogo. Nel documento sono state passate al setaccio le fatture emesse dalla Cr service srl, la società di noleggio d’auto di proprietà dei fratelli Raffaele e Cristiano D’Arena che gestivano con la loro Esitel anche il servizio di intercettazioni dentro la Procura.I D’Arena sono anche i proprietari del ristorante di lusso Lino in cui i magistrati erano soliti desinare. Nell’annotazione è specificato che le Fiamme gialle hanno individuato «tre autovetture di possibile interesse investigativo». Le macchine venivano noleggiate per specifici procedimenti. Una prassi assai originale. Infatti, i costi relativi ai veicoli utilizzati per lo svolgimento delle indagini, così come i mezzi, sono a carico delle amministrazioni di appartenenza della polizia giudiziaria delegata. A carico dell’Erario, con anticipazione a modello 12, vengono posti i costi di eventuali missioni fuori sede. Dette spese vengono poi addebitate all’imputato condannato in via definitiva. Ma a Pavia si seguiva tutt’altra strada.Veniamo alle tre macchine sospette: sono un’Audi Q5 Exclusive che, come abbiamo ricostruito nei giorni scorsi, nel 2022, è diventata bene personale di Venditti, una Mercedes Executive passata da Mazza alla società fornitrice della Procura a prezzo maggiorato rispetto all’acquisto da parte del pm e una Bmw Premium comprata dal maresciallo dei carabinieri forestali Antonio Scoppetta (condannato in Clean 2 a 4 anni e 6 mesi di reclusione) e rivenduta, anche questa, con un valore gonfiato. Tutte e tre, lo ripetiamo, sono state noleggiate alla Procura dalla Cr Service srl dei D’Arena. L’Audi Q5, acquistata inizialmente dalla società Fratelli Giacomel a 54.500 euro, per oltre due anni ha scarrozzato soprattutto Mazza, che l’avrebbe avuta, secondo l’accusa, in uso esclusivo per circa 17 mesi: dal 25 ottobre 2019 al 3 marzo 2020; dall’11 novembre 2020 al 7 aprile 2021; dal 25 maggio 2021 al 23 dicembre 2021 e dal 27 dicembre 2021 all’11 gennaio 2022.Prima di metterla a disposizione dei pm dal 25 ottobre 2019 all’11 gennaio 2022, la Cr service ha firmato un contratto con una società di leasing (che l’aveva comprata a 42.700 euro) e l’ha immediatamente noleggiata alla Procura ottenendo in cambio 85.876 euro (il doppio del valore di mercato), come corrispettivo di 55 fatture. Nel novembre di tre anni fa la società di leasing l’ha ceduta a Venditti per circa 20.290 euro.Passiamo alla Mercedes. Dal 10 maggio 2017 al 29 marzo 2019 l’auto, che è costata l 44.400 euro, è della Mercedes Benz financial, che nel frattempo la cede «in locazione» a Mazza, il quale, Il 29 marzo 2019, ne diventa il proprietario effettivo, versando poi, 20.520 euro. Pochi mesi dopo, il 3 luglio 2019, «l’autovettura», però, viene ceduta al prezzo di 26.500 euro alla Cr Service», la stessa società, come detto, che forniva le auto a noleggio all’ufficio giudiziario. Quindi nel giro di appena tre mesi Mazza realizza una plusvalenza di 6.000 euro. Ma non è finita. Il 13 dicembre cambia targa e viene noleggiata dalla Procura. È usata per un procedimento penale del pm Roberto Valli tra il 10 e il 16 dicembre 2021. Solo una settimana di utilizzo, che vale, però, due fatture da 2.030 euro, di cui 1.364 a titolo di noleggio, 22,80 di oneri di circolazione, 123,90 di addebito tessera Viacard e 519,40 per il carburante.La terza auto finita sotto i riflettori è una Bmw 116 D Premium, completa di navigatore satellitare. Immatricolata il 31 luglio 2014, è stata acquistata per 24.800 euro dalla Cr Service, che l’ha tenuta nel proprio parco macchine per otto anni. Le Fiamme gialle hanno evidenziato il noleggio dall’aprile 2018 all’agosto 2020 nell’ambito di cinque procedimenti penali. Dalle 27 fatture disponibili, risulta che l’auto è stata utilizzata dai pm Mazza (per un totale di 10 mesi), Venditti (2 settimane) e Alberto Palermo (2 giorni). Complessivamente, le fatture ammontano a un imponibile di 32.641 euro, di cui 29.576 a titolo di noleggio.Nel 2022 la Bmw viene acquistata da Scoppetta per 8.000 euro. Ma è proprio qui che le carte portano alla luce «la singolare circostanza per cui l’autovettura acquistata da Scoppetta aumenti il proprio valore del 50 per cento nel giro di 9 mesi». Infatti, l’auto, dopo meno di un anno, passa alle Gm Garage srl per 12.000 euro che dopo 6 mesi la rivenderà a 11.500 euro.Ma le incongruenze non sono finite: nei rapporti bancari esaminati dalla Fiamme gialle «non si ha evidenza alcuna di uscite in favore della Cr Service. né di pagamenti che possano astrattamente ricondursi all’acquisto dell’autovettura da parte di Scoppetta». Insomma il maresciallo potrebbe non avere pagato nulla ai fratelli D’Arena. Se fosse così, con i 12.000 euro ricevuti dalla Gm garage, il maresciallo avrebbe guadagnato il doppio di Mazza dalle strane triangolazioni nel parco macchine della Procura.Nei brogliacci dell’inchiesta vengono citati anche i rapporti di Scoppetta e del coimputato Maurizio Pappalardo (maggiore dei carabinieri in quiescenza) con lo stesso Mazza.Le Fiamme gialle riassumono così un’intercettazione del 30 giugno 2016: «Scoppetta ricorda a Pappalardo che verosimilmente Paolo Iozzi, nel pomeriggio, si recherà dal sostituto procuratore Mazza per una non meglio generalizzata operazione immobiliare relativa a una casa ad Aosta («gli sta portando un assegno per la casa di Aosta»). È possibile che l’operazione possa essere stata fatta in qualche modo almeno in evasione di imposta, dal momento che Scoppetta rivela a Pappalardo «infatti ridevamo prima pensando alla Gdf». La nota prosegue: «Dalla conversazione appare ipotizzabile che l’operazione possa essere stata propiziata proprio dai due (pochi minuti prima Scopetta aveva scritto a Pappalardo “la vedo benino. Paolo sta venendo da Paolo adesso”)».Paolo Iozzi è un costruttore e politico locale. Secondo l’accusa avrebbe fatto fornito a Scoppetta un caminetto che sarebbe stato pagato da Pappalardo («È un mio regalo per te», avrebbe detto il maggiore). Non sappiamo se anche l’acquisto della casa sia entrato nell’indagine. L’unico riscontro è che Mazza il 28 febbraio 2017 ha acquistato un appartamento a Cogne (Aosta), di 6 vani e 118 metri quadrati. L’immobile faceva parte di un’eredità giacente ed è stato messo in vendita, a un prezzo minimo di 270.000 euro, dal Tribunale di Torino con decreto del 29 luglio 2016, previa pubblicazione dell’avviso sui siti ufficiali. L’unica offerta, di 272.000 euro, è stata presentata da Mazza ed è stata accettata.Non si è trattato di un’asta pubblica, ma di una procedura diretta e lineare: il Tribunale ha autorizzato la vendita, il curatore ha concluso l’atto e l’acquirente ha versato il prezzo concordato. Subito dopo, nello stesso giorno, la banca ha concesso il mutuo ipotecario necessario all’acquisto, completando l’operazione in modo immediato e coordinato.Pappalardo e Scoppetta parlano di Mazza anche in un’altra intercettazione: «In data 3 maggio 2019 (il secondo, ndr) aggiornava il coindagato circa l’esito di un incontro tra il sostituto procuratore con cui Scoppetta collaborava e Iozzi» si legge in un altro brogliaccio. «Il 3 maggio 2019 Scoppetta racconta di un incontro tra il sostituto procuratore e Iozzi. Quest’ultimo avrebbe parlato al dottor Mazza di una non meglio specificata “querela”, che il sostituto procuratore aveva apprezzato molto. Scoppetta conclude dicendo “ora vediamo di gestirla”». Contattato dalla Verità, Iozzi preferisce non commentare quei dialoghi: «Sono cose che non conosco». E quando gli chiediamo se sia stato sentito a Brescia replica: «In questo momento ho gente, devo salutare, mi scusi tanto». Negli atti di Clean 2 Mazza è citato pure in un’altra chat, in questo caso intercorsa tra Scoppetta e un altro coindagato, Daniele Ziri. Secondo gli investigatori quest’ultimo si sarebbe guadagnato «una sorta di ricompensa per le attenzioni riservate ad alcuni imprenditori amici» e, per questo, Scoppetta avrebbe ricordato al collega che «per quanto riguarda la questione della figlia, Paolo (Mazza, ndr) entra in turno giovedì».Che senso ha questo dialogo? Scoppetta lo ha spiegato ai pm: «La figlia di Ziri, minorenne adolescente, aveva risposto male a suo padre e lui le aveva dato uno schiaffo. Per questo la ex moglie lo aveva querelato». E per quale motivo era importante sapere quando fosse di turno Mazza? Il maresciallo risponde: «Forse Ziri si voleva sfogare depositando una denuncia con una persona che lo conosceva. Io ne parlai con il dottor Mazza e lui andò a parlare con la dottoressa Rizza che era titolare del procedimento originato dalla querela contro Ziri».