2025-11-21
Ilva, 12.900 euro a operaio per la formazione
Manifestazione ex Ilva (Ansa)
Ok del cdm al decreto che autorizza la società siderurgica a usare i fondi del prestito: 108 milioni per la continuità degli impianti. Altri 20 a sostegno dei 1.550 che evitano la Cig. Lavoratori in protesta: blocchi e occupazioni. Il 28 novembre Adolfo Urso vede i sindacati.Proteste, manifestazioni, occupazioni di fabbriche, blocchi stradali, annunci di scioperi. La questione ex Ilva surriscalda il primo freddo invernale. Da Genova a Taranto i sindacati dei metalmeccanici hanno organizzato sit-in per chiedere che il governo faccia qualcosa per evitare la chiusura della società. E il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al nuovo decreto sull’acciaieria più martoriata d’Italia, che autorizza l’utilizzo dei 108 milioni di euro residui dall’ultimo prestito ponte e stanzia 20 milioni per il 2025 e il 2026.I fondi dovrebbero essere spesi per la cassa integrazione al 70% e per aumentare la formazione dei lavoratori. Sono coinvolti 4.450 lavoratori in Cig e 1.550 beneficeranno invece di corsi di formazione. L’obiettivo, seguendo le regole europee, è quello di dar vita nei prossimi anni a quattro altoforni elettrici per produrre acciaio green. Un target ambizioso che necessita di investitori nuovi, ai quali sta lavorando il ministero delle Imprese e del Made in Italy, ma soprattutto di riconvertire gli attuali impianti in vista proprio del 1° marzo, quando secondo il crono-programma i nuovi proprietari della società dovrebbero iniziare a fare business per arrivare a produrre circa 6 milioni di tonnellate di acciaio l’anno. Attualmente solo l’altoforno 4 è acceso. Il 3 era stato mandato in pensione già anni fa, il 2 sarà fuori servizio per i lavori di decarbonizzazione, mentre l’1 è chiuso da maggio quando è scoppiato un incendio, causato da un errore umano e non da criticità della struttura. Insomma. Su circa 10.000 lavoratori assunti da Acciaierie d’Italia, ben 8.000 sono in forza agli impianti di Taranto. Ma funzionando un solo altoforno ne bastano 2.000 di «attivi». Da qui la necessità di portare da 3.000 a 4.450 il numero di persone in cassa integrazione, graziando però gli altri 1.550 dal riposo forzato facendo fare loro 98.000 ore di formazione, ha deciso il governo.Troppo poco? Ieri mattina alle 7 a Taranto sono iniziate le assemblee e le proteste dei lavoratori del polo siderurgico per decidere quali iniziative intraprendere dopo la rottura del negoziato con il governo, nonostante il ministro Urso - accogliendo l’ulteriore richiesta avanzata dalle segreterie territoriali Fim, Fiom, Uilm e Usb di Taranto e dal presidente della Regione Puglia - abbia convocato per venerdì prossimo, il 28 novembre, un incontro unitario al Mimit con le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali dell’ex Ilva, con i rappresentanti delle Regioni Puglia, Liguria e Piemonte e gli Enti locali nei cui territori hanno sede gli stabilimenti del gruppo. Il tutto sciopero generale permettendo, perché proprio quel giorno l’Usb ha deciso di bloccare l’Italia contro la manovra. Ci saranno i treni (l’astensione scatta alle 21 del 27 novembre) per far arrivare i delegati sindacali e istituzionali a Roma in tempo?Di sicuro arriveranno altri soldi, dopo i circa 2 miliardi di soldi pubblici spesi dalla Stato nell’ultimo decennio per l’ex Ilva, per Taranto e le altre fabbriche dell’azienda commissariata Acciaierie d’Italia. Nel dettaglio, stando al decreto licenziato dal Consiglio dei ministri, la stessa Acciaierie d’Italia potrà dunque utilizzare i 108 milioni residui del finanziamento ponte - risorse indispensabili per garantire la continuità degli impianti - fino a febbraio 2026, data in cui è attesa la conclusione della procedura di gara per l’individuazione dell’aggiudicatario. I restanti 92 milioni del finanziamento sono già stati destinati agli interventi essenziali sugli altoforni, alle manutenzioni ordinarie e straordinarie, agli investimenti ambientali connessi alla nuova Aia (Autorizzazione integrata ambientale) e al Piano di ripartenza. Poi il decreto stanzia appunto ulteriori 20 milioni per il biennio 2025-2026, per i 1.550 che andranno in formazione. A spanne sono 12.903 euro a lavoratore.Tutto bene? No. I segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella «ribadiscono che la ripresa del confronto sull’ex Ilva dovrà avvenire esclusivamente a Palazzo Chigi con il «ritiro del piano presentato da parte del governo». Un piano tuttavia ridimensionato dai sequestri probatori all’altoforno 1 e dalle stringenti regole ambientali europee.
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