2025-04-30
La Toscana fa girare la pale all’Emilia-Romagna
Il governatore della Toscana Eugenio Giani e quello dell'Emilia-Romagna Michele De Pascale (Ansa)
I governatori pd di Emilia-Romagna e Toscana si scontrano per un parco eolico al confine tra i due territori, in via di approvazione. De Pascale attacca Giani sui media: l’impianto «non è coerente con il piano territoriale» e ci sono «potenziali effetti negativi».Facile fare gli ecologisti con il fondoschiena, pardon, con il paesaggio altrui. Perché va bene mettersi la fascia degli ecologisti attorno al petto e ripetere a oltranza che servono fonti di energia alternative e verdi, e che bisogna puntare sulle rinnovabili. Il problema è che talvolta queste rinnovabili sono molto meno ecologiche e decisamente più impattanti di quanto si racconta. Ed è esattamente per questo che le due regioni più rosse d'Italia se le stanno dando di santa ragione.Oggetto del contendere sono i nuovi impianti eolici che la Toscana vorrebbe realizzare nelle zone di confine con l'Emilia Romagna. Un progetto ben oltre l'ambizioso che, se completato, porterebbe alla creazione di 66 aerogeneratori alti tra i 180 e i 200 metri. La prima parte del piano dovrebbe essere autorizzata proprio oggi: si tratta del complesso chiamato Badia del vento che dovrebbe sorgere a Badia Tedalda, in provincia di Arezzo, tra Toscana, Emilia Romagna e Marche. È previsto che siano costruiti ben 7 aerogeneratori, alti oltre 180 metri. La qual cosa non piace per niente a numerosi sindaci e comitati della zona, ma soprattutto non piace al governatore dell'Emilia-Romagna, Michele De Pascale, il quale ha indirizzato all'omologo toscano e compagno nel Pd Eugenio Giani una lettera piuttosto ruvida, riportata dal Resto del Carlino.«Sollecitiamo l’urgenza di intervenire sul progetto di Badia del Vento», attacca De Pascale. «Su questo impianto la Regione Emilia-Romagna ha espresso più volte il proprio parere negativo, legato al forte impatto che quest’opera avrà in un territorio particolarmente tutelato per la sua importanza paesaggistica e per il suo valore ambientale. Come dimostrato anche dalla presenza dei siti di interesse comunitario come il parco Sasso Simone e Simoncello».De Pascale rimarca che il progetto eolico «nonostante gli approfondimenti effettuati, non supera le criticità in merito all’idoneità delle aree: nella fascia di 3 chilometri dall’impianto sono presenti beni sottoposti a tutela». Badia del vento «non è coerente con il piano territoriale paesistico regionale» e «permangono tutti i potenziali effetti negativi e significativi del progetto sulle componenti ambientali: il paesaggio, con la grave interferenza con il profilo dei crinali; l’avifauna; la compatibilità geologica e geomorfologica».In buona sostanza, gli impianti eolici costruiti dalla Toscana avrebbero un impatto pesante, ai limiti del disastroso, sull'Emilia-Romagna, che alla fine dei conti ne subirebbe i principali effetti negativi. «La nostra non è assolutamente sindrome nimby (not in my backyard, ndr)», dice De Pascale alla Verità. «Stiamo facendo la legge sulle aree idonee per le rinnovabili che aprirà moltissime possibilità, abbiamo dato parere favorevole a due impianti eolici offshore a distanza dalla costa con bassissimo impatto paesaggistico. Qui parliamo di un impianto dall'altissimo impatto paesaggistico peraltro con una particolarità: è amministrativamente in Toscana ma l'impatto paesaggistico è sostanzialmente in Romagna e nelle Marche per via dei confini regionali che non seguono sempre la morfologia del territorio. Con la Toscana stiamo definendo un protocollo che fra le tante cose vuole regolare anche questi aspetti».De Pascale non ha torto: l'impatto degli aerogeneratori alti come palazzi sarebbe effettivamente devastante. E non si può dire che la Toscana non conosca i risvolti più oscuri dell'eolico. A inizio aprile, infatti, la Regione Toscana ha espresso un parere negativo sul progetto di parco eolico proposto dal gruppo Visconti Scansano srl nei comuni di Scansano e Magliano. In quel frangente, lo stesso Giani ha dichiarato che la Toscana non è contraria all’energia eolica, ma «ogni progetto deve essere attentamente valutato. In questo caso, l’attività istruttoria ha evidenziato impatti non sostenibili su paesaggio, biodiversità ed economia locale. La Regione sostiene l’energia verde, ma ritiene fondamentale uno sviluppo equilibrato che concili le fonti rinnovabili con la tutela del paesaggio». Già: a quanto risulta quando l'impatto paesaggistico riguarda la Toscana, il presidente della Regione è molto più cauto. Se invece le ricadute sono sui vicini, la faccenda cambia.Il punto, in ogni caso, è un altro: è molto facile atteggiarsi a ecologisti e celebrare le bellezze delle «energie pulite» in tv e sulla carta. Un po' più complesso è fare i conti con la realtà e ammettere che queste tecnologie hanno una ricaduta non piccola. Se l'Italia dovesse affidarsi soltanto a queste, liti come quelle fra Toscana e Emilia Romagna esploderebbero. Se persino i leader più rossi e ortodossi litigano, figuriamoci che accadrebbe tra presidenti di diversa provenienza. Ed è persino normale che sia così: l'ambientalismo è bello fino a che sono altri a farne le spese.
lUrsula von der Leyen (Ansa)