2025-10-05
Cori da stadio per i terroristi e insulti a Giovanni Paolo II. I pro Pal gettano la maschera
Auto incendiate e cassonetti a fuoco a Roma dopo il corteo Pro Palestina (Ansa). Nel riquadro la statua di Papa Giovanni Paolo II imbrattata
Il corteo di Roma esalta il 7 ottobre e imbratta la statua di Wojtyla: «Fascista di m...». Fermati violenti con mazze e ordigni. Auto incendiate e molotov. Agenti feriti: 54 totali.Su uno striscione che appare in testa al corteo pro Pal, la scritta ben spiega per quali diritti marciano. «Sette ottobre, giornata della Resistenza palestinese», si legge, in totale spregio del massacro di israeliani compiuto due anni fa. Accadeva ieri a Roma quando, incurante o indifferente a simili barbarie, sotto un sole estivo il serpentone dei manifestanti invadeva la Capitale. Chiassoso e con accompagnamento musicale, per movimentare i 4 chilometri di percorso da Porta San Paolo (Ostiense) a piazza di Porta San Giovanni. Volevano essere in tantissimi, sui social correvano le proteste per i controlli di auto e autobus compiuti dalle forze dell’ordine nelle vie di accesso alla Capitale. «Non vogliono farci partecipare», ripetevano anche davanti a microfoni e telecamere dei giornalisti. Era organizzato dal Movimento degli studenti palestinesi e dall’unione democratica arabo palestinese, ai quali si sono unite sigle sindacali, collettivi studenteschi e universitari oltre all’immancabile associazione partigiani.Non chiedevano pace ma «Fermiamo il sionismo con la resistenza», «Morte all’Idf, morte al sionismo», sanzioni a Israele e «Libertà libertà per Gaza». Migliaia di bandiere palestinesi, perfino vessilli di Hamas e di Hezbollah, qualche bandiera arcobaleno (gli Lgbt si infilano ovunque), cori che inneggiavano all’Intifada e una scritta con «Intifada fino alla vittoria». Secondo l’agenzia LaPresse, sarebbe stato scandito il coro «Viva Hamas, Hezbollah, gloria eterna a Nasrallah, con i caccia e con i Mirv bombardiamo Tel Aviv». Ed è sfilata una sagoma di cartone di Netanyahu a testa in giù. Già, perché alcuni dei pacifici manifestanti tifano per la rivolta degli arabi palestinesi contro gli israeliani ed esaltano i terroristi islamici. Tanto pacifici sono, che su un’auto e due pullman sono state rinvenute maschere antigas, indumenti usa e getta per non essere identificati dalle forze dell’ordine, aste metalliche e mazze di legno. Il materiale è stato sequestrato e circa 60 persone rischiano il foglio di via obbligatorio da Roma, assieme al divieto di ritorno. In serata, sono stati sequestrati addirittura ordigni esplosivi a un gruppo di facinorosi in via Lanza.Tra centinaia di migliaia di persone, impossibile trovare un cartello in sostegno degli ostaggi israeliani ancora in mano ai terroristi. I sentimenti continuano a essere solo per il popolo palestinese oppresso, che però non si ribella ad Hamas. «Free free Palestine», «Palestina libera dal fiume fino al mare»; «Contro la logica militare insegniamo a disertare» scandivano ragazzi, adulti, anziani, centri sociali, famiglie con i bambini per mano o nei passeggini. Molti portavano la kefiah al collo (qualcuno si copriva pure il volto) come indossavano negli anni Settanta i giovani di sinistra per apparire tali. Se l’era annodata anche il leader di Avs, Nicola Fratoianni, in marcia con i pro Pal. A lui si è unito il senatore pentastellato Marco Croatti, tornato in aereo da Israele con altri tre parlamentari della Flotilla. Mancava Giuseppe Conte, «a causa di un’indisposizione dopo il rientro dalla chiusura della campagna elettorale in Calabria», faceva sapere il M5s. Forse, invece, il campo largo è già traballante. «Siamo 600.000!», gridava due ore dopo la partenza la presidente del movimento studenti palestinesi, Maya Issa, sul carro principale che si era fermato sotto la statua di San Francesco. Si è temuto che imbrattassero pure quella, dopo la vergognosa scritta («Fascista di m...») rinvenuta sul monumento a papa Giovanni Paolo II in piazza dei Cinquecento, vicino alla stazione Termini. A Trastevere alcune pietre d’inciampo installate per ricordare vittime della Shoah sono state coperte con adesivi che recavano i nomi di persone morte a Gaza. Quando gli organizzatori hanno annunciato: «Roma è bloccata. Siamo un milione di persone per la Palestina. Abbiamo bloccato tutto. L’Italia sa da che parte stare», è partito l’immancabile coro «governo Meloni dimissioni». Non sono mancate le telefonate con gli attivisti sulle altre barche della Freedom Flotilla in navigazione verso Gaza che hanno definito i manifestanti «la migliore risposta al governo complice e criminale di Israele». Chissà se migliore risposta erano anche i cinque minorenni che durante un controllo nella zona del parco di Colle Oppio a Roma sono stati trovati in possesso di caschi, fumogeni, bottiglie in vetro e bombolette spray che sono stati sequestrati. Identificati dalla polizia, provenivano da Pisa.Singolare coincidenza, l’invito a partecipare allo sciopero generale di venerdì in Emilia-Romagna ha potuto contare sul cartello «Blocchiamo Forlì», dove comparivano come organizzatori «Resistenza palestinese, studenti, classe lavoratrice, associazioni, partiti, sindacati, migranti e maranza». I giovani migranti riuniti in bande che compiono risse, furti, atti di vandalismo, aggressioni sessuali, erano tra i referenti della protesta pacifica? In altre parti d’Italia si è manifestato. A Pisa, sette poliziotti sono rimasti contusi. «ll personale della questura impiegato per l’ordine pubblico era nettamente in numero esiguo per poter scortare ed arginare i circa 10.000 manifestanti», ha protestato il Siulp, il sindacato italiano unitario dei lavoratori della polizia.Mentre nel tardo pomeriggio il corteo romano si disperdeva, un centinaio di individui si è staccato dal percorso e, coperto il volto con cappucci e maschere, ha lanciato petardi, bottiglie e molotov contro le forze dell’ordine. Alcuni sventolavano bandiere No Tav, altri hanno mandato in frantumi una vetrina. La polizia ha fronteggiato gli antagonisti con idranti davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove la strada è stata bloccata con i cassonetti. Un altro gruppo è stato identificato poco distante, mentre un’auto andava in fiamme in via Merulana. Pessima chiusura di una giornata che ha costretto più di 1.500 uomini a garantire la sicurezza in una città invasa da persone che mostrano di odiare Israele. Pesante il bilancio dei feriti: 54 tra agenti e carabinieri.